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Martedì, 23 Aprile 2024
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Maxi operazione Myocastor, sedici spacciatori accusati di associazione a delinquere

Associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Di questa accusa dovranno rispondere sedici spacciatori arrestati nella maxi operazione dei carabinieri del Norm di Fiorenzola, Myocastor. Le indagini erano state condotte dall'Aliquota Operativa e coordinate dal sostituto procuratore Emilio Pisante

Associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Di questa accusa dovranno rispondere sedici spacciatori arrestati nella maxi operazione dei carabinieri del Norm di Fiorenzola, Myocastor. Le indagini erano state condotte dall'Aliquota Operativa guidata dal maresciallo Enrico Savoli, e coordinate dal sostituto procuratore Emilio Pisante. Il capo dell'organizzazione criminale, il 41enne marrocchino, Annaou Bouazza, era stato arrestato nel Milanese, e dopo la chiusura delle indagini nel Piacentino e i relativi processi, la Direzione Distrettuale Antimafia di Milano ha riconosciuto l'associazione per delinquere per 16 dei 37 arrestati (31 i rinviati a giudizio) dai militari piacentini, quando la compagnia del capoluogo della Valdarda era ancora guidata dal maggiore Emanuele Leuzzi.

Il maxi blitz scattò alla fine di dicembre del 2016 e rase al suolo una fitta rete di venditori di morte marocchini provenienti per Operazione Myocastor ©IlPiacenza (2)-2-2lo più dall'hinterland milanese. Con una spettacolare operazione, con tecniche militari, i carabinieri che si erano appostati nei campi della Bassa, arrestarono gli spacciatori. I malviventi avevano attrezzato tra i campi un fiorente mercato in cui si recavano centinaia di acquirenti, emiliani e lombardi. L'operazione venne chiamata Myocastor (nome latino scientifico per nutria) portò all'arresto di chi coordinava i gruppi di spaccio e dei suoi collaboratori tutti marocchini clandestini. Bouazza, ricercato anche perché doveva scontare una pena di 5 anni e mezzo per alcuni reati commessi in provincia di Rimini negli anni 2003-2007, è ritenuto il vertice della fitta rete criminale, e si trova tuttora in carcere. Lui gestiva gli spacciatori, forniva loro cibo, alloggio, assistenza legale e inviava loro soldi e effetti personali in carcere tramite alcune persone di fiducia, dichiaranono i carabinieri. Il Bouazza reclutava la manovalanza facendola giungere clandestina dal Marocco a bordo di autotreni lungo la rotta Marocco-Spagna-Francia-Ventimiglia, dietro un corrispettivo che variava dai 1500 ai 2500 euro, per poi ospitarli in due appartamenti a Milano da dove li avviava all’attività di spaccio nelle aree rurali del PiacentinoPer questi motivi la DDA di Milano li ha indagati per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. 

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