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La Regione approva il Piano di emergenza della diga di Mignano

L’assessore Gazzolo: «Lavoro frutto di alte competenze e professionalità messe al servizio della sicurezza delle popolazioni». È il primo documento approvato in Emilia-Romagna e previsto dalla legge nazionale sulla sicurezza delle grandi dighe

La diga di Mignano, nel comune di Vernasca, è la prima delle “grandi dighe” dell’Emilia-Romagna ad avere il via libera al nuovo piano di emergenza previsto dalle norme nazionali.Il documento serve a gestire in modo coordinato, programmato e sicuro ogni situazione di rischio legata alla presenza di una diga nel territorio, prevedendo gli interventi nei casi di ipotetico collasso dell’invaso, di rilasci molto abbondanti di acqua o del propagarsi di un’onda di piena. Approvato dalla Giunta regionale, è il frutto di un lavoro proseguito per mesi da parte dei tecnici dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile.

“Il via libera al piano giunge al termine di un approfondimento che ha impegnato alte professionalità con un elevato livello di competenze- sottolinea l’assessore regionale alla protezione civile, Paola Gazzolo-. Ringrazio tutti coloro che hanno partecipato all’attività, a partire dalla Prefettura, fornendo un prezioso contributo per la definizione di un documento di assoluta rilevanza. La priorità della Regione Emilia-Romagna è la sicurezza delle popolazioni, di chi vive e lavora sul territorio: il documento approvato va in questa direzione, stabilendo in modo preciso la catena di comando e il sistema delle responsabilità, utili anche per il collaudo che sarà curato dal Consorzio di bonifica, gestore della diga”.

Il piano per la sicurezza delle dighe

In tutto sono 10 le “grandi dighe” o casse di espansione dell’Emilia-Romagna (sulle 24 totali) per le quali la Regione deve approvare in via prioritaria l’aggiornamento del piano di emergenza. Lo prevede una direttiva nazionale che riguarda tutte le dighe di altezza superiore a 15 metri o dalla capacità di invaso di oltre un milione di metri cubi d’acqua.  Nello scorso mese di ottobre, in linea con quanto previsto dalle norme, sono stati aggiornati tutti i documenti di protezione civile che governano la gestione delle dighe (quantità di acqua, rilascio, ecc…) e che costituiscono gli atti preliminari alla redazione dei rispettivi piani di emergenza.

Tali atti devono essere approvati dalle Prefetture provinciali. Oltre alla diga di Mignano, altri 4 documenti preliminari hanno avuto il via libera: quelli relativi allo sbarramento di Isola Serafini nel piacentino, alla diga di Rio Lunato e alle cassa di espansione del Panaro nel modenese e del Parma nel parmense. Nei prossimi mesi la Giunta approverà i relativi piani di emergenza. Sono in attesa dell’approvazione prefettizia i documenti di protezione civile degli invasi di Boschi e del Molatoin provincia di Piacenza; delle casse di espansione del Crostolo nel reggiano e del Secchia nel modenese e della diga di Pavana a Bologna.

I piani di emergenza 

Nel dettaglio, i piani di emergenza servono a definire le strategie operative e le azioni da mettere in campo per l’allertamento, la prevenzione, la gestione dell’emergenza e l’assistenza alla popolazione. Un articolato sistema di competenze che identifica i ruoli e i compiti tra tutti i soggetti e le strutture operative impegnate a garantire la sicurezza della popolazione: Consorzi di bonifica, Prefetture, Agenzia regionale di protezione civile, Province, Comuni e Unioni dei Comuni, Aipo, Arpae, Vigili del Fuoco, servizio sanitario, Enel Green Power e altri gestori di reti e infrastrutture e il volontariato di protezione civile.

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