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Anche i cammini come la via Francigena possono ambire al Recovery Fund

La commissione cultura del Senato ha ascoltato le associazioni dei cammini movimento lento su progetti, programmi e idee per il recovery fund europeo. Tra i protagonisti l’associazione “Tratta Piacenza”

Turismo lento. Cammini ed escursioni. Transizione ecoambientale? Un fenomeno in crescita con la pandemia? Turismo e vacanza prossimale come alternativa. Convivialità a portata di tutti. Toccare con mano la biodiversità. Formazione e istruzione per i giovanissimi. Questi gli argomenti rappresentati dalle associazioni dei cammini e movimento lento alla commissione cultura del Senato del governo Draghi.

Il recovery fund europeo ha aperto strade, progetti, programmi e idee. Tutti lanciati alla ricerca e stesura di idee-proposte. Il next generation UE è diventato lo strumento economico finanziario che può sostenere e realizzare progetti. TransizioneFormella Duomo colonna navata-2 ecoambientale, transizione digitale, transizione biodiversità e transizione economica dei sostegni e supporti alle imprese e alle strutture private sul territorio italiano diventano veicoli fondamentali di raccordo fra innovazione/riforme anche vitali richieste dall’UE come “sinequanon” e l’assegnazione di fondi europei su progetti che abbiano una valenza strutturale, infrastrutturale e duratura.

Niente di occasionale, niente di assistenziale, niente di approssimativo. Il Senato italiano stesso, attraverso le diverse commissioni e sottocommissioni parlamentari, ha attivato diversi contatti e incontri con esperti e figure nazionali “apportatori” di idee progettuali. La commissione istruzione e cultura del Senato ha attivato diversi incontri, fra cui quello con Alberto Conte presidente della associazione  “Aps Movimento Lento” con sede fra Biella-Vercelli. La recente audizione in videoconferenza su promozione di cammini interregionali e itinerari culturali alla presenza di Riccardo Nencini presidente, ha visto gli interventi di rappresentanti dell'Associazione italiana Via Romea Germanica, di Sviluppumbria, della Rete Cammini del Sud, dell'Associazione movimento lento, degli Amici del Cammino di Sant'Agostino. Fra questi anche l’importanza dei cammini di fede, di etica e di storia che ancora oggi caratterizzano l’Italia rispetto ad altri paesi europei come sostiene il Comitato “Tratta-Piacenza” lungo il tragitto della Via Francigena Italia, attualmente candidata ufficiale al riconoscimento come Patrimonio Unesco. 

Il recovery fund può rappresentare una occasione per “inserire” i cammini italiani (turistici, culturali, storici, religiosi) in programmi-progetti che utilizzano i fondi europei dentro un capitolo anche più ampio come la transizione ecoambientale e la transizione agroalimentare prevista dalla nuova Pac o PorFers 2021-2027. La 7a commissione cultura del Senato sta preparando un documento di indirizzo per il governo sul tema dei cammini interregionali. Sono state formulate, dieci azioni di base.  Alcune riguardano il modello “organizzativo e logistico” che abbisogna di un coordinamento unico nazionale che unisca anche le attività regionali e limiti individualismi e autoreferenzialità di cui l’Italia è spesso stracolma e che rallentano e burocratizzano ogni progetto. Una cabina di regia, come si dice, di carattere tecnico e strategico anche di captazione fondi europei e nazionali, super partes che sia anche un osservatorio dei flussi. Di conseguenza la creazione di un “modello turistico” uniforme e sostenuto per attrarre interesse e fornire servizi diversificati lungo lo stesso tragitto; questo nell’ottica di migliorare i cammini stessi, cosa e come finanziare interventi multifunzionali. Un altro aspetto è la formazione e istruzione di tutti gli addetti ai lavori sia fra gli enti pubblici che fra i fornitori privati, quindi avere a disposizione una struttura che certifichi la sicurezza e la qualità dei cammini e dei servizi lungo il percorso grazie anche a chi è un presidio e/o un proprietario del bene “strada” fruita. La gestione e manutenzione dei cammini diventa un aspetto di qualificazione e validazione prioritario per enti pubblici locali, enti e soggetti privati, compreso una più attenta, continua e dedicata tabellatura e segnaletica per i pedoni, per i ciclisti e anche per chi è a cavallo. I “fondi” statali e regionali devono prevedere i costi di manutenzione soprattutto per le tratte più critiche. Importante che nel progetto generale, e in quelli più settoriali e interregionali, rientrino anche tutti gli strumenti cartacei e digitali utili per conoscere e diffondere i vari percorsi dei cammini con indicati i servizi alla persona, paesaggi e punti cultura del territorio, biodiversità e multidiscipline delle aree “monticolli” più difficili, accessibilità con ogni supporto telematico tramite celle di contatto.     francigena-2       

Quello che principalmente sta a cuore a tutte le associazioni private è il riconoscimento nazionale, statale e regionale della “pubblica utilità servizio valorizzazione accesso” dei cammini ufficiali in modo da garantire anche i proprietari dei terreni privati. Infine è indispensabile un approccio comunicativo e propositivo “internazionale” della materia cammini italiani in quanto attrazione importante collegato a tutto un sistema di luoghi e città d’arte, borghi e paesaggi culturali, ambiente e produzioni tipiche enogastronomiche, musei all’aperto e al chiuso.

Più che di uffici pubblici fissi statici regolati da orari d’ufficio, occorrono travel seller itineranti, informatori all’estero, guide escursionistiche certe e abilitate, guide in base alla tipologia di utenza e  una grande attività via digital web. Una sola App per tipologia di cammino con le diverse varianti, accessi, ingressi anche parziali sui tragitti lunghi e i servizi viario e di trasporto in emergenza, ovviamente in base alla modalità e mezzo di fruizione.

La cartellonistica Cai non è sufficiente, ne va prevista una in sintonia con i dettami comunitari, valida per strade pubbliche e private, la stessa segnaletica per colori e formati per dare unità e uniformità. Infine – altro tema che sta molto a cuore al Comitato Tratta-Piacenza, l’importanza di scegliere, creare, aprire strutture ricettive, di accoglienza e ospitalità, aree sosta, aree attrezzate di tipo e composizione diversa, simbolicamente individuabili, lungo lo stesso percorso in una logica di “accompagnamento” più che di discontinuità o di occasionalità, per consentire una scelta programmata, sostenibile, conveniente per ogni pellegrino-turista.   

Tratta Piacenza, la via maestra della Francigena

Tratta Piacenza nasce per sostenere la candidatura Unesco, per dare una “identità e identificazione” tematica al passaggio per Piacenza della “viamaestra” della Francigena, per risolvere alcune criticità pratiche di percorso dettato dalla pericolosità della Via Emilia, per trovare varianti condivise con tutti i 9 Comuni piacentini coinvolti, per sostenere la centralità piacentina come “crocevia economico, religioso e di pellegrini” di diversi itinerari e cammini storici culturali che convergono sulla “viamaestra”. Tre tappe di 80 km totali compongono la “Tratta Piacenza”. Il comitato è nato anche come supporto “scientifico, culturale, morale” dell’AEVF, ma non commerciale, dei tutte le associazioni, enti, fondazioni, strutture singole imprenditoriali e privatistiche interessate a un turismo di territorio, di distretto, di paesaggio, di ambiente. Già 30 figure locali, comuni e enti istituzionali hanno dato manifestazione di interesse alla funzione di valorizzazione strategica del comitato, così ha detto Giampietro Comolli presidente del comitato piacentino.  

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