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«Ecco la guida per aiutare i detenuti a conoscere i propri diritti»

Presentato anche al carcere di Piacenza il vademecum curato dal Garante regionale per i diritti dei detenuti

«Un'informazione chiara e sintetica all'interno del carcere è molto improntate perché talvolta a causa dell'ignoranza delle norme si alimentano aspettative poi purtroppo disattese dalla realtà». Così la direttrice del carcere di Piacenza, Maria Gabriella Lusi, ha sottolineato l'importanza dell'iniziativa del Garante regionale dei detenuti che venerdì 15 luglio ha presentato, in tutte le case circondariali dell'Emilia Romagna, un vademecum dedicato proprio ai detenuti e ai loro diritti all'interno delle strutture penitenziarie. Presente Monica Faiolo dell'ufficio del Garante regionale.

«E' un'iniziativa che accogliamo molto volentieri - spiega la direttrice delle Novate - perché innanzitutto significa la conferma di una positiva sinergia tra l'Amministrazione penitenziaria e il Garante regionale per i diritti dei detenuti: entrambi siamo infatti interessati a questi diritti e anche alla legalità all'interno del in carcere, con uno stretto legame sul piano operativo e quello ideologico». 

«Questo lavoro condotto dal Garante, e che presentiamo oggi - aggiunge Lusi - raccoglie in maniera sintetica ed esplicita i presupposti affinché la popolazione detenuta possa ambire e aspirare a percorsi alternativi al carcere stesso. Ben venga anche la presenza e la collaborazione del mondo del volontariato, ovvero di quei soggetti che curano la relazione con i nostri detenuti, affinché possano rendere un contributo efficace per la corretta informazione dell'utenza».

Il vademecum che è stato presentato anche a Piacenza si chiama "Codice Ristretto": «ed è di fondamentale importanza per fornire ai detenuti con pena definitiva o da espiare uno schema di interpretazione della legge sull'ordinamento penitenziario - sottolinea l'avvocato piacentino Romina Cattivelli dell'Osservatorio carcere nazionale e regionale dell'Unione delle camere penali -  in particolare quella parte che prevede i benefici che vengono riconosciuti ai detenuti a livello premiale, a fronte quindi di determinate condotte. Sia tratta di schemi che consentono di individuare, in base alla tipologia di detenuto e alla pena da espiare, a quali benefici accedere. Si cerca quindi di consentire ai detenuti un approccio a una normativa spesso farraginosa, ma che cerchiamo così di semplificare, dando anche linee guida da interpretare anche con il proprio difensore».

«Purtroppo - aggiunge Brunello Buonocore, in rappresentanza di Asp del Comune di Piacenza - l'informazione tra i detenuti viaggia con il passaparola, quindi con imprecisioni e luoghi comuni fuori dalla realtà, come ad esempio che solo chi ha molti soldi e può permettersi costosi avvocati viene favorito».

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