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Il comitato “salva ospedale” deposita le prime 460 firme

Si batte contro la costruzione del nuovo. Ridella: «Stiamo abbandonando un patrimonio, siamo per la rigenerazione e l’ampliamento di quello esistente». Ambrogi: «Rischiamo che l’area di via Taverna diventi una topaia»

Il comitato “salva ospedale” ha depositato in Comune, presso gli sportelli del Quic di via Beverora, nella mattinata del 30 settembre, le prime 460 firme raccolte contro la decisione di costruire un nuovo ospedale a Piacenza. «Queste le abbiamo raccolte solo con il passaparola – spiega il portavoce del comitato, Augusto Ridella - per chiedere che il comune di Piacenza, nella persona del sindaco Katia Tarasconi, fissi un pubblico dibattito affinché si valuti una rigenerazione e l’ampliamento dell’ospedale di via Taverna».

«Abbiamo toccato con mano – motiva i propositi del comitato - che c'è la possibilità di fare nuovi parcheggi nell’attuale nosocomio e ci sono gli edifici per ottenere nuovi padiglioni. La cosa più grave è che si sta abbandonando un patrimonio di almeno 150 milioni di euro: quello di via Taverna è un ospedale recente, non vecchio. Un’altra preoccupazione è che, intanto che aspettiamo quello nuovo, quello attuale sia abbandonato in questi anni».

D’accordo anche l’ex assessore Giovanni Ambrogi. «Non serve una nuova scatola – ha detto prima di consegnare le firme - per far diventare un ospedale un centro di eccellenza. Sono i medici e infermieri decisivi, che ora mancano. Rischiamo che l’area di via Taverna diventi una topaia, Piacenza ha già diverse zone dismesse e abbandonate». Per Ambrogi i soldi del nuovo ospedale dovrebbero essere investiti per potenziare quello attuale e anche il personale. «I soldi non li perdiamo, utilizziamoli per altro. La medicina sta andando da un’altra parte. La popolazione sta invecchiando, ci sono più malattie croniche. Serve una rete ospedaliera e sanitaria più efficace. Si è sempre detto che il pronto soccorso è subissato di richieste improprie, un 60 per cento di richieste sono sbagliate. Segno che sul territorio la rete non funziona, le guardie mediche non ci sono, i medici di famiglia sono pochi». Anche l’ex sindaco Stefano Pareti appoggia il comitato e chiede una valutazione sull’ospedale esistente.

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