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Attualità Bettola

«Bettola merita una vera biblioteca»

L’ex sindaco di Bettola Camillo Borotti, oggi 82enne, raccoglie ritagli, fotografie e pensieri sulla sua vita intrecciata a quella del paese valnurese. «Eravamo davvero la perla della vallata. Nel capoluogo manca una vera biblioteca, vorrei lasciare alla comunità il mio archivio di libri, foto e ricordi di storia locale»

«Gli anni della pensione, che pur vanno vissuti guardando al futuro, sono quelli che permettono di fermarsi a controllare ciò che si è operato in passato. In certi casi si tratta di un “quasi diario postumo”». Camillo Borotti, oggi 82enne, ex sindaco di Bettola, di diari ne ha realizzati ben tre: uno dedicato alla sua famiglia (“Il mio lungo cammino”), uno alla sua attività di segretario in Valnure (“La mia scuola”) e uno sull’attività amministrativa (“Diario Postumo”). I primi due sono usciti nel 2018, il terzo – il più polemico – è fresco di stampa. «Pensando al passato – spiega lui stesso - e osservando ritagli e fotografie ho rivisto e rivissuto i tempi di fine ‘anni 40 e ’50. Ora che non ho impegni di lavoro la mia attenzione è rivolta completamente ai fatti che accadono seguendoli sui vari mezzi di comunicazione».

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Borotti, venuto al mondo a Gropparello nel ’38 ma «trasferitosi a Bettola 22 giorni dopo la nascita», vive ancora nel capoluogo valnurese. Proprio in questo paese ha svolto per 35 anni, dal 1960 al 1995, il ruolo di segretario della scuola media “Enrico Fermi” (dedicata al fisico, figlio di un bettolese). Negli anni ’90 divenne segretario di tutte le scuole medie della Valnure, tranne Podenzano. Il giorno più brutto della sua esperienza lavorativa? Quando il ponte sul Nure che collega San Bernardino e San Giovanni è ceduto e i ragazzi non sapevano come venire a scuola. Beh, la vicenda è di 25 anni fa, ma ancora attuale, guardando a quello che è successo a ponte Lenzino in Valtrebbia.

«Che cambiamenti - racconta lui stesso - nel mondo della scuola e nella demografia locale. In città un tempo le medie erano solo il Faustini e il Manzoni. Qua a Bettola eravamo pieni di ragazzi giovani. Il nostro paese era veramente la perla della Valnure, il più popoloso. Durante certe manifestazioni veniva dagli altri paesi giù tanta gente dagli scaloni di piazza Colombo che sembrava un’invasione».

Da sempre interessato alla politica e all’attività amministrativa, Borotti venne eletto sindaco con il centrosinistra, dal 1999 al 2002. Nelle pubblicazioni Borotti non nasconde i due grandi dolori della sua vita. La scomparsa del figlio Corrado nel 2001 a soli 34 anni e della moglie Mirella. «Per me Corrado era tutto. Era generoso con la sua famiglia, socievole, venivano a farsi truccare il motorino da lui a Bettola fin da Piacenza. L’altra sua passione era la pesca. Poi, nel ’92, un incidente stradale in moto gli causò un trauma cranico. Perse la memoria, ma la cosa sembrava risolversi. Invece è stato l’inizio della fine: gli vennero frequenti attacchi d’ansia. Se ne è andato il 6 dicembre 2001, mentre stavo effettuando un sopralluogo da sindaco su smottamenti e frane del territorio. Mi chiamarono i carabinieri per dirmelo. Per un mese rimasi fermo. E il 9 gennaio successivo quattro consiglieri della mia maggioranza mi dimissionarono dalla carica. Meritavo più rispetto». Dopo Corrado, l’ex sindaco ha dovuto salutare per sempre anche la moglie Mirella, scomparsa nel 2016.

BETTOLA OGGI? «UNA FRAZIONE DI PONTEDELLOLIO»

Da memoria storica del paese il suo giudizio sull’attualità è un po’ severo. «Dispiace dirlo, ma Bettola è diventata frazione di Pontedellolio. Abbiamo dormito un po’ sugli allori, mentre altri comuni sono cresciuti per abitanti e servizi, attraendo gente. Basta vedere il nostro mercato del lunedì. Una volta c’era pieno di gente, adesso non è più lo stesso. Siamo un po’ spariti».

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LA PRIMA ISCRIZIONE ALLA DC NEL 1954

Borotti conserva tutte le tessere della Democrazia Cristiana. La prima è datata 1954, anno della sua iscrizione al partito e della morte di Camillo Borotti-2Alcide De Gasperi. «Già, lui è stato uno dei migliori. Inizialmente mi interessavo del sociale, grazie alla frequentazione dei Gesuiti a Roncovero. La Dc a Bettola si confrontava molto, c’erano artigiani, agricoltori, studenti». Mentre parla Borotti estrae un dono di nozze del senatore Alberto Spigaroli, accompagnato da un telegramma in cui si felicita per l’unione. «Quanti comizi a Bettola! Piazza Colombo - prosegue Borotti - si prestava bene agli interventi politici, al mercato del lunedì e a quello del bestiame c’era veramente tanta gente». L’ex sindaco passa in rassegna ricordi della Dc piacentina di una volta: Giovanni Spezia, Fortunato Ziliani, «tutta gente di valore». Dopo la fine della Dc ha preferito seguire la strada dei Popolari e della Margherita. E oggi, a chi guarda? «Sono sempre di centrosinistra. Renzi mi ha dato una delusione quando è diventato “il capo”. Guardava più a Berlusconi che non alla sinistra, ha sbagliato a spingere fuori dalla porta il bettolese Bersani e gli altri. E si “è intortato” con la gente sbagliata. Ora direi che quelli rimasti non sono più dei veri partiti politici». La passione per la politica e per il mondo è rimasta. «Guardo tutti i telegiornali, mi tengo molto informato. L’altra passione è vedere i documentari, in particolare “Geo e Geo”». Dal lockdown in poi non è quasi mai uscito di casa. «Leggo e scrivo. La mia vicina di casa, Liliana, mi fa la spesa».

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IL SOGNO: «BETTOLA DEVE AVERE UNA BIBLIOTECA»

Una grande passione della sua vita è la lettura e l’archivistica. «Ho dei dossier, documenti di 50 anni fa, ad esempio sui caroselli storici colombiani. Documenti rari, ritagli e giornali dell’epoca che parlavano di Bettola. Mi sono fatto un archivio sulla storia locale, oltre a mille volumi di vario genere». Borotti si dice disponibile a donare il suo archivio librario alla comunità di Bettola. «Serve però un luogo culturale che li renda fruibili, a Bettola manca una vera biblioteca. Ci sono tante pubblicazioni da raccogliere sulla nostra storia. Dovremmo ricordare meglio il passato». Borotti ha un suggerimento per l’Amministrazione Negri. «C’è un posto che sarebbe perfetto, un’ex osteria (“Della luna”) all’inizio di piazza Colombo, in piazzetta Sant’Ambrogio. Da tempo penso a quanto sarebbe bella una sala lettura aperta a tutti al pianterreno di quell’edificio privato. E negli altri due piani invece i libri più importanti».

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