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A Gragnano 6 dei 19 percettori del reddito di cittadinanza hanno lavorato

Il sindaco Calza traccia un bilancio: «Misura che non va eliminata, ma corretta»

È tempo di rendicontazione in materia di reddito di cittadinanza per il Comune di Gragnano. Così in occasione della chiusura del primo semestre il sindaco Patrizia Calza ha provveduto a sottoscrivere i fascicoli predisposti dai servizi sociali per l’invio all’ufficio di piano distrettuale. «Riteniamo opportuno rendere noti i dati relativi al reddito di cittadinanza riferiti alle persone che la piattaforma ha assegnato al Comune di Gragnano. Si tratta di informazioni utili a evidenziare l’oscuro e gravoso lavoro svolto dal personale incaricato. Un lavoro assolutamente necessario perché questo provvedimento, così discusso, possa essere efficace e rispondere allo scopo per cui venne introdotto. Un provvedimento forse da “registrare” mi permetto di dire, ma non da eliminare, ameno che non lo si sostituisca con altri provvedimenti aventi lo stesso scopo. Le persone che a Gragnano hanno beneficiato di questa misura sono definite “fragili”. Persone che senza un progetto ad hoc non riuscirebbero a mettersi in gioco e comunque graverebbero, attraverso varie forme di aiuto, sul bilancio comunale. Attraverso questa misura assistenziale diventano protagonisti di un progetto che li aiuta a rigenerarsi, a rimettersi in gioco come persone e cittadini ricevendo un reddito, variabile dalle 500 ai 700 euro mensili, che è pagato direttamente dal Ministero cioè dallo Stato, non dal Comune di Gragnano».

Venendo ai numeri: 19 sono stati i soggetti presi in carico dal Servizio Sociale Comunale e dall’Equipe Povertà, da giugno 2021 a giugno 2022, dei quali per 15 è stato attivato un Patto di Inclusione Sociale con sottoscrizione degli “impegni” da parte dell’utente e dei componenti del nucleo familiare, al fine di continuare a fruire del beneficio economico.

Di questi 15 utenti, 6 sono le persone per cui è stato attivato anche il Puc, cioè un “Progetto Utile alla Collettività” impegnandole nei seguenti ambiti: “Manutenzione del nostro Comune” (ambito ambientale/tutela dei beni comuni); “Donare il Tempo” - ascolto, contrasto alla solitudine di utenti fragili; “Andiamo Insieme” (accompagnamento di anziani soli per spese, commissioni, passeggiate); “Sostegno Servizi Amministrativi”: catalogazione documenti, scansione e copia atti, archiviazione; “Insieme per la Scuola”: pulizia e riordino degli arredi e giochi esterni alla scuola dell’infanzia, supporto nel garantire l’entrata in sicurezza dei bambini delle scuole dell’infanzia e primaria nel rispetto della normativa Covid.

Per le rimanenti quattro persone non è ancora stato possibile attivare alcuna progettualità perché si tratta delle ultime segnalazioni pervenute sulla piattaforma che viene aggiornata nel tempo, senza soluzione di continuità. Anche queste ultime verranno chiamate e valutate dall’equipe al fine della predisposizione di un patto ad hoc.

«Come si può evidenziare - aggiunge Marco Caviati, assessore ai servizi sociali- si tratta di un lavoro molto impegnativo che ha richiesto la collaborazione della Responsabile del servizi sociali Zioni Luisa per 47 ore e di quattro Tutor (Christian Rapetti, Elena Torretta, Sabrina Stefli, Giulia Marzolini) per 58 ore complessive». In rete con i colleghi dell’Equipe Povertà del Distretto di Ponente, che hanno sempre collaborato attivamente alla presa in carico dei redditisti.

«Abbiamo potuto verificare davvero i benefici che tutti gli attori interessati hanno tratto dall’attivazione di questi progetti: non solo i redditisti, in termini di riscatto e inclusione sociale, ma anche l’intera comunità locale che fruisce dei Servizi Comunali», concludono gli amministratori. «È ovvio che queste misure di welfare generativo, ovvero forme di assistenza che promuovono il riscatto della persona e non si limitano al semplice assistenzialismo, costituiscono un aggravio di lavoro per gli operatori. Per questo ringraziamo i nostri dipendenti che non si sono sottratti a questo impegno e hanno cercato di sfruttare le potenzialità di questo provvedimento normativo.  Senza gli sforzi degli operatori e i controlli delle autorità, il reddito di cittadinanza rischia di essere, come in effetti in alcuni luoghi è, un esborso di risorse inefficace al fine del riscatto sociale. È un tema assai complesso che andrebbe approfondito seriamente senza pregiudizi. Se l’assegno di accompagnamento è usufruito da chi non ne ha diritto, non è l’assegno di accompagnamento che è sbagliato ma il mancato controllo da parte di chi doveva concedere e controllare. Parimenti se l’assegno di invalidità è usufruito da un falso invalido, non è l’assegno di invalidità che va eliminato ma è il falso invalido che va punito insieme a chi, in modo illegittimo, gli ha riconosciuto l’invalidità. Ci piacerebbe che su questi temi si ragionasse lasciando da parte le schermaglie politiche. Si tratta di questioni troppe serie che incidono sulla vita concreta delle persone. Perlopiù ai margini della società».

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