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Giovedì, 25 Aprile 2024
La richiesta

Case di riposo, centri diurni e di servizi: «Si rischia di chiudere»

Borotti (Unicoop) riporta il grido d’allarme di 17 realtà piacentine: «Non possiamo chiudere il quarto bilancio consecutivo in perdita. La Regione aumenti le tariffe». Taruffi: «Mancano i soldi dello Stato, racimoleremo qualcosa nell’assestamento di luglio»

Uno sfogo, una denuncia, una fotografia della situazione economica precaria di 17 realtà che lavorano a Piacenza e provincia nell’ambito dei servizi sociali e della cura della persona. Stefano Borotti, a nome di Asp Azalea, Asp Città di Piacenza, Assofa, Aurora Domus, Coopselios, Cra Castagnetti, Cra Perini, casa di riposo Gasparini, fondazione Aride Breviglieri, fondazione Madonna della Bomba, fondazione Pio Ritiro Cerati, fondazione Verani Lucca, Geocart, Istituto Emilio Biazzi, La Gemma, Proges e Unicoop, ha lanciato un appello alla Regione per ritoccare le tariffe dell’accreditamento.

«Il sistema così non regge, servono azioni concrete e immediate, altrimenti i servizi rischiano di chiudere. Dagli inizi del 2020 combattiamo la battaglia contro il Covid. Abbiamo messo tutto noi stessi per difendere ospiti e lavoratori. Stiamo cercando di difendere il sistema dei servizi, per la dignità delle persone più deboli e la professionalità di chi lavora nel sistema». Borotti ha indicato le problematiche. «La sostenibilità economica dei servizi è crollata negli ultimi anni a causa delle spese straordinarie e perdite durante il Covid, dell’impennata dei costi e il caro vita dell’ultimo anno, il mancato adeguamento tariffe regionali dell’accreditamento in questa situazione».

Per questo, in rappresentanza di queste 17 realtà, ha preso la parola. «Siamo qui oggi per chiedere che si provveda di conseguenza. Con effetto retroattivo dal 1 gennaio le tariffe vengano aumentate per sopperire alle necessità che abbiamo. Dal 2016 al 2022 l’aumento del costo della vita è aumentato del 18%, le tariffe solo del 7-8%. Le nostre entrate dipendono totalmente dalle decisioni della Regione. Inoltre i costi per reclutare infermieri sono schizzati alle stelle. L’adeguamento delle tariffe dell’aprile 2022 si è rilevato inadeguato».

Borotti ha segnalato alcuni dei costi del 2022. In una realtà da 220mila euro per il riscaldamento si è passati a 414mila euro, ovvero 3,3 euro in più a ospite. In un’altra situazione da 179mila a 364mila euro, ovvero 5,8 euro a testa. Poi ci sono anche i costi alimentari: il pane è costato il 13% in più, il latte 30%, il riso 30%, la passata pomodoro +30%, la carne di cavallo +33%. «Non possiamo dare il pollo tutti i giorni - dice Borotti - che è l’alimento che ha avuto l’aumento minore. Anche i prodotti contro la legionella +15%, poi la manodopera dei tecnici e operai nelle nostre strutture sono dei bagni di sangue. E il tasso d’interesse bancario è aumentato almeno del 60%».

In questa situazione, «nel 2023 - ha tuonato Borotti - non abbiamo ricevuto neanche un centesimo in più. E abbiamo in pancia le perdite degli ultimi tre anni di Covid. Qua si rischia grosso di chiudere. Il quarto anno consecutivo in perdita non è tollerabile per le nostre realtà».

«Viviamo in una delle regioni migliori del mondo - è la chiosa - che ha una lista infinita di servizi sociali, rappresenta il meglio del welfare del Paese. Il sistema pubblico-privato è un punto d’orgoglio. Lo Stato non sarebbe stato capace di raggiungere questi livelli. Noi 17 realtà piacentine vogliamo continuare ad esserci, con le istituzioni».

Stefano Borotti Unicoop_ (002)-2

L’ASSESSORE TARUFFI: «ECCO COSA POSSIAMO FARE»

L’assessore regionale ai servizi sociali Igor Taruffi, che da ottobre ha preso il posto di Elly Schlein, ha ricordato che l’intervento del 2022, comunque, ha comportato una spesa di 14 milioni di euro della Regione e garantito un aumento di 3 euro al giorno per posto letto, «anche se riconosciamo che non sono risolutivi». «Nell’assestamento del bilancio di quest’anno, che presenteremo a luglio – ha aggiunto – aumenteremo il fondo per la “non autosufficienza”. Adesso è di 519 milioni di euro: lo Stato, di questi, ne mette solo 62».

Il bilancio regionale, comunque, «non sta attraversando un momento semplicissimo. Mancano 6 miliardi di euro di finanziamento dallo Stato alla Regione. Non è responsabilità solo di questo Governo, anzi, lo è soprattutto di quello precedente a quello attuale (l’esecutivo Draghi, nda). All’Emilia-Romagna mancano diverse centinaia di milioni di euro di finanziamenti. In quadro così complesso ci prendiamo l’impegno di ricavare comunque altre decine di milioni nella manovra, anche per aumentare il numero di posti accreditati». Rette e tariffe, accreditamenti, ma anche la riforma giuridica delle Asp: questa l’agenda della Regione.

«Il sistema rischia di saltare - ha concluso Taruffi - lo sappiamo. Non è un tabù per noi ritoccare le tariffe. Non posso dire che domani mattina riusciamo a risolvere il problema, però sono sicuro che nei prossimi 2-3 mesi saremo in grado di ricavare i fondi per la non autosufficienza e per le rette, a partire da luglio». Parole che, però, non hanno trovato la condivisione delle realtà piacentine: «Siamo delusi da quanto ha detto Taruffi», confidano alcuni responsabili delle strutture al termine della seduta.

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