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Come regalo di nozze un defibrillatore donato da due sposi alla città. Piacenza ora ne ha mille sul territorio

Il sindaco Barbieri: «Il modello Piacenza città cardioprotetta sta facendo scuola in Italia»

Piacenza sempre più “città del cuore” e soprattutto cardioprotetta grazie a tre nuovi defibrillatori, il millesimo dei quali è stato donato dalla famiglia Ponginibbi e posizionato in largo Battisti, alla presenza del sindaco Patrizia Barbieri, della cardiologa Daniela Aschieri, responsabile di Progetto Vita, presente insieme ad alcuni collaboratori dell'associazione e di Luigi Ponginibbi, titolare della Ponginibbi Group.
Quello posizionato in Largo Battisti sarà il primo apparecchio telecontrollato con un sistema di avviso per eventuali interventi tecnici e manutenzione al centro di assistenza e di allerta direttamente alla centrale operativa del 118 in caso di utilizzo del defibrillatore.
Oltre a quello in largo Battisti sono stati donati alla città altri due defibrillatori: da parte di Paolo Cetti, presidente Rotaract Club Piacenza a.s. 2019-2020 posizionato in corso Vittorio Emanuele all’altezza di via Verdi di fianco alla farmacia Laneri e da parte del cantante piacentino Simone Fornasari, che insieme alla neo moglie Camilla Manzotti ha deciso, anziché il classico regalo di nozze, di fare una raccolta fondi e donare un defibrillatore alla sua città. Questo apparecchio è stato posizionato alla Muntà di rat.

«Il modello Piacenza città cardioprotetta sta facendo scuola in Italia e l'auspicio è che si arrivi presto all'approvazione definitiva della legge sui defibrillatori per una diffusione sempre più capillare di questi strumenti salvavita: la tempestivà, in caso di arresto cardiaco, è fattore fondamentale» ha detto il sindaco Barbieri nel ringraziare la dottoressa Aschieri e tutti i collaboratori e volontari della associazione “Progetto Vita” per lo straordinario impegno di questi anni. Il sindaco ha poi ringraziato «le forze dell'ordine e, non ultimi i benefattori, Simone Fornasari e Camilla Manzotti, Paolo Cetti e la famiglia Ponginibbi evidenziando che il signor Luigi, con i primi defibrillatori donati nel 1998, è stata uno dei primi sostenitori del progetto, dimostrando la sensibilità e l'attenzione verso il bene della comunità».

«In questi anni – ha ricordato la dottoressa Aschieri – è stato possibile salvare 130 persone grazie alla rete dei defibrillatori integrati nel sistema 118 attraverso la APP DAE Responder che permette ad ogni cittadino di essere allertato in caso di bisogno nelle vicinanze. Scaricare la APP è un gesto importante per contribuire insieme a salvare vite umane dalla epidemia che colpisce 60.000 persone ogni anno in Italia».

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