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Lo sport oltre la competizione: «L’arrampicata è il mio modo di migliorare e di superare le difficoltà»

Per la diciottenne piacentina Savina Nicelli prima convocazione in nazionale nel 2020, ora l’attesa per le coppe europee giovanili (e l’esame di maturità). Il sogno? Le Olimpiadi 2028

«Una macchina da guerra». Così la definisce Angelo Golzi, istruttore di arrampicata e personal trainer di lunga esperienza, allenatore della squadra agonistica under 20 della Macaco climbing. Il soggetto è la quasi 19enne piacentina Savina Nicelli, promessa di boulder e lead, in gran parte già mantenuta; la prima convocazione in nazionale nel 2020, le conferme nella Coppa Italia Lead e un’immagine a lungo termine a cui guardare: i cinque cerchi. Dal materasso ai piedi della parete boulder, mister e atleta si prendono una pausa per raccontare la passione per questo sport.

A Savina la prima esperienza è arrivata in eredità: «I miei genitori praticavano alpinismo, ho conosciuto la disciplina sportiva quando avevo all’incirca sei anni. Ho iniziato su roccia, poi successivamente ad arrampicare in palestra, più o meno una volta alla settimana. Mi sono appassionata e a dodici anni sono partita con qualche gara, sempre qui alla Macaco, e ho conosciuto Angelo». L’incontro dà l’avvio al percorso: «Ho visto subito un grande potenziale – spiega l’istruttore – più che altro sono rimasto impressionato dalla tecnica che utilizzava, molto naturale, ma soprattutto dalla caparbietà, piuttosto che mollare… è una vera atleta, una macchina da guerra».

Il livello agonistico esige una pianificazione strutturata: allenamenti diversificati, una continua ricerca per adattare su di sé - sulle proprie peculiarità - la disciplina, la scelta di tempi e competizioni. A questo si aggiunge l’attesa per le convocazioni, sulla base dei punteggi raggiunti nella stagione. Savina spera nella chiamata alle coppe europee giovanili e di maturare risultati importanti nell’under 20, prima di compiere il salto definitivo nella categoria successiva.

Entrambi concordano sulla crescita d’interesse per l’arrampicata e sulla maggiore visibilità raggiunta dalla quota femminile, oltre che sul sogno comune da coltivare: «Tutto è ancora in divenire, ma se mantengo questa progressione la partecipazione alle Olimpiadi 2028 può essere un obiettivo».

Cosa ti dà questo sport? «Lo pratico perché mi dà le emozioni forti che ricerco, sia positive che negative» risponde Savina, che a breve dovrà affrontare anche l’esame di stato a conclusione degli studi al liceo Gioia. «L'arrampicata è il mio personale modo di migliorare, passando attraverso l’alternarsi di queste sensazioni. Ad esempio, poco tempo fa ho avuto un infortunio che non mi ha permesso di arrivare al risultato a cui puntavo in una competizione e di fare quanto avrei voluto. Ma ci sono tante gare e l’importante è analizzare le cose, guardare a cosa puoi fare in quel momento e andare avanti; l’arrampicata insegna a saper relativizzare. Questo è molto importante, anche nella scuola. Vivere e gestire gli alti e i bassi aiuta a superare i propri limiti e le difficoltà». E poi, non da meno, ci sono anche «benessere, felicità e gioia» aggiunge Angelo.

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