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«In due anni 160 adozioni, il canile di Piacenza ora è una realtà esemplare»

Il Consorzio Stabile Indaco, gestore della struttura alla Madonnina, traccia un bilancio e punta sulla trasparenza: «Abbiamo rimediato gli errori fatti da altri in passato: benessere degli animali e adozioni grazie anche a personale ben formato». Il responsabile Gambarini: «Venite di persona a vedere»

Una struttura esemplare, che sia da modello anche per altre analoghe. E' l'ambizioso progetto del canile di Piacenza, che da due anni è gestito dal Consorzio Stabile Indaco, una società veneta che ha voluto fortemente tagliare con il passato della struttura alla Madonnina per avviare un nuovo corso a favore, in primis, degli ospiti stessi, ovvero gli animali. Il tema basilare degli interventi su struttura e personale è sicuramente quello della trasparenza: «Venite a visitare il canile di Piacenza e vi renderete conto voi stessi dell'attenzione e della professionalità che quotidianamente impieghiamo per il benessere degli animali» sottolinea Indaco, rivolgendo un appello ai piacentini.
Lo scorso anno, sempre all'interno di questa ottica di rinnovamento e di qualità, l'importante ingresso di una figura professionale in qualità di responsabile. Si tratta di Claudio Gambarini, istruttore cinofilo, una figura di fiducia per Indaco, e che ha il compito di gestire le risorse umane e logistiche del canile di Piacenza. Un professionista di spessore, con una spiccata sensibilità verso gli animali, che - in accordo con l'assessorato competente dell'amministrazione comunale e con il consorzio stesso - ha deciso subito di puntare su personale altamente formato, in grado di gestire al meglio non solo il benessere degli ospiti, ma anche il delicato tema delle adozioni, strategico quando si parla di una struttura che, in primis, deve puntare sia alla cura dei cani ma anche e soprattutto a donare loro una nuova vita, trovando famiglie in grado di accoglierli con amore e consapevolezza, e ricucire quelle profonde ferite fatte di maltrattamenti e abbandono che purtroppo caratterizzano questi sfortunati animali.

E i risultati non hanno certo tardato ad arrivare: sono infatti ben 160 i cani che, negli ultimi 24 mesi, sono usciti dalle gabbie della struttura comunale della Madonnina per iniziare una nuova e felice esistenza.

Claudio Gambarini-2«Questo è un dato sicuramente importante e significativo - sottolinea con soddisfazione Gambarini (in foto) - soprattutto se consideriamo che nella maggioranza dei casi si è trattato di adozioni di cani cosiddetti "problematici", ovvero molto anziani oppure aggressivi, che di solito chi arriva al canile non cerca, preferendo di base, ovviamente, i cuccioli. Invece siamo riusciti a donare una seconda possibilità ad animali che certamente erano destinati a morire nel box del canile. Come abbiamo fatto? Lavorando con impegno nel formare i nostri bravi volontari, e formando anche chi veniva ad adottare. Le nuove famiglie, infatti, non vengono lasciate sole nel percorso di adozione una volta varcati i cancelli. Nemmeno uno di questi cani è tornato indietro, questo significa che la strada intrapresa è quella giusta».

Prosegue l'istruttore: «Quando al canile arriva qualcuno che desidera adottare uno dei nostri animali, noi non proponiamo certo il primo che capita, ma innanzitutto cerchiamo di capire che cane vuoi. Se poi, come nella gran parte dei casi, hai un "colpo di fulmine", noi ti aiutiamo in questo percorso. Supportiamo la persona adottante a trecentosessanta gradi, e la professionalità di istruttore è un valore aggiunto soprattutto durante i primi tempi, quelli più difficili nella gestione dell'animale. Quando riesci a tiare fuori dal canile uno di questi animali, e riesci a creare un legame con la nuova famiglia, tutto ciò per noi ha un valore inestimabile».

«In questi due anni siamo cresciuti molto grazie al lavoro di equipe, migliorando il team lavoro e attuando un percorso professionale attraverso il lavoro di squadra, con l'inserimento di figure professionali che hanno migliorato la resa e l'esperienza lavorativa in favore degli ospiti - spiegano i responsabili di Indaco - Il nostro consorzio ha intenzione di proseguire su questa strada mettendo la nuova squadra gestionale a disposizione dei gli ospiti. Visto l'ottimo rapporto con i volontari e con il Comune di Piacenza, puntiamo su questo percorso di crescita per dare un ambiente esemplare e di e modello anche per altri comuni. Trasformarlo, all'insegna della trasparenza, in una realtà dove famiglie e persone possano venire a visitarlo stando bene insieme agli animali. Lo consideriamo come una terapia, un'esperienza di felicità in un ambiente accogliente e pulito. Questo vale anche per il personale che ci lavora o presta servizio volontario».

«Uno degli aspetti su cui abbiamo puntato quest'anno - aggiunge Gambarini - è quello di "pubblicizzare" il canile e i nostri ospiti anche attraverso i media. Così abbiamo voluto, una volta per tutte, cancellare quell'idea di degrado o di "canile lager" che serpeggiava, dovuta alla cattiva gestione di altri in passato. E' per questo che invitiamo i cittadini a venire a visitare la nostra struttura: troveranno una realtà bella, accogliente, pulita e ben organizzata».

Per il futuro? 
«Tra gli obiettivi stiamo valutando una ristrutturazione generale e il recupero di alcune aree abbandonate e inagibili, togliendo anche alcuni box troppo piccoli. Questi spazi verranno poi destinati a una serie di progetti che abbiamo in mente. Poi selezioneremo nuovo personale da affiancare ai nostri importanti volontari, e continueremo a promuovere il canile nelle relazioni con i media e in Tv».

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