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Martedì, 16 Aprile 2024
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«Rivoluzione urbana? Recuperare l’esistente con sostenibilità energetica e riciclo»

A palazzo Galli il professor Michele Zazzi, ospite degli eventi per il centenario dell'azienda Ponzini, ha trattato temi green e di sostenibilità

Prosegue il ciclo di incontri “10x10=100” (10 eventi di architettura e design per 10 giorni), presso Palazzo Galli, organizzati per festeggiare i cento anni di attività dell’azienda della famiglia Ponzini. «Sempre con al centro l’uomo - ha detto l’architetto Carlo nel suo saluto - e per restituire alla città quello che ci ha donato. Siamo di fronte ad una rivoluzione urbana dove oggi al centro ci sono il riuso e il riutilizzo».

Temi che ha approfondito il professor Michele Zazzi del Dipartimento di Ingegneria ed Architettura dell’Università di Parma «intervenendo ha detto - sulla città esistente per migliorare funzionalità e bellezza. Riuso - ha spiegato - non significa sostituire, ma recuperare l’esistente con sostenibilità energetica e riciclo».

Gli strumenti da applicare alla città per rigenerarla presuppongono di limitare la previsione di nuovi insediamenti. «Ci sono città con densità spaventose (tipo Hong Kong ), quelle italiane sono tra le più “democratiche”, meglio assortite».

Zazzi ha parlato poi di urbanistica sociale, ovvero la convivenza tra capacità economiche completamente diverse e di rigenerazione “fisica”, ma anche sulla coesione sociale: «I problemi sono tanti, dalla utilizzazione “spinta” del territorio rurale, ai grandi livelli di inquinamento ed eventi climatici estremi a cui l’urbanistica deve fornire una risposta. Pensiamo al clima: sovente ci sono consumi energetici più elevati in estate che in inverno e quindi le città vanno governate con oculatezza per evitare il degrado».

Il professor Zazzi ha poi messo a confronto diversi piani regolatori di Parma ed ha ricordato che il concetto di rigenerazione urbana non è recente; taluni “sventramenti” di quartieri antichi sono stati attuati per sanificare le città. Importante è ciò a cui diamo valore per giudicare la virtuosità di ciò che si è fatto, un concetto che ha preso piede nella metà degli anni ’90 su come rigenerare le città ed ha citato i piani regolatori di Bruno Gabrielli su Parma (ma anche Fidenza e Piacenza) «per intervenire con attenzione morfologica dentro precisi strumenti urbanistici».

Diverse le previsioni su come cambiare la città (Parma), alcune attuate (ex Barilla), altre ancora da sviluppare, anche per problemi economici. Altri interventi di trasformazione sono stati quello della stazione, la Pasubio (con capitale misto), quello per l’Autority alimentare, con il nuovo, molto discusso, ponte nord.

Cosa fare dunque sulla città in modo virtuoso? «Individuare ciò che non è stato utilizzato nelle zone dismesse, bonifiche dei siti industriali (ma un eccessivo inquinamento dei suoli li porta fuori mercato). Molti gli spazi su cui intervenire, dall’anello della circonvallazione, allo stadio Tardini, la Cittadella, l’ex Eridania; certo progetti difficili da realizzare, ma comunque intanto bisogna avere unitarietà delle funzioni e darsi un programma di lavoro».

Un altro tema importante a parere di Zazzi è quello della mobilità ciclistica e pedonale. Ed ha citato Helsinki come esempio virtuoso. 

Dunque rigenerare la città consolidata, ma sempre tenendo presente che i molti posti differenti (centro storico, quartieri, lottizzazioni, quartieri artigianali) presuppongono sempre interventi con metodologie differenziate.

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