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«La rete? Un'opportunità ma anche una fonte di pericoli. Genitori, controllate i vostri figli»

Nel giorno del Safe Internet Day – il 5 febbraio – forze dell’ordine, insegnanti psicologhe e genitori si sono ritrovati nell’aula Magna dell’Istituto Mattei di Fiorenzuola per fare il punto sulle insidie del web

Quanto può essere utile la rete internet ma quanto, anche, può nascondere, fare male e spesso “rovinare” la salute e la vita degli adolescenti. Nel giorno del Safe Internet Day – il 5 febbraio – forze dell’ordine, insegnanti psicologhe e genitori si sono ritrovati nell’aula Magna dell’Istituto Mattei di Fiorenzuola per fare il punto sulle insidie del web. Al tavolo, di fronte ad una platea variegata – non solo genitori ma anche figli e studenti – c’erano il maggiore dei carabinieri Biagio Bertoldi, l’ispettore della polizia Postale di Piacenza Pietro Vincini, le psicologhe della scuola Giorgia Concari ed Elena Miboli, Deborah Arcelli dell’Associazione Genitori (A.Ge). Diverse realtà ed enti coinvolti perché «occorre agire insieme per combattere efficacemente i rischi e i pericoli di internet» e imparare ad utilizzare consapevolmente la rete «che offre anche tantissime opportunità a livello di studio e di lavoro» - ha detto la professoressa Anna Cigala, affiancata dalla preside Rita Montesissa, introducendo il tema della serata.

«Stalking, il fenomeno della pedopornografia, il bullismo. Purtroppo quest’ultimo non è ben tutelato dalla legge del nostro Paese – è intervenuto il maggiore Bertoldi -. Vanno combattuti questi episodi di disagio giovanile denunciando alla scuola, agli educatori e alle forze dell’ordine. Non vergognatevi: non deve vergognarsi chi denuncia ma gli autori di questi reati. I ragazzi devono essere ascoltati per capire se c’è qualche situazione di sofferenza causata dai loro coetanei che usano violenza e denigrano». Secondo l’ispettore Vincini «manca i controllo sui figli da parte dei genitori». A loro ha detto: «Occorre capire dove perdono del tempo, o meglio, dove vivono. Alla sera il telefono non deve restare nella camera da letto dei ragazzi: nascosti dietro un cuscino “vivono la loro parte notturna”. C’è chi a otto anni per la comunione riceve in regalo un cellulare di ultima generazione, altri ancora tengono in mano su passeggino quello di mamma e papà: siamo sicuri poi che una volta grandi non sono capaci di usare questi strumenti? Forse li conoscono meglio di noi. Controllate quindi anche i telefoni dei vostri figli a sedici, diciassette anni perché siete voi i responsabili di queste marachelle: se commettono reati o danni tocca a voi – ha detto sempre Vincini rivolgendosi ai genitori - risarcirli». Anche l’Associazione Genitori di Fiorenzuola ha voluto lanciare un appello: «Bisogna cercare di ripristinare la comunicazione e la frequentazione tra i ragazzi: l’uso del digitale altera le emozioni e non lascia spazio per coltivare ciò che è davvero importante – ha detto la rappresentate Deborah Arcelli -. Non siamo contrari ai social e alla rete perché il digitale fa parte del progresso tecnologico e possono essere utili per promuovere attività di studio e di informazione: attiviamoci però per tempo per evitare che la rete diventi una dipendenza». Infine le psicologhe Concari e Miboli: «Queste dipendenze possono avere effetti cognitivi anche per quanto riguarda l’apprendimento: il pensiero viene rallentato e si fa fatica a ragionare. Nella crescita il cervello stimola connessioni e neuroni che bisogna però allenare, non con internet ma con l’apprendimento e uno studio “sano”. I ragazzi vanno aiutati, a volte dicono tutt’altro di ciò che fanno: possono crearsi un’altra identità se hanno difficoltà a livello sociale».

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