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«Al primo posto mettiamo la qualità della vita e la sostenibilità»

A Calendasco stoppate due iniziative: un insediamento logistico e nuovi capannoni. Il sindaco Zangrandi: «Non vogliamo trasformare le nostre frazioni nella periferia di una maxi area industriale»

Calendasco respinge al mittente, fermamente, una proposta di un nuovo insediamento logistico sul suo territorio, insieme ad un altro stop, relativo a nuovi capannoni industriali. «Il nostro comune – spiega il sindaco Filippo Zangrandi - ha bocciato la proposta di realizzare un polo logistico tra il sottopassaggio autostradale di Malpaga e il cavalcavia delle Torri, su un’area di 234mila metri quadrati grande come Malpaga, Castellazzo e Cotrebbia messi insieme, o come circa la metà della zona industriale di Ponte Trebbia. Sarebbero potuti sorgere due stabilimenti da 100mila metri. Un altro “no” è stato detto a nuovi capannoni nei campi daFilippo Zangrandi Casa Rossa al cavalcavia di Castellazzo, su un’area di 60 mila metri. In tutto quasi 300mila metri quadrati di territorio resteranno verdi, un’area pari a circa 43 campi da calcio. Si è stabilito, anche per il futuro, il principio che  la zona industriale non si potrà espandere oltre l'autostrada, verso gli abitati».

Zangrandi ringrazia la sua maggioranza. «Senza il loro voto compatto e privo di tentennamenti, questo risultato non sarebbe stato possibile». «Con determinazione, tutti – nessuno escluso – per oltre un anno hanno lavorato al mio fianco, superando anche le legittime incertezze e i timori che una decisione così rilevante necessariamente porta con sé. Abbiamo operato insieme tenendo come unica bussola il bene comune e mi sento assolutamente in dovere di darne atto a ciascuno di loro: Federica Borghi, Gianfranco Brachino, Giulia Malchiodi, Antonino Tutino, Davide Cugini, Cristina Fagnoni e Giorgio Zucca. Al loro voto, si è unito quello del consigliere di minoranza Angelo Prazzoli (unico rappresentante dell’opposizione presente alla discussione) e questo mi fa piacere».

Il sindaco ha spiegato le ragioni della scelta, «la più importante e impegnativa assunta da quando sono sindaco». «Abbiamo deciso di mettere al primo posto la qualità della vita e la sostenibilità ambientale. È quello che anche la nuova Legge urbanistica della Regione ci chiede di fare. E’ la visione che abbiamo per il futuro. Il territorio vale più di qualsiasi somma, anche degli oneri di urbanizzazione che sarebbero entrati nella casse del Comune». «Non volevamo trasformare – aggiunge - le nostre frazioni nella periferia di una maxi area industriale, con tutto quanto ne sarebbe derivato a partire dal consumo e dall'impermeabilizzazione del suolo, dal peggioramento della qualità dell’aria, dalle conseguenze per la viabilità e la vivibilità dei luoghi il suolo è un valore assoluto».

Una volta "consumato", secondo Zangrandi, è perso per sempre. «Calendasco ha fatto una scelta contro il consumo di suolo e per un suo utilizzo sostenibile. Una scelta possibile solo grazie alla nuova legge regionale urbanistica. Dopo la pandemia serve ripartire in modo diverso, all’insegna degli obiettivi di sostenibilità dell’Agenda 2030 dell'Onu. Abbiamo deciso di tradurre questa convinzione in una decisione concerta. Non conta quanto sia grande un comune o quale sia il suo “peso” politico. Calendasco è piccolo, ma ha fatto valere la sua autonomia nella gestione del territorio. Questa autonomia è il vero potere che gli Amministratori locali hanno nelle loro mani».

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