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All'Isii Marconi ripartono gli stage lavorativi all’estero

Un progetto per il periodo 2021-2027 che consentirà all’ISII Marconi (scuola accreditata presso INAPP) di far partecipare i propri studenti delle classi terminali ad esperienze di mobilità per stage lavorativi all’estero

La voglia di ripartire anche con gli stage: è quanto sta accadendo all’ISII Marconi di Piacenza col progetto Erasmus Plus KA121-Vet relativo al settore dell’istruzione e formazione tecnico-professionale, gestito dall’Agenzia Nazionale Erasmus INAPP. Questo progetto coprirà il periodo 2021-2027 e consentirà all’ISII Marconi (scuola accreditata presso INAPP) di far partecipare i propri studenti delle classi terminali ad esperienze di mobilità per stage lavorativi all’estero, in diversi Paesi dell’Unione Europea. I primi 13 allievi delle classi quinte degli indirizzi Elettrotecnica ed Automazione, Informatica e Meccanica sono rientrati da pochi giorni dalla Germania, dopo uno stage di 3 settimane, mentre un altro gruppo di ragazzi delle quarte degli stessi indirizzi partirà il prossimo 08 maggio per svolgere attività di PCTO per quattro settimane in aziende tedesche di Berlino e Lipsia (le aziende sono state individuate in collaborazione con ITKAM (Camera di Commercio italiana per la Germania).  

Ecco l’elenco degli studenti che hanno partecipato alla mobilità:

- Meccanici

1. POLITI NICHOLAS Classe 5 O

2. OLTOLINI MICHELE Classe  5 M

3. CESURA AMEDEO Classe  5 O

4. MAZZOLI FRANCESCO Classe  5 O

5. MANSTRETTA MICHELE Classe 5 O

- Elettrici/ Elettronici

1. OLTOLINI MARCO Classe 5 C

2. MASERATI GIULIO Classe 5 D

3. FIORANI THOMAS Classe 5 B

- Informatici

1. KOMISARJEVSKY LUCA  Classe 5 H

2. GUARAGNI GABRIELE Classe 5 F

3. PRATI ALESSANDRO Classe 5 F

4. ESSIEN FAVOUR FRANCIS Classe 5 F

5. ELSHERBINI MOHAMED Classe 5 F

Riportiamo brevemente il resoconto di questa bella esperienza, leggendo le parole che alcuni studenti di V F informatica, V M meccanica e V D elettronica hanno riportato alla redazione del nostro giornale d’Istituto (Hell -prof. Proiti Giuseppe)  

Come si svolgeva la vostra giornata-tipo?

Alessandro Frasconi – Mohamed El Sherbini (V F informatica): noi due abbiamo svolto lo stage presso la PROLAN SOLUTIONS GMBH di Berlino. Al mattino ci svegliavamo alle 7.00 e, dopo aver fatto colazione giù al bar dell’ostello che ci ha ospitati, arrivavamo con la metro in ufficio: qui il nostro tutor Sebastian Muller ci attendeva per assegnarci i compiti da svolgere entro la giornata (i tasks) e il più delle volte consistevano nel realizzare dei widget, ovvero dei piccoli siti web che mostrano determinate informazioni, quali ad esempio il meteo, gli aggiornamenti sul covid-19, i risultati sportivi, ricavando i dati da servizi esterni. Questi andavano poi inseriti all’interno del software “Elvision 5”, il vero cavallo di battaglia dell’azienda: si tratta di un programma che permette al cliente di impostare una serie di widgets, immagini e video da mostrare su precisi schermi pubblici. Alle 14.00 iniziava la nostra pausa pranzo che solitamente consumavamo o fuori dall’ufficio o al suo interno, dato che era presente un piccolo cucinotto: a volte abbiamo pranzato a base di pesce fritto anche col nostro tutor Sebastian. Usciti dall’azienda intorno alle 16.00, approfittavamo per visitare i luoghi più famosi della città: abbiamo visto la Porta di Brandeburgo, il memoriale degli Ebrei, il Reichstag Building, la TV Tower ad Alexanderplatz, lo Zoologischer Garten, il bacio del West Side Gallery, il Checkpoint Charlie, i musei della Comunicazione e delle Spie Tedesche.

Una delle più grandi sfide è stata quella del cibo, dato che non abbiamo molto familiarizzato col cibo tedesco: il nostro “piano B” consisteva nel ritrovarci spesso a mangiare presso vari fast-food come Burger King, KFC, Five Guys e MC Donald’s; in altre occasioni, invece, abbiamo avuto modo di provare sia alcuni ristoranti di carne tedesca (da provare assolutamente), sia alcuni  ristoranti italiani dove ci hanno servito la cosiddetta carbonara “tedesca”, con prosciutto o speck al posto del guanciale (un vero oltraggio per un italiano!).

Alessandro Prati (V F informatica): ho svolto lo stage in Port Zero GmbH, la cui sede è a Berlino.

I miei orari andavano dalle 8:00 alle 16:30 con una pausa di 30 minuti alle 13:00. Giunto in ufficio, se mi erano già state assegnate delle mansioni, iniziavo lavorando su quest’ultime altrimenti mi consultavo con la tutor aziendale che provvedeva ad assegnarmene di nuove. Ogni giorno, intorno alle 10.00, si teneva un incontro di allineamento con gli altri membri del team, comunicando quanto svolto il giorno prima e quanto si sarebbe dovuto svolgere in quella giornata. In quest’ azienda mi sono occupato principalmente di programmazione di applicativi lato server, come ad esempio un programma per controllare lo stato di attività dei servizi interni dell’azienda o un playbook in ansible per collezionare informazioni sui server aziendali.

Gabriele Guaragni (V F informatica): ho svolto le tre settimane di stage alla Frachtwerk, azienda informatica con sede nel cuore di Berlino (5 minuti da Alexanderplatz). La mia giornata iniziava alle 7:00: dopo una breve colazione in ostello, raggiungevo con i mezzi pubblici l’ufficio dell’azienda per iniziare a lavorare alle 8:00. Il mio tutor, nonché capo dell’azienda, mi assegnava dei programmi da svolgere e, se avevo dubbi o domande, potevo fare direttamente riferimento a lui che è stato sempre gentile e disponibile. La giornata lavorativa si concludeva alle 16.00 e, uscito dall’azienda, visitavo la città.  

Michele Oltolini (V M meccanica):  durante le tre settimane trascorse a Berlino, ho svolto le mie ore di stage nell’azienda “Stelu Maschinenbau”, situata nella periferia di Berlino (Lengeder Str.) ma comunque ben collegata al centro città grazie a una rete di mezzi pubblici molto efficiente. La giornata lavorativa iniziava con la sveglia alle 7.00, poi una colazione veloce in compagnia degli altri studenti, quindi la partenza per il posto di lavoro insieme a un compagno assegnato alla mia stessa azienda; il tragitto durava all’incirca 30 minuti per iniziare a lavorare alle 8.00 in punto. L’azienda a cui siamo stati assegnati è una piccola officina meccanica che presenta principalmente cinque frese CNC e pochi altri macchinari per il taglio e la finitura dei pezzi metallici.  I nostri compiti variavano dal montaggio dei pezzi in macchina allo scarico dei camion, alle consegne dei pezzi finiti e al taglio delle barre di acciaio e alluminio. Alle 12.00 iniziava la pausa pranzo che proseguiva fino alle 12.30, mentre la giornata lavorativa si concludeva alle 16.30. Al termine di ogni giornata ci toccava pulire e riordinare l’officina.

Giulio Maserati (V D elettronica): l’azienda in cui ho svolto lo stage è stata la “Kubannek Gmbh”di Berlino, più precisamente a Gartenfelder Str. 31, 13599. La mia giornata lavorativa iniziava tra le 8.00 e le 9.00: arrivati sul posto di lavoro, ci venivano assegnati svariati compiti da completare entro fine giornata. Le mansioni di cui mi sono occupato hanno coperto vari ambiti, dall’elettrotecnica alla meccanica perché l’azienda presso cui ho lavorato produce principalmente dei prototipi e dunque è necessaria una conoscenza di tutti gli ambiti tecnici. L’orario di lavoro si concludeva intorno alle 17.00 e, attraverso i mezzi pubblici, rientravo in ostello.

Consigliereste quest’esperienza ad altri studenti?

Mohamed El Sherbini: assolutamente sì perché ti permette di imparare molte cose in ambito lavorativo e di essere autosufficiente sotto tanti aspetti; ho imparato molto a livello aziendale e lavorativo ed i nostri tutor si sono dimostrati sempre molto attenti e disponibili. All’inizio avevo un po’ di paura perché non conoscevo bene la lingua inglese ma ora sono contento perché sono cresciuto anche sotto questo aspetto. Da ultimo, ho fatto amicizia con gli altri studenti del nostro istituto e con alcuni di loro continueremo a sentirci anche dopo la maturità. 

Alessandro Frasconi: anch’io inizialmente ero un po’ titubante nell’affrontare questo viaggio per via della conoscenza della lingua inglese ma devo dire che poi sono riuscito perfettamente a comprendere e comunicare e non ho avuto grandi problemi. Questa esperienza mi è servita per “sbloccarmi” sotto tanti aspetti che a molti potrebbero sembrare banali ma che per me sono invece molto importanti: dovermi muovere, ad esempio, coi trasporti pubblici (il treno, il tram, la metro), dover gestire in modo autonomo il denaro, sapere cosa comprare da mangiare o come fare la spesa.    Oltre a questo, ho avuto la fortuna, come la maggior parte di noi, di trovarmi molto bene con tutti i miei compagni d’avventura: eravamo 13 ragazzi di indirizzi diversi, con passioni diverse e con diversi obiettivi ma siamo riusciti a mantenere l’allegria all’interno del gruppo dall’inizio alla fine del viaggio. Consiglio a chiunque ne abbia la possibilità di partecipare a questi progetti perché offrono a noi studenti un primo approccio col mondo lavorativo fuori dal nostro Paese e perché sono comunque esperienze di vita da ricordare con molto piacere per sempre.

Alessandro Prati: l’esperienza è stata decisamente positiva perché mi ha consentito di capire il funzionamento di un’azienda estera e la consiglierei a chiunque abbia la possibilità di parteciparvi.  

Gabriele Guaragni: sicuramente sì: ho imparato molto a livello lavorativo, ho migliorato il mio inglese e ho instaurato un bellissimo rapporto di amicizia non solo con tutti i compagni dell’ISII ma anche con tutti i colleghi di lavoro, anch'essi molto simpatici, gentili e sempre disponibili.

Michele Oltolini: nel suo complesso, posso dire che l’esperienza è stata sensazionale perché mi ha dato la possibilità di confrontarmi con una realtà nuova.; tutto questo è stato possibile anche grazie al bellissimo legame che si è creato con gli altri studenti che mi hanno accompagnato in questo viaggio. Per questo motivo, dunque, mi sento di consigliare a tutti i ragazzi che avranno la possibilità di partire di non sprecare quest’ occasione perché ne vale davvero la pena!

Giulio Maserati: l’esperienza è stata molto interessante e formativa, ho imparato ad utilizzare attrezzi che anche nella vita quotidiana potrebbero servirmi. Inoltre, ho migliorato la pronuncia della lingua inglese e soprattutto la fluidità nel parlare, quindi consiglierei a tutti gli studenti di vivere un’esperienza di questo genere.

Siete riusciti a mettere a frutto ciò che avete imparato a scuola?

Michele Oltolini: durante quest’esperienza lavorativa, ho avuto a che fare con argomenti già trattati a scuola a livello teorico e non ho fatto altro che metterli in pratica: mi riferisco, ad esempio, alla banale lettura di un disegno o alla realizzazione corretta delle tolleranze dimensionali di alcuni pezzi meccanici.

Giulio Maserati: nel mio caso, molti dei compiti assegnati non rispecchiavano gli insegnamenti teorici appresi a scuola ma questo mi è servito proprio per capire se il mio indirizzo di studi è adatto alle mie future esigenze lavorative. Sono molto contento perché mi sono messo alla prova e ho capito molte cose su di me e soprattutto su ciò che vorrò fare in futuro.

Marco Oltolini (V C elettronica)

La mia esperienza di stage a Berlino si è conclusa da pochi giorni e probabilmente in me non è ancora maturata del tutto la consapevolezza di ciò che io e i miei compagni abbiamo vissuto veramente in quelle tre settimane trascorse all’estero. Forse è esagerato dire che un’avventura così ti cambia un po’ la vita ma sono sicuro che tanti di noi sono tornati a Piacenza decisamente arricchiti da ciò che è stato vissuto. Credo, infatti, che sia di grande importanza “sperimentare” il mondo alla nostra età, un’età in cui, tra le altre cose, siamo anche chiamati a fare scelte decisive per il nostro futuro e credo, perciò, che questa esperienza mi abbia dato principalmente degli strumenti in più per farle al meglio. Abbiamo dovuto imparare velocemente a orientarci in una grande città a noi sconosciuta, a parlare sempre in inglese con le altre persone e spesso a risolvere autonomamente situazioni, a volte anche difficili. Per quanto mi riguarda, ho lavorato tre settimane con persone che non parlavano nemmeno l’inglese ma solo il tedesco e ciò ha reso molto complicato il poter interagire con loro. Tutto questo, però, compresi i momenti di difficoltà, ha trasformato la mia esperienza in una grande occasione per maturare sotto vari aspetti e sono tanto grato a coloro che mi hanno permesso di viverla. Non da ultimo voglio ricordare che, oltre ad aver lavorato, ci siamo anche divertiti molto: dopo pochi giorni dalla partenza, il gruppo di studenti è diventato un solido gruppo di amici e questa amicizia forte ci ha accompagnato per tutta la permanenza a Berlino. Condividere tutto quel tempo insieme agli altri, infatti, ci ha portati persino ad autodefinirci “Fratelli di Berlino”, ovviamente in modo scherzoso ma anche molto significativo!

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