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A Ferriere il tradizionale concerto nel ricordo di Gino Delforno, in versione cabaret-lirico di eccelsa qualità

Nella chiesa parrocchiale di san Giovanni Battista, si è svolto il tradizionale concerto lirico-vocale d’estate in memoria del tenore Gino Delforno

Nella chiesa parrocchiale di san Giovanni Battista, si è svolto il tradizionale concerto lirico-vocale d’estate in memoria del tenore Gino Delforno, piacentino e fedelissimo del capoluogo dell’alta val Nure dove, fino alla sua scomparsa, avvenuta nel 2009, ha organizzato e interpretato tante edizioni di questo appuntamento musicale. L’evento è stato, promosso e organizzato, anche nel ricordo del defunto marito Ernesto Badovini, dalla signora Lucia De Micheli e da Giuliana Biagiotti, presidente degli “Amici delle Lirica”, che prosegue la collaborazione prestata al “Concerto” dal marito Sergio Buonocore, deceduto nell’agosto 2016. Sostegno alla manifestazione anche da: Comune, Pro Loco, famiglia Amici-Delforno e Arco Gas. 

I brani musicali eseguiti dagli interpreti - i cantanti lirici Claudio Mattioli basso, baritono, pianista, fisarmonicista e compositore e da Massimiliano Barbolini tenore, già allievo di Pavarotti, con una lunga carriera operistica alle spalle - hanno accomunato in convinti applausi i musicofili ortodossi e anche gli spettatori occasionalmente interessati alla lirica. Il concerto è stato infatti, caratterizzato da una connotazione meno aulica di quella della lirica classica, con dialoghi sul filo dell’ironia e alcuni passaggi da cabaret lirico di eccelsa qualità. 

Il programma si è sviluppato su una parte lirica (Amor ti vieta da Fedora, Vesti la giubba da I Pagliacci e il lamento di Federico da l’Arlesiana, per ciò che riguarda il tenore; mentre Mattioli “suonandosela con la fisarmonica e cantandosela” ha interpretato i due Figaro ovvero Largo al factotum, Non più andrai farfallone amoroso di Mozart e La Calunnia. 

Oltre alla parte lirica anche con l’intermezzo della Cavalleria rusticana, le canzoni Caruso e Mattinata e alla fine brani religiosi tratti in prevalenza da musical composti dallo stesso Mattioli.

 A esaudire la richiesta finale di bis lo splendido brano “Miserere” con richiami all’interpretazione di Pavaraotti e dell’autore (Zucchero, 1992):

 «Miserere misero me / però brindo alla vita». Eh sì, cari amici: «Che mistero è la mia vita / ma che mistero» questa vita melodrammatica, tragica e buffa, che porta il riso e il pianto, il fragore e il sospiro, la luce e la notte – recitata su un palcoscenico, proprio come a teatro».

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