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Alla Dante vita, opere, pensiero e vicende rilevanti del sommo poeta

Una “biografia express” del professor Giuseppe Dossena per la Dante Alighieri

Con Dante Alighieri, figura centrale per tutta la letteratura europea, prende origine la tradizione letteraria italiana. La sua produzione è multiforme: poetica, letteraria, di impegno civile; sperimenta le più disparate tecniche, temi e stili. Scrive opere in volgare ed anche in latino. La scelta della lingua varia anche in base ai destinatari delle sue opere, quindi scrive in volgare quando l’opera è per un pubblico più esteso ed in latino per i dotti, gli accademici. La scelta linguistica del volgare è perseguita e difesa da Dante con determinazione e fa di lui il padre della lingua e della letteratura italiana. Stranamente, però, della sua vita sappiamo davvero poco. Le tracce lasciate dal poeta nei documenti del suo tempo sono esigue. Le notizie tramandate dai primi biografi intrecciano ai ricordi autentici molte fioriture leggendarie. Difficile impresa quindi “costruire” una sua biografia attraverso i riferimenti personali, più o meno espliciti, che traspaiono  dalle sue opere e ancora più arduo raccontarne la vita parlando  “a braccio”.  L’obiettivo è riuscito allo studioso Giuseppe Dossena, già docente del Liceo classico M. Gioia, che per circa cento minuti ha polarizzato l’attenzione della affollata platea (in assetto anti covid-19), nel recente incontro organizzato dal Comitato piacentino della Società Dante Alighieri sul tema L“Uomo-Dante”: da Firenze ai luoghi dell’esilio.

La colta esposizione di Dossena ha raccontato la vita del Sommo Poeta intrecciando dati biografici (nascita Firenze 1265), la formazione, il matrimonio e la famiglia, le opere, le cantiche della “Divina” i riferimenti alle vicende sociali e politiche del tempo suo e pregresso, Il Governo, gli ordinamenti di giustizia, Guelfi bianchi e Guelfi neri, Dante priore, l’ambasceria a Roma e la condanna, le ragioni del trasferimento da Verona a Ravenna dove muore nel 1321. Nella “biografia express, ma ben articolata” di Dossena hanno trovato posto anche approfondimenti sulle cantiche della Divina commedia e in particolate sulla figura di Beatrice  che ha indubbiamente rivestito un ruolo pressoché esistenziale per Dante, che di lei si sarebbe innamorato fin da ragazzo. Pur ritenuto da taluni che la giovane non sia mai esistita, si parla tuttavia di una Bice di Folco Portinari, famiglia ricchissima fiorentina, Ma tale Bice andò sposa altrui. Beatrice ha finito poi, nella visione poetica di Dante, per divenire una “figura spiritualizzata”, una “donna-angelo”, espressione di un amore forse più immaginato e sognato, il quale non ebbe il tempo di tradursi in passione. Una donna comunque, nel cui nome ben anche Dante ha lasciato la propria impronta su quel “Dolce Stil Novo”del tempo, che ha concepito la “donna” secondo canoni idealizzati e di enfasi spirituale.


Dante morì di malaria il 14 settembre 2021, tornando da un’ambasceria da Venezia, ove si era recato per conto di Guido da Polenta, il Signore di Ravenna presso la cui Corte era affettuosamente ospitato in quello che sarebbe risultato poi l’ultimo periodo di esilio e di vita. La sua prima sepoltura avvenne nella Chiesa di San Pier Maggiore (poi intitolata a San Francesco), in un’urna di marmo, e con solenni onori funebri; verso la fine del XV secolo si ebbe la sensibilità di dedicare al poeta un grande monumento ad ornamento del sepolcro. Ma poi, sotto il governo dello Stato Pontificio nel XVI secolo, la cura di quanto eretto fu trascurata tanto, da far cadere in rovina la tomba. Solo nel 1780 nacque l’attuale tempietto nelle vicinanze della Chiesa francescana. Ma una serie di vicende non lasciarono in pace la salma ivi traslata. Firenze la pretendeva sostenendo la “fiorentinità” del poeta;  Ravenna non la cedeva sostenendo l’avvenuta morte di Dante nella città romagnola, evidenziano inoltre il dispregio con cui Firenze aveva trattato, in vita, Dante. Per evitare trafugamenti, le spoglie furono nascoste in un luogo segreto, a propria volta mutato in periodo napoleonico di soppressione degli Ordini Religiosi. Ad Unità d’Italia avvenuta, la casuale scoperta in una porta murata, in corso di opere murarie nell’Oratorio in cui la salma era stata nascosta, della cassetta contenente le ossa del Poeta, determinò la ricomposizione della salma, e il suo ritorno nel Tempietto  ove tutt’oggi si trova sotto un piccolo altare. Una vita indubbiamente travagliata, quella di Dante – ha commentato il presidente della Dante piacentina Roberto Laurenzano -  a cui merito va una condotta politica di forte e coerente rispetto di valori praticati, ovviamente da correlarsi ai tempi da lui vissuti, ed una forte avversione alle ingerenze ambiziose e di Potere politico da parte di ecclesiastici e Papi.

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