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Cani legati alla catena: cosa dice la legge e in cosa consiste questa pratica diffusa

Per i cani legati alla catena, purtroppo, non vi è un’unica legge a livello nazionale che stabilisca limiti e divieti. Ecco tutto quello che occorre conoscere su questa pratica

Il cane legato alla catena è una pratica ancora molto diffusa nel nostro Paese, dove non esiste ancora un’unica legge nazionale che regoli questa pratica. Sono, quindi, le Regioni e i singoli Comuni a dover stabilire le norme su come e quando è possibile legare un cane alla catena.

Ovviamente, in tutti i provvedimenti il cane, in quanto essere vivente, deve essere rispettato e non sottoposto a sofferenza e violenza, e in questo rientrano anche i casi dei cani legati alla catena per tutto il giorno.

Le uniche regioni in cui vige il divieto assoluto di tenere un cane legato alla catena sono Campania, Marche, Lazio e Umbria.

Perché i cani vengono legati alla catena

I cani vengono legati alla catena per svariati motivi, come:

  • l’animale potrebbe aggredire bambini o sconosciuti
  • perché tende a scappare dal recinto
  • perché il cane dà fastidio ai vicini

E’ importante ricordare che nel momento in cui si sceglie di avere un cane, si deve tenere a mente che non si sta portando a casa un giocattolo bensì un essere vivente, da amare e rispettare. Il cane, così come tutti gli altri animali, ha dei diritti legalmente riconosciuti e non può essere maltrattato o immobilizzato da una catena.

Cane alla catena: cosa dice la legge

Come accennato in precedenza in Italia non vi è un'unica normativa valida per tutte le regioni. Quindi, prima di legare il tuo cane alla catena è bene informarsi presso il proprio comune di residenza, in modo da evitare di trasgredire la normativa vigente.

Ciò che sottolinea la legge italiana è che un cane deve uscire in passeggiata almeno due volte al giorno, non solo per consentirgli di espletare i bisogni fisiologici, ma anche e soprattutto per avere contatti con l’esterno e con i suoi simili.

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Cani legati alla catena: quando è reato

I cani non possono essere immobilizzati alla catena per tutto il giorno; quindi, per la legge chi tiene gli animali sempre legati alla catena o ad altre corde commette il reato di detenzione e maltrattamento di animali in condizioni incompatibili con la loro natura. Sì, perché il pet fermo alla catena non è in grado di girare liberamente, accedere alla cuccia o alla ciotola con cibo e acqua; inoltre, un cane legato alla catena non è felice, non sta bene e si sente privato della propria libertà.

E’ consentito farlo solo ed esclusivamente per brevissimi periodi di tempo; se ad esempio, si deve procedere con la pulizia della sua cuccia, oppure se occorre immobilizzarlo per le cure veterinarie.

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Legare un cane alla catena: quando non è considerato reato

Visto che al momento non esiste una normativa nazionale che regoli l’usanza dei cani legati alla catena, questa pratica non è reato per la legge quando:

  • il pet può raggiungere la cuccia e il cibo
  • se viene portato a spasso e lasciato libero almeno una volta al giorno
  • Fido può raggiungere facilmente un riparo coperto e sollevato dalla terra
  • la catena è abbastanza lunga da permettere al cane di poter camminare; solitamente la lunghezza di questa non deve essere inferiore a 4-5 metri.
  • il recinto del pet ha uno spazio di almeno 8 metri quadrati
  • il cane vive in un ambiente sano e pulito.

Ovviamente, occorre ricordare che nonostante vengano rispettate tutte queste caratteristiche legare il cane alla catena è una pratica subdola, che non rispetta la natura del pet che invece ha bisogno di libertà per esplorare, correre e annusare il mondo che lo circonda.

Sanzioni

Chi commette reato e lega il cane alla catena può essere soggetto alle seguenti sanzioni:

  • multa stabilita dalla Regione o dal Comune di appartenenza, dall’importo variabile se si violano i diritti dell’animale
  • arresto fino a un anno o il pagamento di una sanzione che può variare da € 1.000 a € 10.000.

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