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Non vuole lasciare il centro nonostante la revoca dell'accoglienza, torna libero dopo il processo 

Gropparello, un 32enne del Togo. La prefettura aveva revocato la misura dell’accoglienza, ma lui ha presentato ricorso. Denunciato anche per minacce al responsabile della struttura

Non voleva lasciare la residenza dove stava dal 2016 e ha anche minacciato il responsabile della cooperativa che gestisce il centro di accoglienza di Gropparello. Arrestato dai carabinieri, è tornato in libertà dopo il processo per direttissima. Protagonista di un movimentato episodio è un 32enne del Togo, in Italia con un regolare permesso di soggiorno. Il giovane, che deve rispondere di violazione di domicilio (poi è stato anche denunciato per minacce) si è presentato al giudice Laura Pietrasanta per il processo. Il pm Sara Macchetta ha chiesto il divieto di dimora, mentre la difesa, con l’avvocato Silvia Preda, la libertà. Il giudice ha convalidato l’arresto e rimesso in libertà il giovane africano. Al 32enne era stata revocata, dalla prefettura, la misura dell’accoglienza. Lui non intendeva lasciare l’alloggio dove viveva da tre anni - aveva lì il suo domicilio - ed è nata così una lite con il responsabile della cooperativa, che è gestita da un nigeriano. Il giovane avrebbe anche detto al responsabile del centro che la “storia non sarebbe finita lì”. E così è scattata anche la denuncia per minacce. L’avvocato difensore ha chiesto di rinviare il processo - l’udienza è stata fissata in settembre - per verificare se il giovane abbia diritto o meno di restare a Gropparello. Contro la revoca, infatti, il togolose aveva presentato un ricorso.

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