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Anche Podenzano ha celebrato la Festa di Liberazione

Dopo due anni di pandemia sono tornate le celebrazioni. Il sindaco Piva ha consegnato come da tradizione la Costituzione ai 18enni del paese

Anche a Podenzano, davanti al monumento dedicato ai caduti della guerra, è stata celebrata la Festa di Liberazione in occasione del 25 aprile. Il sindaco Alessandro Piva ha commemorato i caduti, consegnando come da tradizione ai 18enni la Costituzione. 

IL DISCORSO DEL SINDACO PIVA

Buongiorno e benvenuti a tutti i presenti.

A nome dell’Amministrazione Comunale che rappresento e mio personale rivolgo il più affettuoso saluto e ringraziamento alle Autorità Civili, Militari e Religiose, e a tutti voi convenuti qui oggi numerosi per commemorare questo 77 anniversario della liberazione del nostro paese dall’occupazione nazifascista. Dopo due anni in cui abbiamo dovuto celebrare questa ricorrenza in forma ristretta oggi torniamo a celebrarla in presenza.

Un saluto ed un ringraziamento particolare ai giovani 18enni, che con la loro presenza ci fanno capire che questo momento commemorativo è ancora un momento vivo e sentito anche da chi come molti di noi non ha vissuto quei tragici momenti.

Un grazie di cuore agli amici del gruppo Alpini di Podenzano e al loro capogruppo Giovanni Carini che come tutti gli anni hanno lavorato per la riuscita di questa commemorazione.

In questo giorno importante vengono compiuti alcuni gesti molto significativi deponendo 2 corone di alloro:

  • una al monumento in ricordo dei Podenzanesi caduti in Guerra e nella resistenza davanti al municipio;
  • una, qua davanti al monumento delle penne mozze che ricorda gli alpini che ci hanno lasciato;

ritengo però, altrettanto significativa la scelta di commemorare il 25 aprile in questo luogo in questa Piazza dedicata ai Martiri dei Guselli.

Passo dei Guselli, per molti un semplice passo del nostro appennino, ma purtroppo su questo passo, a 917 metri di altitudine, a cavallo tra la val Nure e la val d'Arda, si consumò uno degli eccidi più drammatici della Resistenza piacentina.

Il 4 dicembre 1944, un'autocolonna di 60 partigiani proveniente da Morfasso della Divisione garibaldina “V. Bersani”, che si dirigeva sul passo ritenendolo libero, veniva sorpresa e mitragliata da una colonna tedesca che consolidava la presenza nella zona destra del Nure.

L’epilogo è tragico: 44 caduti, 8 arrestati, 3 partigiani inviati in Campo di concentramento. Tra i morti una delle più combattive partigiane delle nostre formazioni: la maestra Luisa Calzetta.

Tragico questo epilogo come tragico è stato tutto quel periodo, perché quando un popolo si spezza ed arriva ad odiarsi vicendevolmente fino alla morte come è successo allora non si può parlare altro che di tragedia.

Tragedia è anche ciò che si sta verificando a qualche centinaio di km da noi, in Ucraina, dove l’esercito ucraino e i partigiani ucraini stanno cercando di difendere la loro terra e la loro libertà. Dopo 70 anni di pace in europa, mai avremmo immaginato di trovarci con una guerra a pochi km da noi. Una guerra assurda, come tutte le guerre, una guerra senza motivo, nella quale ne fanno le spese civili e bambini. Una guerra fratricida come quella che ha interessato il nostro paese.

Oggi non è previsto alcun intervento di oratori ufficiali, e pur non essendo né un oratore né tanto meno un politico, mi prendo l’onere, l’onore e la responsabilità di intervenire personalmente partendo dalle parole pronunciate dal nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante la commemorazione dello scorso anno: “la storia non si riscrive”.

Vorrei fare alcune brevi considerazioni: la storia è storia, non può e non deve essere dimenticata, offuscata, distorta o modificata.

Qualcuno sostiene che il 25 aprile invece di essere una festa di unità nazionale è una festa divisiva e faziosa perché si ricorda una sola fazione di quel periodo, perché non si rende omaggio anche ai morti che hanno combattuto dall’altra parte. Non sono d’accordo! Per me non è una festa, è una commemorazione per non dimenticare, che, indipendentemente dai colori politici, tutti i cittadini dovrebbero ricordare, perchè è terminato uno dei periodi più bui della nostra storia.

E’ vero si ricordano i partigiani che hanno combattuto per la libertà e non i fascisti che hanno combattuto per opprimerla. Come sempre in un conflitto, in uno scontro c’è chi sta dalla parte del giusto e chi dalla parte sbagliata.

Cari ragazzi, dopo quel periodo, la nostra nazione ha attraversato altri periodi bui, gli anni 70 del terrorismo e delle stragi compiute dalle Brigate Rosse e dagli estremisti di destra con il sequestro Moro, le stragi di Piazza Fontana a Milano e della stazione di Bologna, gli anni della mafia e delle stragi di Capaci e via D’Amelio, ed anche in quei momenti c’è stato chi ha lottato e ha donato la vita per la nostra libertà.

Secondo voi oggi è giusto ricordare e commemorare i terroristi e i mafiosi o chi ha combattuto e perso la vita per difendere i valori della nostra repubblica? Ricordiamo e commemoriamo Aldo Moro e la sua scorta, i Giudici Falcone e Borsellino con relative scorte, il Generale Dalla Chiesa o i terroristi delle Brigate Rosse,  i terroristi e i mafiosi che li hanno uccisi?

Secondo voi in Ucraina commemoreranno i partigiani ucraini morti per la libertà del loro paese, o i soldati russi mandati a trucidare un paese da un criminale di guerra?

Come lo scorso anno, oggi voglio ricordare e rendere onore a chi a costo della propria vita come i Podenzanesi FAGGIOLI FERRUCCIO, SOLARI PAOLO, BETA LUIGI, LOMBARDELLI ENZO, GENTILOTTI VINCENZO, PERINI LUCIANO, o come la maestra Luisa Calzetta, hanno lottato per liberare la nostra nazione. Tra loro c’erano tanti giovani come voi. Anche se quei momenti possono sembrare lontani, non possiamo e non dobbiamo dimenticarli, ci devono essere di esempio, ci devono ricordare in ogni momento che qualcuno è morto per questi ideali di libertà, per i nostri diritti e per una giustizia sociale.

In questa commemorazione ricordiamo la fine di quella tragedia ma anche l’inizio di un modo nuovo di rapportarsi tra diverse ideologie politiche, l’inizio degli anni della “bella e vera politica”, quella fatta di confronti serrati e non di lotte armate, ma nemmeno di scontri e insulti continui, quella fatta di tante concessioni reciproche e non di contrapposizioni pretestuose e strumentali, quella che ha portato al compromesso storico padre della nostra costituzione. Una delle Costituzioni più belle al mondo proprio perché frutto del confronto e della sintesi di tante ideologie diverse.

Per questo da qualche anno l’Amministrazione Comunale ha deciso di fare dono di una copia della nostra costituzione ai giovani 18enni proprio in quest’occasione. Perché, se davvero volete lottare per un mondo migliore possiate, con questo strumento, avere le basi per essere pronti.

La versione consegnata quest’anno, oltre ad essere aggiornata con le modifiche di alcuni articoli, è stata personalizzata con una citazione di Piero Calamandrei padre costituente che ritengo molto appropriata per questa occasione:

“Dietro ogni articolo della Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa Carta”

Vi lascio con alcune raccomandazioni che spesso ripeto ai miei figli e che mi sento di lasciare anche a voi ragazzi:

  1. non dimenticate mai che qualcuno ha lottato per il mondo in cui viviamo;
  2. lavorate sempre per un mondo migliore e, se necessario, lottate;
  3. ricercate sempre la verità;
  4. usate la vostra testa;
  5. non lasciatevi rubare le vostre ricchezze: il sorriso e la speranza.

Ognuno di voi deve sentirsi chiamato a dare il proprio contributo di idee e di lavoro, e se in qualche caso non sarete ascoltati, non mollate, la storia ci ha insegnato che la rassegnazione porta all’oblio, mentre l’impegno, la dedizione, la perseveranza e l’apertura mentale garantiscono un futuro di speranza.

Il nostro futuro e la nostra speranza, siete Voi.  

Buon 25 aprile e viva l’Italia.

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