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«Complesso intervenire nel territorio di Ottone partendo da Bobbio, non funziona»

Taglio della guardia medica a Ottone dal 1° gennaio, il sindaco Beccia: «Chiederemo i danni all’Ausl»

«Da oggi la situazione sanitaria ad Ottone e Bobbio è questa: a Bobbio c’è un ospedale di montagna, un punto di primo soccorso aperto h24, un’auto medica 118, e quattro medici di guardia medica in turnazione di cui 2 “rubati” alla guardia medica di Ottone». Così Federico Beccia, sindaco di Ottone, si sfoga contro la decisione dell’Ausl di tagliare il servizio di continuità assistenziale nel suo comune, accorpato a Bobbio.

«A Ottone fino a ieri - precisa il sindaco, che di professione è medico di famiglia in Valtrebbia - c’erano in servizio tre medici che coprivano l’80/90% dei turni come facilmente dimostrabile da documenti in mio possesso. Nel comune di Ottone e le sue 32 frazioni e i suoi 127 chilometri di strade oltre al comune di Cerignale e le sue frazioni e il comune di Zerba e le sue frazioni il nulla. Si perché geni della strategia del controllo del territorio dell’Ausl hanno deciso che il territorio della montagna si controlla da solo».

Il sindaco ringrazia intanto i volontari della Croce Rossa di Ottone. «Hanno comunque una operatività sanitaria limitata. Un esempio? Colica renale notturna con vomito nella frazione di Bertone. Andrebbe così dopo la chiusura della guardia medica: telefonata alla guardia medica di Bobbio, la quale decide che parte da Bobbio. Dopo almeno un’ora e mezza se la strada è buona e il medico un bravo guidatore, la stessa sarà sul posto, farà due punture al malato e tornerà dopo altre due ore in sede. Oppure, più probabilmente, allerterà il 118, partiranno i volontari che in un’ora e mezza saranno a Bobbio dove il soggetto verrà portato a Piacenza, dove gli faranno il tampone covid, dove aspetterà qualche ora in pronto soccorso, dov’egli verranno fatte le famose 2 punture e poi potrà tornare a casa dopo questa odissea».

«Così qualche genio – va avanti Beccia - si sentirà soddisfatto illudendosi di aver risolto i problemi della continuità assistenziale. È tutto quanto sopra in aperta violazione ai contratti collettivi nazionali che non danno potere alle Ausl di chiudere sedi di guardia medica. Anche perché ci sono alternative previste dai contratto a cui l’azienda non aderisce perché non sa, o fa finta di non sapere... ma nei prossimi giorni glielo ricorderemo. Detto questo ad Ottone attualmente ci sono 7 ammalati di Covid a domicilio. Perché se possibile la gente va curata a casa, ma se togli i servizi di assistenza territoriale come li curi? E se qualcuno starà male di notte o di sabato e domenica e si aggraverà di chi sarà la responsabilità? Ed inoltre che impatto sull’economia turistica avremo?».  

Beccia prosegue nella sua riflessione polemica. «Quale turista si avventurerà in un posto dove se anche gli viene un mal di denti non c’è nessuno che ti prescriva un antidolorifico se non a 30/40/50 km? Vergogna! Ausl riapra immediatamente la sede di Ottone e Ferriere. I medici ci sono e lo sanno. Domattina alle 8 aprirò la sede di guardia medica come era già previsto per dare un servizio a chi ha bisogno perché chi è deputato a questo latita. E chiederò al Consiglio comunale l’autorizzazione a citare per danni l’Ausl ed eventualmente avviare ad altre autorità competenti la richiesta di valutare eventuali altre situazioni anche non civilistiche come richiesto mi dal capogruppo della minoranza “Valtrebbia”. Intanto grazie ai volontari della Cri di Ottone, contiamo su loro nell’ora più buia».

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