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Anno scolastico al via, i sindacati: «Situazione d’emergenza»

Le difficoltà delle scuole piacentine alle prese con le chiamate dei docenti denunciate dai sindacati

Flc Cgil Piacenza, Cisl Scuola Piacenza, Uil Scuola Rua Piacenza, Snals Confsal Piacenza, Gilda Unams Piacenza denunciano la grave situazione emergenziale che vede le istituzioni scolastiche della provincia in condizioni di grande difficoltà per l’avvio del nuovo anno scolastico. Non ancora reso noto ad oggi il contingente delle disponibilità (organico di fatto e organico di diritto vacante) dopo le operazioni di immissione in ruolo per i docenti delle scuole di primo e secondo grado, con la conseguente impossibilità per le istituzioni scolastiche di fare rete per realizzare convocazioni con procedura unificata (scuola polo), modello consolidato per la provincia di Piacenza, da anni impiegato con grandi benefici per le segreterie scolastiche, garante di trasparenza e tutela dei diritti di tutte le parti interessate. «La situazione attuale – fanno sapere le sigle sindacali - lede diritti fondamentali, tra gli altri, quello allo studio e quello alle pari opportunità, principi cardine della nostra Carta Costituzionale, che devono governare l’azione di ciascuno dei soggetti preposti a gestire tali operazioni. I sindacati di Piacenza, auspicando l’attuazione della procedura di convocazione unificata in tempi brevi, chiedono all’Ufficio Scolastico Provinciale di Piacenza di essere convocate con urgenza per una informativa riguardante le tematiche di cui sopra, e di chiarire e risolvere l’attuale situazione di stallo tempestivamente, al fine di tutelare gli studenti, ai quali si stanno sottraendo ore preziose del percorso di studi, e i numerosi docenti che ad oggi non conoscono tempi e modalità delle procedure per l'attribuzione delle supplenze annuali».

CALLORI (FD’I): «COLPA DEL TURN OVER FORZATO DI QUOTA 100»

Questo avviene in un paese che dal 2015 a oggi ha assunto a tempo indeterminato circa 180mila docenti con la promessa di sconfiggere la “supplentite”. Ma tale "malattia" ogni fine estate si ripresenta, con l'inizio dell'anno scolastico alle porte. Il consigliere Fabio Callori di Fratelli d’Italia interviene sul grave problema della scuola: "Ci vogliono investimenti subito. Non c'è tempo da perdere, per cambiare servono fondi. Non possiamo continuare ad avere ricercatori precari di 45 anni, o professori non di ruolo che cambiano ogni due mesi. Si devono stabilizzare al più presto gli insegnanti che lo meritano". Complice il turn-over rafforzato dovuto a quota 100, che ha prodotto l'uscita di 33mila docenti dalle scuole, al termine delle assegnazioni provvisorie (trasferimenti per rimanere vicino casa), ci saranno per tutto l'anno scolastico almeno 122mila supplenze, in media una ogni sette cattedre. Alcune stime sindacali arrivano a 170-200mila. Su 53.627 cattedre che il Mef - Ministero dell'economia e delle finanze - ha autorizzato a coprire a tempo indeterminato, infatti, allo scorso 27 agosto, risultavano andate a buon fine circa il 30% di nomine. Alla fine si ipotizza che circa 25mila posti restino vuoti per assenza di candidati.

Si allunga dunque la lista delle regioni, come Emilia-Romagna, Veneto, Lombardia e Piemonte, con sempre più graduatorie ad esaurimento e di merito prive di candidati. Per far fronte alla situazione sono in corso le chiamate, che sono appunto slittate creando ulteriori disagi nelle 1734 classi della provincia. nelle scuole piacentine, sottolinea Callori, è presente inoltre un alto numero di alunni con disabilità, in aumento rispetto allo scorso anno scolastico e a mancare all’appello sono soprattutto docenti di sostegno, si parla di circa 300, i cui posti verranno affidati probabilmente a personale non specializzato reclutato dalle graduatorie di istituto. L'aspetto inquietante è questo: “se metti un docente di sostegno precario — conclude il consigliere — è quasi sicuro che l'anno successivo non seguirà quell'alunno. Quindi non ci sarà quella continuità didattica fondamentale per un ragazzino certificato.  A questo punto chiedo venga data una risposta rassicurante, con i fatti, per mettere fine a questa carenza che dura da anni. Tra pochi mesi saremo nel 2020 ed è vergognoso che dobbiamo ancora lottare per il diritto allo studio e alla inclusione di ragazzi con disabilità. Quello che mi amareggia di più è che tutto questo parte da una scuola, istituzione che invece dovrebbe formare i giovani e sensibilizzare a queste problematiche.

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