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Africa Mission, anche l’ambasciatore italiano e tre vescovi in Karamoja

Alle celebrazioni per il 51° anno di attività della Ong piacentina anche il vescovo Cevolotto

Bisogna tornare indietro di una cinquantina d’anni e andare in Karamoja, nel nord dell’Uganda. «Le luci di questo compound erano visibili nella notte anche a molti chilometri di distanza - ricorda il vescovo di Moroto Damiano Guzzetti - e segnalavano l’unica presenza umana in un paesaggio completamente buio». Dal suo evocativo ricordo emerge l’immagine di una luce non si spegne da oltre cinquant’anni: è quella di Africa Mission Cooperazione e Sviluppo che proprio nel compound di Moroto - che ospita un centro giovani intitolato al fondatore di Africa Mission don Vittorione Pastori - in Karamoja, davanti a oltre 300 persone locali ed espatriate, ha celebrato i 50 anni più 1 di attività. Lo ha fatto alla presenza dell’ambasciatore italiano in Uganda Massimiliano Mazzanti, del vescovo di Piacenza monsignor Adriano Cevolotto e di quello emerito di Kotido padre Filippi, a testimonianza del forte legame della chiesa piacentina e di quella missionaria con l’esperienza di Africa Mission.

«La presenza italiana in Uganda – sottolinea l’ambasciatore – ha una storia molto lunga, iniziata con i missionari Comboniani a partire dai primi anni del Novecento fino ad oggi. Una presenza decisiva segnata da importanti presenze, come quella di padre Ambrosoli, del dottor Corti e di don Vittorione e Africa Mission che ancora oggi continua a coltivare e confermare tale amicizia con il popolo ugandese e in particolare quello karimojong». «Don Vittorio è come un seme che ha dato un grande albero piantato nel cuore del Karamoja - spiega monsignor Cevolotto - grande è il carisma che Dio ha voluto dare a Vittorione e che è arrivato fino a qui. Ringraziamo la gente del Karamoja che ci aiuta a ricordare l’essenza del Vangelo». Il presidente di Cooperazione e Sviluppo Carlo Antonello ricorda come «la scelta di don Vittorio di rimanere in Karamoja senza mai abbandonare questo territorio è stata vincente. Nella nostra azione siamo sempre stati ispirati alla chiesa voluta da Papa Francesco, quella del servizio e della vicinanza agli ultimi e ai poveri. Abbiamo costruito un saldo rapporto di amicizia tra noi e la popolazione locale».

Dopo i saluti delle autorità spazio alle testimonianze di chi ha conosciuto don Vittorione e la sua opera ma anche alle esibizioni di danza e di canto dei ragazzi del centro giovani. Durante la manifestazione è stato presentato anche il libro "Don Vittorione l'Africano" dall'autore, il giornalista Gianni Spartà, che si è unito alla delegazione di sostenitori giunta dall'Italia. Oggi la Ong piacentina, che continua l’opera di don Vittorio con tanti progetti nei vari settori tra cui quello dell’acqua, della formazione professionale, dell’educazione e dell’accoglienza profughi, ha festeggiato un importante traguardo ma da domani si riparte a fianco delle popolazioni locali per costruire, insieme, il futuro.

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