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Coltivazione del grano duro: «Fondamentale la scelta varietale»

Incontro tecnico di Confagricoltura con Luigi Cattivelli direttore del Crea

La Sezione di Prodotto Colture Industriali di Confagricoltura Piacenza ha organizzato un incontro tecnico dedicato al grano duro per approfondire, con particolare attenzione all’agrotecnica, prospettive e criticità di questa coltura divenuta importante per l’agricoltura piacentina, ma che negli ultimi anni ha presentato diversi problemi, con risultati economici e produttivi al di sotto delle aspettative degli agricoltori. Luigi Cattivelli, direttore del CREA Centro Ricerche in Agricoltura di Fiorenzuola d’Arda, ricercatore e noto esperto della materia è intervenuto dialogando a tu per tu con i produttori. «Con un maggio freddo e umido come quest’anno – ha spiegato Ercole Parizzi, presidente della Sezione di Prodotto Colture Industriali di Confagricoltura Piacenza – abbiamo avuto notevoli problemi di volpatura. E’ un grosso deficit tecnologico perché il grano duro volpato non è adatto alla filiera della pasta. Si tratta di capire come fare per prevenire».

«Purtroppo questa primavera ha registrato le condizioni ottimali per uno sviluppo della volpatura – ha spiegato Cattivelli -. Il grano duro è esposto a questo rischio, perché la nostra è una zona al limite dell’areale di produzione. Per coltivare grano duro sui nostri campi è fondamentale una corretta scelta evitando varietà anche solo moderatamente sensibili. Molto utili sono i sistemi di supporto alle decisioni per intervenire con i pochi trattamenti che servono nel momento opportuno».

«A tal proposito può essere molto utile anche la consultazione dei bollettini pubblicati dal Consorzio Fitosanitario» – ha aggiunto Giovanni Marchesi, vicedirettore di Confagricoltura Piacenza e responsabile dei servizi tecnici.

«Coltivare orzo è più semplice – ha sottolineato Stefano Repetti componente di Giunta esecutiva – teme il ristagno idrico, ma a parte quello non si fatica a produrlo, la contropartita è il prezzo basso».

In termini di prezzi, secondo Luigi Cattivelli, l’unico strumento oggi a disposizione per contrastarne la volatilità sono i contratti di coltivazione e il fondo per la coltivazione del grano duro, di cui attualmente si sta discutendo la proroga. 

«Una misura, quest’ultima, il cui beneficio sarà misurabile quando assegneranno concretamente i premi di cui per ora non si ha riscontro» – ha sottolineato Marchesi. 

L’incontro ha così lasciato spazio per affrontare diverse problematiche tecniche e commerciali relative alla coltivazione dei seminativi mappando per ciascuno criticità e opportunità. Quanto a micotossine e fusariosi, problemi per la nostra agricoltura tutto sommato gestibili, ma ben più gravi per quella canadese, Cattivelli ha spiegato come si stiano sviluppando varietà tolleranti, anche se saranno disponibili prima quelle di grano tenero, occorrerà invece un po’ più tempo per quelle di grano duro più difficili da ottenere.

«E’ raccomandabile, sia per il grano duro che per il tenero, un trattamento in piena fioritura per proteggere dalle furiosi e in generale, dalle malattie fogliari – ha spiegato Cattivelli -. Quanto alle ruggini ci sono varietà resistenti alla ruggine bruna, che impatta relativamente sulla produzione, mentre la ruggine gialla, vista nelle nostre zone per la vima volta nel 2003, è disastrosa. Il consiglio è quello, ancora una volta, di porre molta attenzione nelle scelte varietali studiando i risultati delle prove sperimentali pubblicate nell’arco di 5- 6 anni. Bisogna cercare le piante ad ampio adattamento. Come la varietà Planet: oggi la più seminata dalla Finlandia alla Sicilia».

Quanto alle concimazioni, lo studioso ha suggerito due concimazioni azotate sottolineando come «molte varietà abbiano hanno esigenze azotate leggermente diverse. Anche per questo sono utili i sistemi di supporto alle decisioni». 

Un passaggio, infine, su una variabile divenuta rilevante negli ultimi anni: il contenuto di proteine. La filiera della pasta lo considera un asset importante, va detto che la selezione è notevolmente progredita, tanto è vero che i grani antichi spesso sono al limite dell’accettabilità per contenuto di proteine. Anche in questo frangente dunque l’importanza della scelta a cui può essere di supporto la concimazione fogliare, che non genera un aumento della produzione, ma tecnicamente vale mezzo punto di proteine in più.

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