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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Anche un inno per la candidatura del corpo sanitario italiano al Nobel per la Pace

“E non chiamateci eroi”, composto da Bensi su testo di Massimo Cataldo che accompagnerà ogni iniziativa di presentazione di sostegno della candidatura

Il personale sanitario italiano è ufficialmente candidato al Premio Nobel per la Pace 2021 con la motivazione il personale sanitario italiano è stato il primo nel mondo occidentale a dover affrontare una gravissima emergenza sanitaria, nella quale ha ricorso ai possibili rimedi di medicina di guerra combattendo in trincea per salvare vite e spesso perdendo la loro. Come è noto la candidatura è stata lanciata a Piacenza dalla Fondazione Gorbačëv e dal Segretariato Permanente dei Premi Nobel con ampia condivisione istituzionale. Il percorso della proposta è stato illustrato in conferenza stampa dalla vice presidente della Provincia Paola Galvani: «Vogliamo tramutare il dolore in memoria e dimostrare la profonda gratitudine per un “esercito di pace”, costituito da figure professionali di grande umanità e professionalità, in prima linea del fronte, che ci ha protetto. Sono orgogliosa delle donne e degli uomini che di fronte a questa emergenza hanno saputo distinguersi»

Il musicista Matteo Bensi e la sua orchestra, saranno protagonisti il prossimo 24 settembre, di una serata concertistica nella “Sala degli Arazzi” dell’Opera Pia Alberoni. Evento nell’evento la presentazione dell’inno “E non chiamateci eroi”, composto da Bensi su testo di Massimo Cataldo che accompagnerà ogni iniziativa di presentazione-sostegno della candidatura:  «Sono orgoglioso - ha detto il cantante - di essere stato scelto a comporre l’inno: per la finalità dell’iniziativa, per riconoscenza al  corpo sanitario, che ha assistito anche la mia famiglia, e per il prestigio del luogo dove mi esibirò e per l’alto profilo degli artisti che saranno protagonisti del concerto». Durante la serata – che sarà trasmessa in streaming - saliranno sul palco il Coro Alpini Sezione di Piacenza, la violinista del Teatro la Scala di Milano Kaori Ogasawara, lo Spirit Gospel Choir di Piacenza, oltre ad altri ospiti, per un concerto, ha evidenziato Fausto Frontini, che vuole essere un inno alla gioia, alla vita e alla pace universale con  musica e canto quali strumenti di ricreazione dello spirito.

Moderati da Lorenzo Brasi della Fondazione Gorbačëv sono intervenuti Marzio Dallagiovanna, presidente della Fondazione Gorbačëv Italia e vicepresidente del Segretariato Permanente dei Premi Nobel per la Pace, il professore Marco Eugenio Di Giandomenico​ dell’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano e l’ARD&NT Institute, sottolineando lo stretto legame tra etica ed estetica e l’importanza della Fondazione Gorbachev e del Segretariato Permanente dei Premi Nobel per la Pace. A seguire hanno preso la parola Giorgio Braghieri, presidente dell’Opera Pia Alberoni che ospiterà la raffigurazione “Dal buio alla luce” del Maestro Franco Scepi, responsabile della cultura per la Fondazione Gorbačëvche ha tratteggiato l’insostituibile ruolo delle arti quali strumento di ricerca e di ricerca di pace.

Piacenza, sede della Fondazione Gorbachev e del Segretariato Permanente dei Premi Nobel per la Pace e definita Città Mondiale dei Costruttori di Pace in virtù di un accordo di promozione della cultura e dell’arte, prosegue quindi nella sua missione – sostenuta anche da Andrea Bocelli, tenore celebre in tutto il mondo - di tentare di portare al riconoscimento mondiale i medici e il personale sanitario italiano che hanno affrontato l’emergenza della pandemia. Il proponente firmatario della candidatura è il professor Mauro Paladini, mentre il testimonial dell’iniziativa è l’ematologo-oncologo Luigi Cavanna.

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