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Lo studio promosso dalla Regione

Allattamento e pandemia, un questionario per raccogliere l’esperienza dei neogenitori

Obiettivo dell’indagine - anonima e online - è conoscere il loro parere sull’assistenza e sul supporto ricevuti durante il puerperio e nei primi mesi di vita del neonato

«Hai partorito durante l’emergenza da Covid-19? Come è stata la tua esperienza?». Sono alcune delle domande a cui vuole dare risposta lo studio qualitativo promosso dalla Regione Emilia-Romagna, per capire come le neo-mamme (e i neo-papà) abbiano vissuto l’esperienza di diventare genitori, di come abbiano reagito alle restrizioni associate all’emergenza sanitaria e come queste abbiano influito sulle loro scelte di accudimento dei neonati. In particolare, riguardo all’allattamento completo a tre e cinque mesi durante la pandemia Covid. È il progetto “Allatta-Co-RER: l’allattamento durante la pandemia Covid in Emilia-Romagna”, rivolto ai genitori italiani e stranieri di bambine e bambini di età compresa tra 0 e 3 anni, per raccogliere – attraverso questionari on-line anonimi e disponibili in lingua italiana, inglese e francese - l’opinione dei neo-genitori rispetto all’assistenza e al supporto ricevuti durante il puerperio e nei primi mesi di vita del neonato.

Lo studio, avviato a giugno 2021, punta anche a raccogliere le informazioni sulle dinamiche attivate con l’arrivo di un bambino, dalle singole donne, dalle famiglie, dalle comunità e dai servizi sanitari, sociosanitari e educativi, per migliorare ulteriormente il percorso assistenziale offerto dal servizio sanitario regionale. I questionari sono stati elaborati sulla base degli spunti raccolti nella prima fase dell’indagine che ha previsto la realizzazione, nel periodo giugno-settembre 2021, di una serie di incontri on-line (focus group/world cafè) con madri, padri, professionisti della sanità, del sociale e associazioni di volontariato. Agli incontri hanno partecipato circa 60 genitori e un centinaio di persone tra professioniste della sanità, sociale sanitario e volontarie di diverse associazioni. Per quanto riguarda l’adesione alla ricerca tramite questionario, a solo due settimane dall’avvio, sono già oltre 500 le persone che hanno scelto di rispondere; la raccolta si protrarrà per tutto il mese di marzo.

L’allattamento - La Regione Emilia-Romagna da anni sostiene l'allattamento come pratica di salute e facilitazione della relazione affettiva tra mamma e bambino, ed è anche tra le poche regioni in Italia a rilevare sistematicamente la prevalenza di allattamento materno, con indagini condotte al momento della vaccinazione.  Il monitoraggio annuale dei dati allattamento (studio di prevalenza) ha come obiettivo di rilevare il numero di donne residenti in Emilia-Romagna che allattano i loro figli a 3 e 5 mesi. L’ultimo report pubblicato è quello con i dati 2020.

I dati in Emilia-Romagna nel 2020 - In Emilia-Romagna la pandemia da Covid-19 non ha avuto un evidente impatto sui tassi di allattamento, che sono rimasti stabili, come media regionale, come evidenzia il Rapporto annuale sulla prevalenza dell’allattamento in Emilia-Romagna. I dati raccolti, relativi a 36.825 bambini e bambine, mostrano che nel 2020 l’allattamento completo, senza aggiunta di latte artificiale, è stato praticato dal 57% delle donne a tre mesi dal parto (stabile rispetto al 2019) e dal 47% a cinque mesi (in miglioramento rispetto al 2019). Tuttavia, nelle classi più vulnerabili si sono osservate lievi flessioni che riguardano i tassi di allattamento a 5 mesi (circa 2 punti percentuali in meno.

«La promozione dell’allattamento è una priorità di salute pubblica - sottolinea l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini - perché è il modo naturale di alimentare i bambini ed è l’inizio ideale per la vita. Ma è anche il miglior modo di assicurare uno sviluppo armonioso del rapporto tra la madre e il piccolo, con il coinvolgimento del padre, e garantire un impatto positivo sulla salute di donne e bambini. Da anni la Regione sostiene le donne e le famiglie in questo momento così delicato del percorso nascita, reso ancor più problematico a causa dell’emergenza Covid». «La ricerca che abbiamo avviato - chiude l’assessore - si inserisce in questo programma con il preciso obiettivo di dar voce alle madri e alle famiglie, e a chi è protagonista dei percorsi di assistenza e cura per indagare quali siano i meccanismi di funzionamento su cui si può intervenire, migliorando l’offerta dei servizi».

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