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«La valutazione non può essere usata come minaccia. Le parole del prof sono inaccettabili»

I segretari generali di Cgil, Cisl, Uil di Piacenza insieme ai referenti dei rispettivi sindacati scuola intervengono dopo il “putiferio” scatenato dalle esternazioni di un professore del liceo Mattei di Fiorenzuola

«Sono parole che descrivono un clima inaccettabile, concetti che rasentano l’intimidazione e contrari al compito costituzionale previsto per la scuola italiana, che è prioritariamente educare alla partecipazione e al pensiero critico. La valutazione non può essere utilizzata come strumento di intimidazione e di minaccia. Gli studenti non devono rinunciare al loro diritto di esprimere liberamente la loro opinione, così come il docente, nel suo ruolo di educatore, non deve mai prescindere dai suoi obblighi deontologici». Così, in una nota, i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil di Piacenza insieme ai referenti dei rispettivi sindacati scuola intervengono dopo il “putiferio” scatenato dalle esternazioni di un professore del liceo Mattei di Fiorenzuola che, con toni triviali, ha minacciato di far vedere la sufficienza “con il binocolo” ai suoi studenti se questi avessero partecipato alla manifestazione de “Le sardine di Fiorenzuola”, prevista per domani, domenica 24, in occasione della venuta di Matteo Salvini nella città sulla via Emilia, in provincia di Piacenza. 

«Il problema di fondo – aggiungono le parti sociali – è che parte politica disegna le elezioni del 26 gennaio come un’ultima “battaglia”, una “guerra finale” con un gergo guarrafondaio condito da un linguaggio d’odio. Evitiamo massimalismi, concentriamoci sui problemi che, nel mondo della scuola, non sono pochi e non dipendono certo dalla partecipazione o meno degli studenti a una manifestazione di un movimento pacifico e non violento. Siamo di fronte ad un gesto che il sindacato condanna duramente, e siamo convinti che la scuola e l'amministrazione stiano procedendo secondo quello che è di loro competenza per apllicare gli opportuni provvedimenti. L’autore di tali parole dovrà rispondere – a nostro avviso - in tutte le sedi di quello che ha scritto».

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