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«Le iniziative industriali non sono tutte uguali: uno sviluppo diverso è possibile»

Nota congiunta dei Comitati Aria Pulita in Val d’Arda”, “Basta Nocività in Val d’Arda”, “Cittadini per l’Ambiente Rurale” e Legambiente Piacenza. 

«Fin dall’inizio del nostro impegno sul progetto CarboNext, ci siamo resi conto che non potevamo limitarci agli aspetti tecnici, amministrativi, giuridici, ma dovevamo necessariamente confrontarci pure con la politica locale. Abbiamo però sempre cercato di essere indipendenti ed autonomi da questa o da quella forza politica, pur rimanendo sempre aperti e disponibili verso chiunque condividesse la nostra causa e volesse collaborare con noi (prova ne siano i nostri dibattiti dove tutti sono invitati e il dialogo che stiamo portando avanti con i Consiglieri Regionali di tutti gli schieramenti). A livello personale, ovviamente, ognuno di noi ha esperienze, idee e concezioni politiche diverse, che sono comunque sempre passate in secondo piano rispetto al nostro comune scopo». Si legge in una nota congiunta dei Comitati Aria Pulita in Val d’Arda”, “Basta Nocività in Val d’Arda”, “Cittadini per l’Ambiente Rurale” e Legambiente Piacenza. 

«Le nostre posizioni sono note, le abbiamo espresse in tutte le sedi (dagli incontri pubblici ai social network, dalla TV ai sit-in di fronte ai palazzi della Provincia e Regione), anche quando la politica non si occupava della questione CarboNeXT e degli argomenti ad essa collegati. Non vorremmo perciò entrare nel confronto politico che si sta sviluppando in questi ultimi giorni a seguito dell’approvazione del progetto da parte della Giunta Regionale. Ci pare però doveroso replicare soltanto ad un passaggio incluso del comunicato firmato qualche giorno fa da Loris Caragnano e Giorgio Alessandrini del PD di Piacenza: “… sarebbe più corretto e coerente dire con chiarezza che l’obiettivo ultimo di chi si oppone all’uso di carbonext è quello di chiudere il cementificio di Vernasca, dentro ad una logica che nega la possibilità per il nostro Paese di fare e sviluppare produzione industriale…”. Prima di tutto osserviamo che questo sillogismo non suona nuovo, ma noi dei Comitati cittadini della Val d’Arda e di Legambiente Piacenza ce lo siamo già sentiti rinfacciare, non senza una certa aggressività, l’anno scorso dal Presidente della Provincia Francesco Rolleri, ad esempio; e l’abbiamo pure letto sul Corriere della Sera del 15 giugno 2016 in un intervento a firma di Enrico Buzzi, Presidente di Buzzi Unicem Spa, secondo il quale “i Rappresentanti dei Comitati Locali” affermano “le loro idee nei modi più singolari, anche al limite del lecito e della disinformazione (…) cosa talvolta comune, essendo spesso parte del Dna di chi, pur partendo da nobili principi, arriva a opporsi ad ogni iniziativa industriale”.  

«Il che ci pare coerente con la linea dell’Assessore e della Giunta Regionale, così come già dei Cementieri e più in generale i Fautori dei CSS in questi ultimi anni, i quali hanno a disposizione ben pochi argomenti, ma continuano a ripeterli come se ciò ne aumentasse la validità. E inoltre mostrano di non conoscere le persone che dei Comitati fanno parte, né la realtà della Val d’Arda e dei suoi abitanti (il che potrebbe avere a che fare col fatto che non si sono mai presentati per parlare faccia a faccia con loro? Chissà…). A noi sembra banale, ma forse conviene ricordare a tutti che opporsi ad un singolo progetto di un’Azienda non equivale automaticamente ad opporsi all’industria in generale, che le industrie non si riducono soltanto a quelle “insalubri di 1a classe” come le cementerie, e che le iniziative industriali (o più in generale economiche) non sono tra loro tutte uguali.  Anzi, ognuna di esse ha impatti diversi sul territorio su cui insiste, dal punto di vista economico, sociale, ambientale, sanitario, delle opportunità colte e di quelle mancate, e così via…: da una onesta e completa analisi costi / benefici sotto tutti questi aspetti dovrebbe derivare una distinzione abbastanza chiara tra quelle più o meno sostenibili per il futuro e compatibili con il Territorio stesso. E la Politica, nella sua accezione più alta e nobile, dovrebbe avere una visione in base alla quale progettare il futuro delle Comunità e quindi favorire, per quanto fattibile, le iniziative appunto più compatibili e sostenibili».

«Così come detto sopra circa le nostre idee ed eventuali appartenenze politiche personali, anche sulla Cementeria di Mocomero tra di noi ci possono essere opinioni e speranze diverse, ma non è questo il punto attorno al quale verte il nostro impegno: rispetto al destino di un singolo stabilimento industriale (peraltro neppure il più importante della zona), ci appassiona molto di più il destino della nostra Vallata nel suo complesso ,  della nostra Provincia, del nostro Paese e, perché no, del nostro Pianeta.  Ecco, noi non abbiamo responsabilità amministrative o di governo, né velleità in tal senso, ma qualche idea l’avremmo: ad esempio, siamo per la vera “economia circolare”, non per quella che “fa circolare” i rifiuti; siamo per la riduzione “alla fonte” degli stessi e per il riciclo tramite recupero di materia (non di energia tramite combustione, processo per forza di cose a basso rendimento); siamo per le industrie che lasciano al Territorio più ricchezza di quanta non gliene tolgano; per l’agricoltura il più possibile eco-sostenibile, per l’enogastronomia e per uno sviluppo organico ed organizzato del turismo in Val d’Arda; siamo per la trasparenza della Pubblica Amministrazione e la partecipazione consapevole dei Cittadini, tanto per dirne qualcuna. Al PD, e più in generale a tutte le forze politiche, di Piacenza e della Regione Emilia Romagna vorremmo chiedere se, al di là delle parole di circostanza nei convegni e nei comizi, si riconoscono in queste idee».

«E soprattutto vorremmo domandare a che cosa serve una capacità di smaltimento totale di 240'000 ton/anno (tra incenerimento a Borgoforte e co-combustione in Cementi Rossi e Buzzi Unicem) in una provincia che, al momento, produce meno di 65'000 ton/anno di RSU indifferenziato (e stando ai piani regionali dovrebbe generarne sempre meno). Se l’obiettivo ultimo è, per esempio, qualche sorta di “solidarietà nazionale” con altri Territori bisognosi di aiuto, sarebbe appunto più corretto e coerente dirlo con chiarezza fin da ora; non si sa mai che un giorno pure noi a Piacenza e in Val d’Arda saremo bisognosi di solidarietà, nel qual caso almeno sapremo a chi provare a chiedere». Conclude la nota. 

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