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Fiorenzuola, lavoratori in sciopero all’autogrill per la mobilitazione nazionale

Si sono incontrati sul piazzale dell’autogrill di Arda, a Fiorenzuola, in provincia di Piacenza, diversi lavoratori del settore pubblici esercizi autostradali aderenti alla giornata di mobilitazione nazionale di tutto il settore turismo promossa da CGIL, CISL e UIL con l’adesione di UGL

Si sono incontrati sul piazzale dell’autogrill di Arda, a Fiorenzuola, in provincia di Piacenza, diversi lavoratori del settore pubblici esercizi autostradali aderenti alla giornata di mobilitazione nazionale di tutto il settore turismo promossa da CGIL, CISL e UIL con l’adesione di UGL.  Provenienti da diverse zone del nord Italia hanno inteso manifestare le loro buone ragioni per il rinnovo di un contratto fermo da oltre 4 anni.

«In gioco – spiegano i rappresentanti sindacali - ci sono aspetti retributivi legati per esempio alla quattordicesima mensilità che la controparte datoriale vorrebbe eliminare insieme ad una parte del monte ore di permessi annuali; unitamente a ciò c’è il pericolo per la sorte dei lavoratori in caso di cambio concessione. Attualmente se un locale cambia insegna i lavoratori hanno la garanzia di mantenere il proprio posto di lavoro ed i propri diritti. Il rischio è quello di una precarizzazione totale. Non di poco conto anche il livello delle retribuzioni fermo da quasi 5 anni. Al presidio hanno fatto notare che gli stipendi sono fermi a quando il caffè costava 90 centesimi. Oggi costa 1,10 euro.

Un altro aspetto messo in evidenza è la situazione di fatto debilitata per i lavoratori nel sostenere le proprie rivendicazioni. Come negli altri settori, o forse in maniera più evidente, nei pubblici esercizi è pesante la condizione di precariato e quindi di ricattabilità dei giovani lavoratori che peraltro rischiano di essere i più colpiti dalle “rottamazioni” dei diritti. L’esperienza, figlia della logica delle tutele azzerate e poi crescenti, insegna che il compromesso possibile potrebbe essere quello di mantenere i diritti acquisiti e sottrarli ai neoassunti. Proprio quelli che non sono in grado di scioperare. Paradossalmente quindi, chi oggi non aderisce allo sciopero, deve sperare in chi lo fa per non accedere al mondo del lavoro passando sotto le forche caudine e chi fa sciopero non può considerare krumiro chi non aderisce ma un giovane collega che abbisogna della sua lotta, non potendo sostenere lui le sacrosante battaglie».

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