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Cinquant'anni fa la fine dei lavori e l'inaugurazione del grattacielo dei Mille

Giunto al mezzo secolo di vita il “gigante” di via dei Mille ricorda la sua origine e si apre alla città

Sono iniziati i festeggiamenti per i secondi 50 anni del gigante di Piacenza. Gli anni sono quelli della fine lavori, il gigante è il grattacielo dei Mille. Mentre nel 2015 erano stati festeggiati i 50 anni dell’inizio della sua costruzione con la pubblicazione del libro monografico dell’architetto italo argentino Patricia Ferro, questa volta l’evento è stato solennizzato nella hall d’ingresso con la presentazione di un vecchio modello del progetto originale in scala 1:100 recentemente restaurato. L’elegante e affollata cerimonia ha avuto l’onore di ospitare uno dei progettisti in persona, l’architetto Mario Cattozzo, mentre a nome dell’ingegner Salvatore Ligresti, deceduto nel 2018, è grattacelo dei mille-3stato presente il figlio Paolo.  Tra gli ospiti l’assessore Luca Zandonella e il parroco di San Savino don Alphonse Lukoki Fulumpinga. Il plastico datato 1965 è alto 82 centimetri, restaurato dal tecnico Lorenzo Lertua è protetto da una teca trasparente e rimarrà in bella vista nella hall. Rispetto ad oggi il Grattacielo dei Mille non aveva la facciata unica a vetri, realizzata con la ristrutturazione del 2003. Con questa iniziativa il nuovo amministratore dell’edificio, la geometra Lorena Pizzamiglio, ha dato il via ad una serie di cambiamenti innovativi discussi da tempo all’interno dell’’’Associazione Amici del Grattacielo dei Mille”, associazione dei condomini, unica nel suo genere, creata per valorizzare questo importante esempio di architettura moderna a Piacenza, favorire la socializzazione tra i condomini e un maggiore dialogo con la città e rendere l’edificio un’icona di sostenibilità ambientale.

LA SCHEDA

La storia dell’edificio inizia nel 1965 quando l’Amministrazione comunale rilascia la Licenza Edilizia per la costruzione del Grattacielo i cui lavori termineranno il 16 luglio 1970. Scrive l’arch. Ferro nel suo libro intitolato “Il Grattacielo dei Mille: uno sguardo al passato al presente e al futuro” che l’edificio sorge sul sedime dell’ex Molino Rebora, in un’area contigua alla stazione ferroviaria e ai giardini pubblici. Con i suoi 79 metri di altezza che sviluppano 21 piani fuori terra più due interrati, il grattacielo è la più alta costruzione della città. L’edificio, ispirato ai principi dell’architettura moderna ospita su un basamento di tre livelli attività commerciali e uffici, mentre dal quarto piano in su delle abitazioni.

I piani degli appartamenti sono divisi in due ali, ciascuna servita da un vano scala. La parte di destra ospitava gli appartamenti più piccoli di 134, 124 e 78 mq, mentre quella di sinistra, quelli di maggior metratura, di circa 200 mq (oggi molti di loro frazionati), dotati di balconi dalla forma arcuata, che in facciata, per effetto del perfetto allineamento di questi, separano il fronte principale in due parti asimmetriche secondo un modello che ricorda le unità di abitazioni di Piero Bottoni a Milano, come ricorda Matteo Sintini del MiBact. Il libro monografico ripercorre la storia del gigante piacentino, ormai parte del patrimonio culturale dell’Emilia Romagna, evidenziando come il Grattacielo possa diventare il punto panoramico per eccellenza della città e soprattutto costituire un importante esempio di sostenibilità ambientale e sociale.

Le foto in bianco e nero sono tratte dalla citata monografia. Nelle immagini a colori momenti dell’evento e foto ricordo con l’architetto Mario Cattozzo, il dottor Paolo Ligresti, il geom. Lorena Pizzamiglio amministratrice del complesso e l’architetto Patricia Ferro, presidente dell’Associazione Amici del Grattacielo dei Mille. L'immagine del Grattacielo dei Mille al tramonto è stata scattata nel 2015 dal fotografo Adriano Perotti. 

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