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Sanità

«Ausl parla solo di muri, manca un sostegno forte alla rete ospedaliera esistente»

Il Coordinamento della sanità piacentina "denuncia" «i silenzi di Ausl sulla fragilità della rete ospedaliera: non si parla di contenuti e funzionalità. Inderogabile la revisione del Piano approvato nel 2017»

«Nessuna risposta dopo la nostra richiesta di iscrizione al convegno dell’Ausl del 7 maggio, nel quale si presentavano le linee di sviluppo della medicina territoriale. Peccato che continuiamo a ritenere che il tema della salute dovrebbe essere il più partecipato possibile». Lo “denuncia” il Coordinamento provinciale su sanità e medicina territoriale. «I percorsi proposti in sede di convegno non rispondono alle urgenze ed alle fragilità che la sanità piacentina ha accumulato in questi anni, e non solo a causa del Covid, e che da tempo abbiamo esposto sia nei confronti di Ausl che di Conferenza sociosanitaria senza mai aver avuto risposte esaurienti».

Gli esponenti del Coordinamento tramite una nota stampa entrano poi nel merito delle criticità territoriali. In primis puntano sulle Case di comunità, per le quali «serve prima di tutto sapere quali investimenti l'Ausl intenda stanziare in personale, attrezzature diagnostiche. Serve sapere quali specializzazioni, reti di assistenza domiciliare (medica ed infermieristica), qual consultori (ginecologici, per le malattie mentali). Serve inoltre sapere come si copriranno le carenze sul territorio dei medici di medicina generale».

Per quanto riguarda gli ospedali di comunità «rappresentano un utile sostegno alla gestione assistenziale di patologie croniche, lungo-degenze, riabilitazioni (ma senza che ciò intacchi l'urgenza di rimettere mano e sviluppare la rete ospedaliera esistente). Ci sono però sono questioni da chiarire. Da quel che si è capito due nuove strutture si aggiungerebbero a quello già esistente. Ciò significherebbe allora che quanto si è andato promettendo nei mesi scorsi su Bobbio – ospedale di montagna o cose simili – sia da considerarsi ormai evaporato? E quello previsto a Castel San Giovanni sarà una struttura aggiuntiva all'attuale polo ospedaliero o comporterà un suo ridimensionamento per liberare spazi e risorse per questo ospedale di comunità?».

Secondo il Coordinamento della sanità piacentina «il convegno di Ausl è sembrato più una dichiarazione di fedeltà ai principi ed agli obiettivi del DM 71 che non la presentazione di un vero e proprio piano di investimenti per soddisfare gli impellenti bisogni di una medicina territoriale di qualità. Ancora una volta si è parlato solo di muri. Soprattutto è mancato quel quadro di insieme che definisse, una volta per tutte, la necessità di un sostegno forte alla rete ospedaliera esistente, cardine si una medicina territoriale davvero efficace».

«Veniamo da anni di ridimensionamento pesante della rete ospedaliera a cui sembra non si intenda dare risposte. Carenza dei pronto soccorso, di organico, con pesanti ricadute sulle liste di attesa, sui disagi nei trasferimenti e uno sviluppo sempre maggiore del ricorso alla sanità privata. Anche la Presidente della Conferenza socio sanitaria Fontana ha sollevato qualche perplessità a riguardo sulla stampa. Viene da domandarsi come mai solo ora sembra accorgersi di questa fragilità della rete ospedaliera quando per anni, alle tate richieste di intervento per una revisione del piano sociosanitario del 2017, ha sempre - e non solo lei - risposto picche. Il convegno dell'Ausl, oltre ai silenzi sulla fragilità della rete ospedaliera, non ha dato risposte, se non generiche, anche sula medicina territoriale, esaurendo il dibattito su un solo punto: come spendere i soldi del Pnrr? Quanti edifici costruire? Dove farli? Ma nessuna riflessione su quello che ci si metterà dentro, il contenuto, la funzionalità. Come ormai tanti cittadini chiedono, il coordinamento provinciale su salute e medicina territoriale ritiene inderogabile la revisione del Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera approvato nel 2017. Se l’obiettivo è una sanità pubblica in grado oggi di rispondere con efficacia ai bisogni urgenti e insoddisfatti gli investimenti cominciano dal personale e dalle attrezzature diagnostiche».

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