Ultimi in Regione per posti al nido, 26 ogni 100 bambini. Connessione "super" per solo il 31% delle famiglie
L’analisi del territorio provinciale nel report sulla povertà educativa in Emilia-Romagna, che analizza disponibilità di servizi per la prima infanzia, digitalizzazione, condizione degli edifici scolastici e raggiungibilità delle scuole
Asili nido assenti in 12 comuni della provincia di Piacenza e in media circa 26 posti disponibili ogni 100 bambini. Dati che collocano la nostra provincia all’ultimo posto in regione per offerta di servizi prima infanzia, secondo la classifica proposta nel report sulla povertà educativa in Emilia-Romagna, elaborato dall’Osservatorio #conibambini e promosso dall’impresa sociale Con i Bambini e Fondazione Openpolis, nell’ambito del Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile. Quattro gli ambiti esaminati nel rapporto: disponibilità di servizi per la prima infanzia, digitalizzazione, condizione degli edifici scolastici e raggiungibilità delle scuole. Dall’analisi del primo punto emerge come tutte le province emiliano-romagnole - Piacenza inclusa - abbiano un livello di copertura di questo servizio superiore alla media nazionale (pari al 25,5%), con una media regionale di 39,2 posti ogni 100 bambini. Tra una provincia e l’altra appaiono però differenze significative, come riportato nel grafico sottostante, estrapolato dal report.
Secondo i dati 2018, a fronte di 6.557 residenti tra gli 0 e i 2 anni il territorio piacentino offre 1.678 posti (25,8 ogni 100 bambini) in servizi educativi per la prima infanzia, sia pubblici che privati, con un servizio distribuito in maniera molto disomogenea, come sottolinea il report. In particolare, 12 comuni su 49 (il 24,5%) ne sono totalmente sprovvisti e 34 non raggiungono la soglia del 33%. «Il servizio è praticamente assente nella parte occidentale della provincia piacentina» si osserva nell’analisi.
«Solo il comune capoluogo ha un numero di residenti 0-2 superiore alle mille unità. In tutti gli altri casi i minori residenti sono meno di poche centinaia (il secondo comune più popoloso è Fiorenzuola d'Arda con 351 bambini). In centri abitati poco popolosi la presenza anche di una sola struttura incide in maniera significativa sul livello di copertura. Ci sono infatti 8 comuni in cui si registra un dato particolarmente alto, come nel caso di Calendasco (97,7%), Villanova sull'Arda (85,1%), Besenzone (106,7%), Farini (166,7%), Travo (101,8%), Agazzano (56,4%), Castelvetro Piacentino (42) e Gragnano Trebbiense (41,5%). Solo negli ultimi 2 casi però il numero di bambini presenti supera le 100 unità». Sul fronte della digitalizzazione, Piacenza occupa invece il penultimo posto della graduatoria regionale, con il 31% delle famiglie raggiunte dalla rete fissa con velocità di download pari a 100 Mbps (megabit per secondo) o superiore, un dato inferiore alla media nazionale (circa il 36%).
Il territorio piacentino occupa una posizione migliore nella classifica degli edifici scolastici vetusti, ovvero con più di 50 anni, stimati in una percentuale del 13,4%, migliore della media regionale (16,5%). Nelle province di Ravenna, Parma e Bologna sono presenti oltre il 20% di scuole vetuste, al lato opposto le province di Modena e di Rimini, rispettivamente con solo il 9,8% e il 7,2%.
«Se in un territorio il trasporto pubblico non funziona o garantisce i collegamenti solo ad una parte degli studenti, si crea un divario che rischia di incentivare fenomeni legati alla povertà educativa. Ad esempio, la dispersione scolastica che può portare, nei casi peggiori, all’abbandono del percorso di studio» sottolineano gli autori del report. Da questo punto di vista l’Emilia-Romagna appare in ritardo rispetto alla media nazionale: in Italia l’86% delle scuole è raggiungibile con i mezzi pubblici, in Emilia-Romagna solo il 76,1%. Nei territori di Forlì Cesena e Rimini la quota si abbassa sotto il 70%, di poco superiore a Piacenza con il 73,7%. Le migliori Parma e Ravenna, con il 90% delle strutture raggiungibili con mezzi pubblici.