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Attualità Farini

«Casa Protetta di Farini-Ferriere, una struttura che brilla nel panorama sociale piacentino»

Le testimonianze di Paolo Labati e Carlo Pronti sui vent’anni della sua attività

Nella cronaca della cerimonia di festeggiamento per i vent’anni della Casa Protetta per anziani non autosufficienti Farini Ferriere abbiamo anche riferito della presentazione della brochure corredata di significative immagini, che ripercorre il proficuo cammino della struttura al servizio del territorio, attraverso gli interventi di Paolo Labati, già Presidente del Consorzio e del dottor Carlo Pronti, già direttore della struttura. Ne presentiamo un ampio stralcio dei contenuti.  

UNA NECESSITA’ PER GLI ANZIANI DI TUTTA L’ALTA VAL NURE
Dall’intervento di Paolo Labati

Il “problema anziani” con le problematiche connesse - sono convinto - abbia inizio nel decennio 1960 / 1970, quando nella parte alta della Valle (a monte di Bettola) si è accentuato il fenomeno migratorio verso l’estero e verso le città industriali della pianura. Ciò è avvenuto per desiderio di una certa fascia della popolazione di avere un posto di lavoro “dipendente” e un reddito “certo” per migliori condizioni di vita. Il fenomeno è stato conseguenza di una politica, che - dopo i decenni precedenti contrassegnati da sensibilità verso la montagna - ha avuto scarsa attenzione ai bisogni del territorio: viabilità, servizi pubblici, assistenza sanitaria, possibilità di imprenditorialità sul territorio non hanno avuto quella considerazione attenta ai bisogni del tempo.
L’attrazione verso più comode forme di vita ha di fatto impoverito il territorio e prodotto un rapido invecchiamento della popolazione presente. La consuetudine di accudire l’anziano in casa, in una casa dove lo stesso anziano aveva un ruolo sociale, lavorativo e affettivo di primordine, è finita per essere messa in discussione.
E’ il periodo in cui i  comuni Bettola, Farini e Ferriere si “attrezzano” per l’assistenza domiciliare destinata a diverse famiglie che vivono in loco. Un “esperimento” positivo, ma con significato di “tampone”: un addetto per raggiungere le singole abitazioni impiega più tempo di quanto non possa dedicare ai bisogni dell’anziano. In secondo luogo, l’invecchiamento è inarrestabile e i bisogni da soddisfare sempre maggiori. Gli amministratori si interrogano sulle possibili soluzioni e i Sindaci di Ferriere Giuseppe Caldini, e di Farini, Gianfranco Squeri, convengono sull’opportunità di dotare il territorio di una struttura per anziani non autosufficienti. 
Gli stessi Sindaci, con il supporto e la condivisione dei rispettivi Consigli comunali, intraprendono la strada amministrativa del Consorzio (a cui inizialmente aveva aderito anche Bettola, successivamente ritirata) e pensano ad una struttura comune optando per la proposta avanzata da Farini per il luogo che oggi la ospita. Relazioni geologiche e lavori supplementari hanno reso l’area idonea all’idea progettuale. Si arriva così alla realizzazione del primo stralcio dell’opera, su progetto dell’arch. Adelmo Bellotti ed avente come esecutrice l’impresa edile Maggi di Bettola.
Il sostegno finanziario avviene con fondi regionali e con fondi propri dei Comuni di Ferriere e Farini, che accendono mutui nella misura prevista dallo Statuto del Consorzio (Farini per il 60% e di Ferriere per il 40%).
Domenica 2 ottobre 1988, in tanti hanno assistito alla simbolica posa della prima pietra nel cantiere già aperto. Una pergamena a ricordo della giornata, firmata dai Sindaci di Farini, dottor Luigi Cavanna, e di Ferriere, cav. Giuseppe Caldini, dal progettista arch. Adelelmo Bellotti, dal costruttore Maggi di Bettola e dal Sottosegretario al Bilancio on. Emilio Rubbi, racchiusa in un tubo di piombo, è stata murata alla base della costruzione. L’onore del collocamento della prima pietra nel muro maestro dell’edificio è stato riservato al Sottosegretario che ha voluto ricordare questo giorno come momento importante nella storia della Valnure. Con senso di responsabilità e capacità imprenditoriale e lavorativa, la struttura arriva al tetto. Segue un periodo di stasi, di ripensamenti costruttivi e logistici e si arriva dopo la metà degli anni novanta alla fase finale dell’opera, o meglio alla determinazione ed all’assegnazione di quei lavori per rendere la struttura idonea al funzionamento.
Credo, senza ombra di smentita, al di là di naturali dimenticanze, che la fase più delicata per l’ultimazione della struttura e l’avvio dell’attività sia stata soprattutto merito del dottor Carlo Pronti, che, sollecitato e richiesto dai due Comuni proprietari, ha saputo impostare l’ultimazione dei lavori facendo perno su un appalto pluriennale di gestione. Un secondo grosso merito, soprattutto nella fase pratica di avvio e gestione è doveroso riconoscerlo alla Presidente del Consorzio di quegli anni, Angela Bonilini Chinosi, che con l’aiuto di Angela Draghi (consigliera) e di Gian Carlo Opizzi prima e di Lucia Rossi poi hanno operato per superare i piccoli problemi di ogni giorno, in modo tale che agli ospiti fosse garantita la miglior assistenza. Diversi i Presidenti del Consorzio e i membri del Consiglio di amministrazione, tutti hanno operato nel proficuo interesse della struttura. Si arriva così a sabato 25 luglio 1998, che è al contempo il punto di arrivo ed il giorno della partenza: si apre la struttura che ospita 25 anziani non autosufficienti.
I Presidenti che si sono avvicendati, oltre ad Angela Bonilini Chinosi, sono stati Ernesto Manfredi, Paolo Labati e, attualmente, Celestina Mulazzi. I “veri presidenti” sono però sempre stati nel tempo i Sindaci, componenti l’Assemblea, gli unici che potevano e possono garantire e disporre interventi e azioni oltre la normale routine.

UN IMPEGNO LUNGO 22 ANNI
Dall’intervento di Carlo Pronti

Dopo aver abbandonato la Regione Emilia-Romagna, nella quale ero stato per vent’anni dirigente come Segretario della Sezione Decentrata di Controllo di Piacenza) avevo preparato – come già avevo fatto per tanti altri Consorzi esistenti – i documenti necessari per la trasformazione ex lege del Consorzio Casa Protetta Alta Val Nure, ossia un nuovo Statuto ed uno schema di convenzione tra i Comuni di Farini e Ferriere. A Farini aveva sede il Consorzio Casa Protetta Alta Val Nure, nato nel 1984 in forza di un decreto del Presidente della Giunta regionale che  associava Farini e Ferriere (Bettola si era sfilato al momento di formalizzare la nascita del nuovo Ente). Il Sindaco di Farini Claudio Maschi mi pregò di prendere in mano il problema. La convenzione fu rogata nel marzo 1997 dal notaio dott. Manfredo Ferrerio (il cui padre aveva già rogitato a suo tempo gratis l’acquisto dell’area su cui era sorta la nuova costruzione) e il nuovo
organismo di indirizzo, l’Assemblea Consorziale, composta dai due Sindaci o loro delegati (Ferriere
aveva delegato il consigliere Paolo Labati), aveva deciso il nuovo Consiglio di amministrazione: Presidente
Angela Bonilini, Consiglieri Angela Draghi e Gian Carlo Opizzi.
Il problema da risolvere fu: gestione assistenziale diretta o esternalizzata? C’era chi pensava di far nascere una Cooperativa di donne della Valle, chi propendeva per l’assunzione di assistenti e la gestione diretta. Io fui nettamente a favore per affidare ad una cooperativa sociale già costituita e referenziata, che avrebbe assunto essa donne della zona e precisai che la scelta avrebbe dovuto essere rimessa interamente alla cooperativa, la quale avrebbe gestito la fase delle assunzioni, senza raccomandazioni di alcuno, per quanto importante. Fu questa l’idea che passò in Assemblea, dove erano rappresentati gli esponenti politici dei due Comuni. il Sindaco Maschi e Paolo Labati, assessore di Ferriere per delega del Sindaco.
Vinse, la cooperativa di origine piacentina Coopselios, diretta dalla dott.ssa Ester Schiaffonati.
Si scelse una Coordinatrice di polso, Elisabetta Tagani, che fu “maestra” per tutte le nuove
Assunte. Nel periodo giugno-luglio 1998 la Casa pian piano si riempì. Il primo ospite fu un anziano di Ferriere, trasportato in macchina personalmente da Brunetto Ferrari. L’inaugurazione ufficiale (a Casa funzionante già dai primi di giugno) si tenne il 25 luglio 1998. L’instancabile Presidente Bonilini riuscì a mobilitare un gruppo di volontarie che garantirono agli ospiti un clima di familiarità e di vicinanza. Tutto il personale fu, a spese della Cooperativa, addestrato per ottenere la qualifica formale necessaria.
Ben presto la Casa sarebbe diventata la più Protetta della provincia perché l’Azienda USL di Piacenza
decise nel giro di qualche tempo, su sollecitazione dei Sindaci dell’intera Valle, la collocazione, entro
la stessa struttura, del Servizio di Primo Soccorso, con la presenza di un medico anche di notte. Inoltre, da subito, i numerosi volontari riuniti nella locale Sezione della Croce Rossa Italiana, vi collocarono
anche la loro sede, sicché attorno alla Casa si cominciarono a vedere i mezzi di soccorso del 118, a disposizione di tutta la Valle.

L’articolata memoria del dottor Pronti prosegue descrivendo in modo analitico le tribolate vicende successiva al 1988 quando l’Amministrazione pensò a come aumentare l’iniziale capienza  imbarcandosi in un iter che a causa di modifiche progettuali, appalti, finanziamenti, variazioni di competenze territoriali e un coacervo di nuovi adempimenti legislativi portarono alla conclusione dell’ampliamento solo nell’aprile 2013.
Per concludere questa mia testimonianza personale – scrive poi il dottor Pronti - posso dire che – a mio avviso - anche se ci sono strutture più belle sia nel complesso sia nei particolari, la Casa Protetta di Farini è, nel panorama piacentino, quella dove migliore in assoluto è l’assistenza. Questo, perché il personale assunto in zona ha un’attenzione particolare agli ospiti, come se in essi ritrovasse un proprio familiare, parla con lui
in dialetto, ne conosce i trascorsi, indovina facilmente i desideri. La prova del nove della capacità
professionale e della dedizione personale di tutti coloro che, come OSS – come infermieri – come
fisioterapisti – come animatori operano nella Casa Protetta di Farini si è avuta in occasione della disastrosa
alluvione del 13/14 settembre 2015. Nel momento più grave della esondazione, tutti gli ospiti ma per fortuna la furia del Nure si spense salendo verso la Casa Protetta e si limitò a lambirla da tutti i lati.
E già nella tarda mattina successiva al disastro che aveva colpito l’abitato di Farini, e distrutto la strada di collegamento ed il verde esterno della Casa, non un dipendente ritardò al lavoro, anche se aveva avuto magari danni in casa propria. In ciò indubbiamente favoriti dall’apertura a monte di una nuova strada di collegamento, realizzata in tempi record dalla Protezione Civile perizia..

I PRINCIPALI BENEFATTORI i cui nomi verranno riportati su un’apposita lapide all’ingresso della Casa:
Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza - Banca di Piacenza -Fondazione di Piacenza e Vigevano
Gruppo Alpini di Groppallo- Lyons Club Val Nure- Ass. Amici del Volontariato, Farini- Ass. Piccoli Sementieri, Farini -Ass. Sementieri, Groppallo- Ass. Amici del Cavallo -Ass. di Cultura Popolare delle Quattro Province- “Le Vie del Sale”- Ass. I Barbari di Pradovera “- Amici della Luna”Cinghialisti “Il Branco Farini – Pradovera – Cogno San Savino.
Luigia Gregori -Yolande Angele Veneziani- Francesco e Giovanni Veneziani- Dott. Mario Ferrerio –  Dott. Carlo Pronti, signor  Giovanni Migliorini, Signor Angelo Gazzaniga- Signor Renato Besenzoni- Don Pietro Bracch, in memoria di Don Paolino Chiodaroli,  in memoria di Don Anacleto e Don Carlo- Famiglia Mazzoni -Famiglia Pace -Star Mikron SpA.

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