rotate-mobile
Martedì, 26 Settembre 2023
Attualità Bettola

A Negri di Bramaiano è riapparsa per la sua festa la Madonna di Bruno Grassi

Anche quest’anno, sui tetti della chiesetta, ha suonato la campanella per annunciare l’inizio della funzione religiosa: a suonare il padrone di casa, il pittore Bruno Grassi

Aprile non può finire senza che ai Negri di Bramaiano si festeggi la Madonna del Buon Consiglio. Così anche quest’anno là in alto sui tetti della chiesetta, sulla sua torricina, ha suonato la campanella per annunciare l’inizio della funzione religiosa. A suonare è il padrone di casa, il pittore Bruno Grassi, che oltre che da campanaro fa anche da ciarghein accendendo sull’altare le candele della messa.

Ha celebrato don Davide Maloberti, che oltre ad essere, come è noto, il direttore del “Nuovo Giornale”, è anche il parroco di Bramaiano, nel cui territorio fra i boschi della montagna da una parte e l’acqua del Nure dall’altra sorge l’antica e restaurata chiesetta dei Negri. In sostanza, il sacerdote-giornalista ha detto che nei dubbi e nelle incertezze della vita è consigliabile rivolgersi alla Vergine del Buon Consiglio piuttosto che ai cattivi consiglieri.

Ci è così riapparsa la Madonna. Con tutti i suoi buoni consigli. La Vergine che ha casa qua in questo silenzioso villaggetto sopra Bettola, inquilina di Bruno Grassi. Si vede che la Madonna dei Negri vuol bene al suo santuarietto e ai suoi devoti, che sono anche i devoti dell’arte dell’artista Bruno Grassi, perché, contraddicendo le previsioni, ha regalato alla giornata il manto d’un azzurro primaverile. Lo stesso azzurro splendido che avvolge le pareti della chiesetta, muri che parlano di vicende antiche e sacre e pregano con antiche sacre parole. Il tempietto è un piccolo Paradiso di oro e azzurro, di pietra antica e di angeli volanti, come del resto dev’essere piccolo il Paradiso vero, destinato a pochi. Ma per quanto piccolo, il Paradiso pitturato dal Bruno ha accolto con amorevole miracolo una numerosa folla fatta di fedeli della Vergine Maria dei Negri e di amici ed estimatori del pittore. Qui è salito – dopo le tante salite al Pordenone – in visita l’estate scorsa Corrado Sforza Fogliani, presidente della Banca di Piacenza, l’istituto di credito che sa, come pochi sanno, “la carità del natio loco”, come Dante chiama questo sentimento d’amore per la propria terra.

E Bruno Grassi dopo aver pitturato d’azzurro l’oratorio sulla collina, dipingerebbe d’azzurro anche il cielo della Valnure. Criniera da leone che salva il topolino, barba da profeta che salva dalla rovina il tempietto, pittore di visioni, di angeli (anche quelli che hanno problemi con le ali), di fanciulle in fiore e di lune dannunziane, quelle lunine che sono “tenui come il sopracciglio d’una giovinetta”, non si attornia solo di una corte di angeli e di lune. E’ uno strenuo raccoglitore di cose del passato, se ne circonda, vi si immerge, libri, dipinti, lettere, bastoni da passeggio, mobili, soprammobili, affinché gli suggeriscano, gli sappiano rivelare o ricordare in ogni momento cos’era la vita, la tradizione, l’uomo prima che noi nascessimo, di cosa eravamo fatti, di quale sangue, pensieri, parole, arte. E’ un artista che fa anche l’esploratore, ma invece di cercare le sorgenti del Nilo, va alla ricerca delle sorgenti del nostro passato, delle nostre origini. Della stessa sostanza del nostro esistere, perché ciò significa restare in rapporto con la nostra provenienza.

Alla fine della cerimonia, col sole di là dal Nure che accennava a voler calare, nel cortiletto quasi claustrale della contigua dimora, una merenda in uno squisito e puro stile campestre. Perché sempre di stile si tratta.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

A Negri di Bramaiano è riapparsa per la sua festa la Madonna di Bruno Grassi

IlPiacenza è in caricamento