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Bevilacqua (Ugl): «Inaccettabile chiusura notturna dei pronto soccorso di Fiorenzuola e Castel San Giovanni»

Le parole del segretario dell'Ugl dell'Emilia-Romagna, Tullia Bevilacqua

A partire da mercoledì 4 novembre saranno rimodulati gli orari del Pronto soccorso degli ospedali di Fiorenzuola e Castel San Giovanni, che rimarranno aperti soltanto in orario diurno, con relativa chiusura notturna e centralizzazione delle chiamate notturne sul Pronto soccorso di Piacenza, sul quale la stessa Ausl – che ha disposto la modifica - prevede un forte aumento di richieste di presa in carico. La decisione è stata adottata dall'Azienda sanitaria come conseguenza degli ultimi risultati del monitoraggio della pandemia da Coronavirus.

«La chiusura notturna dei pronti soccorso di Fiorenzuola e Castel San Giovanni , oltre che un disservizio territoriale evidente, è una scelta che penalizza ulteriormente i cittadini in una fase pandemica che ha fin troppo compresso le prestazioni sanitarie di ogni tipo, dalle visite ambulatoriali alle analisi specialistiche. Spingere i malati a dover raggiungere un'altra città in un momento di bisogno è inaccettabile»; a dirlo è il segretario dell'Ugl dell'Emilia-Romagna, Tullia Bevilacqua. 

«L'adozione di questa misura , soprattutto, mette a nudo una grave carenza organizzativa, oltre che una sottovalutazione della recrudescenza pandemica. Toccava al servizio sanitario regionale e territoriale, nella fase estiva, dopo la prima ondata del Covid19, rafforzare i presidi medico-ospedalieri ed i vari pronto soccorso, dotandoli di uomini e mezzi adeguati all'emergenza che si sta profilando in queste ore», continua.

«Comprendiamo la tutela e condividiamo la necessità di mettere in sicurezza l'attività quotidiana del personale medico, infermieristico e ospedaliero in generale, ma questo riguardo non può andare a detrimento dei diritti dei cittadini e dei malati che stanno già pagando un duro prezzo in termini di cure e assistenza: si pensi soltanto all'interruzione delle visite per i malati oncologici o le centinaia di migliaia di interventi chirurgici in tutta Italia e anche in Emilia-Romagna rimandati, migliaia di visite e accertamenti arretrati e da smaltire, screening e follow up bloccati o al rallentatore dopo il primo lockdown, mentre adesso se ne profila un secondo più o meno soft», aggiunge Bevilacqua.

«Auspichiamo che si rifletta su questa rimodulazione dell'orario del pronto soccorso e che si offra a due città di quasi 15 mila abitanti l'una, dunque non stiamo parlando di due paeselli, il servizio sanitario completo che meritano di diritto e che deve essere offerto a tutti gli utenti», conclude il segretario dell'Ugl dell'Emilia-Romagna.

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