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«Da queste parti non si vuole cambiare nulla»

Cernusca-Rivergaro, il sindaco di Ottone Beccia: «Vedo i soliti schieramenti ideologici, la nuova strada è una necessità, ma temo che non l'avremo mai»

«Mi dispiace per i proprietari e gli abitanti delle case, nell’ambito della progettualità non sono stati presi in considerazione. Dovrebbe contare di più l’andare a vedere il territorio di persona, muoversi, controllare sul posto. Fare le cose ed espropriare con Google Maps non è giusto. Però, d’altro canto, è ora di fare la strada». Federico Beccia, sindaco di Ottone e medico di famiglia tra Bobbio e la stesso comune dove è amministratore, da tempo chiede di mettere mano alla Statale 45 per aumentarne sia la sicurezza che la percorribilità.

«La vogliamo o no la strada? Purtroppo c’è sempre qualcosa - riflette Beccia - che impedisce alla strada di nascere. Ora il comitato s’impegnerà per ostacolare il progetto, farà ricorso, si andrà al Tar e per le lunghe. Praticamente la strada non la vedremo».

  • Sindaco, per lei la priorità rimane la sistemazione della strada?

Va fatta assolutamente. Nel 1994 sono arrivato ad Ottone da Parma. Già a quei tempi si parlava della necessità di rifare la Statale 45. Sono passati trent’anni. Ho vissuto l’esperienza vergognosa del viadotto di Perino, che venne bloccato per “delle cretinate”, con costi molto più alti e un ritardo di dieci anni. Sembra che, tutte le volte che si vuole fare qualcosa sulla Statale, si compia qualcosa per stimolare l’insorgere di qualcuno, per bloccare tutto. Non è possibile andare avanti così.

  • È molto critico e pessimista sul futuro della Statale e della Valtrebbia.

Sono sicuro che, quando da pensionato verrò a fare un giro in Valtrebbia, troverò tutto come è adesso, identico e preciso. Perché non si vuole cambiare nulla da queste parti. Una volta si diceva che non ci sarebbero stati abbastanza soldi per intervenire. Peccato che i soldi sono lì, impegnati da una vita.

  • Per il comitato quei soldi sono troppi: ci sarebbe uno squilibrio nell’analisi tra costi e benefici dell’opera, che non porterà ad un miglioramento delle condizioni della strada.

Le rotonde progettate sembrano fatte apposta per rallentare la percorrenza sulla strada, sono cose che non comprendo proprio. Quei 20, massimo 30 km critici, se fossero sistemati come si deve, avvicinerebbero davvero la montagna alla città. Da Piacenza si potrebbe raggiungere con un quarto d’ora in meno Marsaglia, Zerba, Ottone e Cerignale. La gente, per lavoro, per il tempo libero, viaggerebbe più volentieri. E ci sarebbero meno incidenti.

  • Cosa è che contesta ai cittadini?

Sono molto amareggiato. Vedo schieramenti ideologici: dalla salvaguardia del cespuglio a quella del nido dell’uccellino. Amo gli animali e la natura, ma penso che il cespuglio possa crescere da un’altra parte e il nido spostarsi 50 metri più in là. Non si può essere schiavi di tutto. Sto sentendo cose incredibili. Non possiamo tornare all’età della pietra, l’atteggiamento radicale non lo condivido. Ci vorrebbe più equilibrio. Avere una strada più sicura è una necessità per chi vive e lavora qui. Io la percorro tutti i giorni la 45.

  • Quando parte da Rivergaro per raggiungere l’ambulatorio di Ottone quanto ci mette?

Se va bene un’ora e 15 minuti, un’ora e 20 minuti, se non trovo qualche mezzo pesante lungo la strada. Per fare 50 chilometri.

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