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“Ci Sentiamo Dopo”, il progetto di Amplifon per l'ascolto responsabile fa tappa a Piacenza

L’iniziativa di sensibilizzazione per gli studenti delle scuole, volta a diffondere sul territorio una nuova cultura dell’ascolto responsabile a partire dai più giovani

Tappa a Piacenza per il progetto “Ci Sentiamo Dopo”, l’iniziativa di sensibilizzazione ideata da Amplifon per gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado di tutta Italia e volta a diffondere sul territorio una nuova cultura dell’ascolto responsabile a partire dai più giovani. 

Protagonisti dell’incontro tenutosi lunedì 16 maggio sono stati oltre 90 studenti delle classi prime e seconde ad indirizzo informatico e meccanico dell’IIS “Marconi Da Vinci”, che hanno preso parte al workshop formativo tenuto da Giuseppe Di Trapani - medico otorinolaringoiatra - e dall’audioprotesista Martina Mura, entrambi “Ambasciatori dell’Ascolto Responsabile” di Amplifon. 

I giovani partecipanti si sono confrontati con i relatori sui temi dell’ascolto responsabile, della prevenzione uditiva e degli impatti cognitivi legati alle patologie dell’udito che – oltre a costituire elementi che diventeranno rilevanti anche nelle loro future professioni – rappresentano, ad oggi, tematiche di assoluta importanza, soprattutto per le nuove generazioni. 

Entro il 2050, infatti, si stima che 2,5 miliardi di persone nel mondo soffriranno di calo uditivo. In particolare, secondo l’OMS, oggi 1,1 miliardi di giovani sono a rischio di sviluppare danni permanenti all’udito a causa dell’ascolto di musica ad elevato volume e dell’esposizione prolungata a fonti di rumore eccessivo[1]. D’altro canto, l’OMS stima anche che, in un orizzonte temporale di dieci anni, per ogni dollaro investito in cura e prevenzione uditiva, si possa generare un ritorno di circa 16 dollari[2].

Per questo motivo, Amplifon ha accolto la call-to-action lanciata dall’OMS attraverso il progetto Ci Sentiamo Dopo. Dal suo esordio, l’iniziativa ha già coinvolto circa 26.000 studenti in oltre 1.300 classi in tutta Italia ed è sbarcato recentemente anche in Spagna e Francia. Il programma comprende un sito omonimo per i materiali di approfondimento (www.cisentiamodopo.it) e l’APP Listen Responsibly con il suo Noise Tracker, che misura il rumore delle città e contribuisce alla costruzione della prima mappa crowd-sourced dell’inquinamento acustico. 

Proprio dalle rilevazioni effettuate dagli utenti dell’APP Listen Responsibly, la città di Piacenza si attesta su un livello di rumore medio pari a 56,91 dB. In base ai dati raccolti dalla community, le oasi acustiche di Piacenza sono risultate via Madre Teresa di Calcutta (40 dB), via Giuseppe Badiaschi (48 dB) e via Caduti di Cefalonia (50 dB), mentre le zone dove viene rilevato un livello di rumore mediamente più alto sono il casello dell’Autostrada (70 dB) e via 24 Maggio (60 dB).

«Siamo molto contenti di aver ospitato l’evento organizzato da Amplifon nel nostro istituto, con cui termina il progetto sull'ascolto responsabile che abbiamo intrapreso con grande entusiasmo quest'anno. I ragazzi in officina sono esposti a molti rumori dannosi per la salute del proprio udito e hanno bisogno di imparare i rischi da cui tutelarsi. Inoltre, ci piacerebbe continuare ad approfondire le tematiche messe al centro del progetto ‘Ci Sentiamo Dopo’ di Amplifon, di cui abbiamo avuto una testimonianza molto apprezzata» ha commentato Ilaria Tiberio, Docente dell’IIS “Marconi Da Vinci” di Piacenza. «Progetti che prevedono il coinvolgimento attivo dei ragazzi, come, ad esempio, il Noise Tracker dell’APP Listen Responsibly, sono la strada giusta» ha aggiunto Ilaria Tiberio.

«Stimolare nei giovani la riflessione sui disturbi dell’udito e le loro ricadute a livello sociale è una priorità importante, soprattutto considerando i dati forniti dall’OMS», ha sottolineato Giuseppe Di Trapani, medico otorinolaringoiatra. «In questo incontro, abbiamo cercato di far comprendere alle nuove generazioni quanto sia importante attribuire all’udito la stessa attenzione che dedichiamo agli altri nostri sensi. Dal coinvolgimento dei più giovani passa la diffusione di una sensibilità rinnovata verso una nuova ecologia acustica», conclude Di Trapani.

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