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I finanziamenti / Bobbio

"Bando casa" per vivere in montagna, in testa Bobbio e Gropparello

Finanziate dalla Regione 19 domande nel Piacentino: 5 a Bobbio, 4 a Gropparello. Rancan: «Un bellissimo spot, ma se si tagliano alcuni servizi sul territorio la situazione non migliora»

Il bando prima casa per andare a vivere nei borghi dell’Appennino vede la Regione Emilia-Romagna, a questo giro, finanziare - per il momento - 19 domande nel Piacentino.

La Regione aveva stanziato cinque milioni di euro (per tutti i 121 comuni montani dell’Emilia-Romagna) per contributi a fondo perduto da un minimo di 10mila a un massimo di 30mila euro.

Le domande potevano essere presentate fino al 10 novembre. Si tratta di una misura voluta dalla Regione per contrastare spopolamento, invecchiamento e a favorire nuove opportunità di sviluppo in Appennino e la valorizzazione di aree splendide e importanti. Nel 2020 furono quasi 700 le domande finanziate, rivolte sia all’acquisto che al recupero di immobili, per dieci milioni di risorse spese. Presentarono domanda in 2300.

COME E’ ANDATA CON IL NUOVO BANDO A PIACENZA NEL 2022

Delle diciannove richieste esaudite, è Bobbio il paese che ottiene più finanziamenti, con cinque. Poi Gropparello con 4, Bettola 2, Travo 1, Alta Val Tidone 1 (il territorio dell’ex comune di Pecorara è classificato come montagna).

La montagna più lontana dai servizi raccoglie poco. Solo due le domande finanziate a Farini, una sola a Ferriere, due a Vernasca, zero per i comuni dell’Alta Valtrebbia. Rispetto ai precedenti tentativi, il bando sembra essersi spostato più a valle, o “in collina”.

Tre di queste domande premiano residenti fuori provincia (un lodigiano, un milanese e un bolognese). In un caso chi ha ottenuto il bando intende spostare la residenza e abitare in un comune con meno altitudine di quello in cui già viveva. Insomma, rispetto al precedente bando (finanziato in due diversi stralci), ci si allontana un po’ dall’obiettivo di riportare giovani e famiglie a vivere in montagna.

RANCAN: «UN BELLISSIMO SPOT, MA SENZA SERVIZI…»

La Lega, guardando i risultati del bando, pone anche un’altra riflessione. «Il bonus regionale che prevede uno stanziamento fino a 30mila euro per i giovani che scelgono di vivere in montagna - è la riflessione di Matteo Rancan, capogruppo della Lega in Assemblea regionale - rappresenta una misura che per perseguire il proprio obiettivo necessita di altre politiche correlate, che vanno dall'implementazione dei servizi in quelle aree, così come il rilancio di politiche del lavoro. Perché oggi, chi lascia la montagna, lo fa essenzialmente per necessità, connesse sia alla mancanza di lavoro che di un sistema di servizi, in primis quello sanitario, adeguati».

«Pertanto l’iniziativa della Regione – riflette l’esponente leghista piacentino - se non supportata da politiche per il rilancio delle aree interne e montane rischia di rimanere solo un bellissimo spot per l’amministrazione Bonaccini. È difficile pensare di ripopolare i nostri borghi se non garantiamo i servizi e, nel corso di questa legislatura, non possiamo dimenticare come la maggioranza di centrosinistra abbia chiuso presidi sanitari, punti nascita (non sulla montagna Piacenza, dove già non ve ne sono, nda) e non sia stata in grado di dare certezze circa il futuro delle strutture ospedaliere di prossimità».

«Prima di parlare di stanziamenti - conclude Rancan - solo per guadagnare titoli sui giornali, la Regione dovrebbe pensare ad elaborare politiche compiute e complessive che guardano, in primis, al rilancio dei territori e della competitività delle aree montane. Una volta ripristinati servizi e creati posti di lavoro, il ripopolamento di quelle aree verrà da sé. Come Lega, da sempre vicina ai territori periferici e ai suoi cittadini, ribadiamo la nostra disponibilità al dialogo con la maggioranza nell’ottica di avanzare proposte serie e concrete che guardano al bene della nostra montagna e dei suoi cittadini».

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