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A Gragnano i corsi di lingua e di educazione civica rivolti a tutte le persone straniere

Il progetto si articola in due corsi. Uno rivolto a persone che non conoscono la lingua italiana, mentre l'altro più avanzato

«Anche quest’anno vogliamo celebrare l’8 marzo, dando visibilità ad un’iniziativa a cui teniamo particolarmente e che, pur non essendo rivolta esclusivamente alle donne, tuttavia trova in loro i destinatari privilegiati». Questo il commento del sindaco Patrizia Calza nel presentare insieme all'assistente sociale Luisa Zioni e all'assessore Marco Caviati i corsi di lingua e di educazione civica attivati a Gragnano a partire dal mese di novembre 2021 nella Sala del Consiglio, e che si concluderanno presumibilmente alla fine del mese di maggio.

Il progetto si articola in due corsi. Il primo, di 100 ore, tecnicamente definito Corso Pre-A1, è finanziato con risorse distrettuali. Si effettua il venerdì dalle 9 alle 12 e registra 12 iscrizioni; è rivolto a persone che non conoscono la lingua italiana. Il secondo corso, A2 Fami, è più avanzato e si tiene il giovedì e venerdì dalle 9 alle 11,30 con 14 persone iscritte. Per favorire la partecipazione e l’apprendimento le signore possono portare con sé i figli  essendo previsto un servizio di  babysitteraggio.

«Con questa iniziativa intendiamo non solo promuovere la competenza della lettura e della scrittura italiana, ma anche la conoscenza dei servizi del territorio, del sistema scolastico italiano, del sistema sanitario della provincia di Piacenza» spiegano gli amministratori. «Per questo riteniamo questa attività particolarmente  qualificante. Nel nostro territorio, come è noto ai Servizi Sociali, esistono infatti tante “donne invisibili” che, sebbene residenti da anni in Italia, risultano completamente avulse dalla società in cui si trovano a vivere, senza alcuna relazione sociale perché impegnate esclusivamente nella cura familiare e limitate da vincoli culturali quindi , senza conoscenza dell’organizzazione della nostra società. Mentre i mariti sono inseriti nel sistema economico, lavorano e quindi si relazionano con l’esterno del nucleo familiare, loro, sradicate dal loro contesto originario continuano tuttavia a vivere come in una “bolla” separate dal resto del mondo ed emarginate. Riteniamo che l’offerta di questa opportunità sia una occasione molto importante per  queste donne , madri e mogli. La loro integrazione è fondamentale per favorire una maggiore integrazione anche dei loro figli e quindi a evitare fenomeni di disagio sociale e di emarginazione forieri di molteplici problemi tra cui anche quelli della sicurezza».

«Un modo per opporci alla “cultura dello scarto” che denuncia Papa Francesco e che spesso riguarda le donne. Crediamo dunque che questa iniziativa, aldilà di ogni retorica,  ben rispetti lo spirito e i valori della Giornata sottesa all’8 Marzo” conclude il sindaco.

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