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Confalonieri in Cattolica: «Lasciamo lavorare quei due lì, Berlusconi faccia un atto di responsabilità»

Il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri ha partecipato a un convegno all'Università Cattolica di Piacenza, intervenendo anche sull'attuale situazione di stallo della politica nazionale: «Se sono bravi (Salvini e Di Maio) risolvono i problemi, se non lo sono, si andrà un’altra volta al voto»

«Lasciamo lavorare quei due - Matteo Salvini e Luigi Di Maio, nda - per risolvere i problemi e Berlusconi faccia un atto di responsabilità, facendo parte della maggioranza. Se sono bravi risolvono i problemi, se non lo sono, si andrà un’altra volta al voto. Però adesso il Paese ha bisogno di un governo, ma nuove elezioni subito, sono un rischio. Ed ancora: serve molta formazione, anche nel mestiere del giornalista. E sul web: internet ha cambiato in diversi momenti il mondo, ma il più pericoloso è il settore politico. Basti osservarne gli effetti su diverse elezioni nel mondo, anche in un paese come gli Stati Uniti. I governanti del mondo dovrebbero intervenire». Lo ha detto il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri in un breve incontro, in un momento di pausa, con i giornalisti, prima di essere intervistato da due studenti del Corso di laurea Magistrale in Food Marketing, nel corso del convegno svoltosi all’auditorium Mazzocchi della Cattolica di Piacenza, cui hanno preso parte alcuni dei top manager e imprenditori delle più importanti aziende industriali e commerciali italiane che hanno collaborato in questi mesi al “Business game“, ovvero la simulazione di progetti di promozione ritagliati sulle esigenze di nuovi prodotti di grandi marchi di diversi settori merceologici coordinati dai docenti Daniele Fornari e Sebastiano Grandi. «Se dovessi cercarmi oggi un lavoro- ha chiosato sempre Confalonieri- non credo che riuscirei a vincere la concorrenza di giovani così preparati; oggi bisogna continuare a studiare ed ogni anno rimettersi in gioco con la formazione».

Parterre delle grandi occasioni per ascoltare Confalonieri e gli altri manager. Il Presidente di Mediaset spigliato, arguto ed accattivante, non si è certo sottratto “al gioco” ed ha “dispensato” aneddoti ed acute osservazioni. Della sua passione per la musica ha chiarito che “è una disciplina mentale, una ginnastica per il cervello che faccio ogni mattina suonando il pianoforte; ma è anche un atto di umiltà se ci confrontiamo con i grandi del passato; oggi manca l’umiltà e la cultura e l’arte ce lo insegnano”. E su Mediaset (3,5 miliardi di fatturato e oltre 5000 dipendenti) ha spiegato che “Berlusconi ha compreso il momento giusto per fare concorrenza alla TV pubblica. E’ un fenomeno dell’imprenditoria, il Pelè della comunicazione”.

Ed ha ricordato, sollecitato da una domanda di “averlo licenziato….dall’orchestrina nella quale in gioventù suonava il contrabbasso e cantava, perché sovente scendeva dal palco a ballare sulla pista, rivelando già allora la sua propensione di “tombeur des femmes”.Gestire la cavalcata del digitale non è stato semplice; in Publitalia abbiamo creato una “profilazione” dei clienti per adeguarci nei programmi”.  E sulla crisi della carta stampata ha riconosciuto la necessità di “curare la comunicazione del proprio paese ed è per questo che i quotidiani locali resistono di più. (Ha tra l’altro citato Ernesto Prati). Il locale è la nazione in cui sei, ed è per questo che la TV ha bisogno di conduttori in cui gli italiani si ritrovino. E’ stato per Mike Bongiorno, Vianello ed oggi lo è per Scotti ed altri. Ma in una televisione bisogna dare più spazio ai giovani, ai creativi ed un po’ meno ai contabili”.

E sui giovani ha detto che “devono anche sbagliare, perché l’esperienza viene da questo. Stamattina sono stato ammirato da questa integrazione con le aziende, tutte di primissimo piano. Adesso ogni anno bisogna cambiare le prospettive; soprattutto studiate, formativi, perché questa è la strada giusta”. Tutti soddisfatti di questa esperienza del businnes game i manager intervenuti, dopo il saluto della Preside Fellegara (presente il sindaco Patrizia Barbieri, rappresentanti di enti ed associazioni professionali).  Nel corso della mattinata i mutamenti intervenuti con il web sono stati al centro di vari approfondimenti; in particolare le conseguenze sul mercato della grande distribuzione, rivoluzionato dall’e-commerce. La crescita costante del commercio online sul totale delle vendite al dettaglio è un trend ormai consolidato a livello globale. Con un gigante come la Cina, patria del colosso Alibabà di Jack Ma, a trainare tutto il pianeta e con Amazon.  In Italia invece il mercato degli “e-shoppers” è arrivato a 22 milioni di unità e il settore dell’e-grocery (il commercio dei prodotti confezionati di largo consumo), pur occupando una quota ancora limitata del mercato online, risulta pure in espansione. La multicanalità della vendita – è stato fatto osservare – è un fattore in crescita nel mondo delle vendite della grande e media distribuzione, con la combinazione di vendite “offline e online”. Con Barilla si è parlato dei suoi prodotti Bio, “buoni come il pane”; con Sante Polito di Nestlè di Neskit e dell’importanza di passione, professionalità e dello studio dei target di riferimento.

Con il gruppo Esselunga (il direttore commerciale Gabriele Villa) è stato evidenziata la necessità di “una cultura dell’innovazione, di una scuola di marketing e degli evidenti cambiamenti nella cura dell’alimentazione. E si è dissertato anche delle potenzialità dell’e-commerce. Il manager del futuro deve dialogare in azienda, confrontarsi; deve essere responsabile, credibile, ma poi alla fine deve decidere”. Con Angelo Massaro di at Iri si è parlato di analisi dei mercati e della ricerca di prevedibilità, mentre con Marco Piantanida di Lindt si è chiarita la necessità di un’analisi dei mercati del cioccolato e di un approccio olistico al cibo. Infine gli interventi di Tommaso Rigoni di Henkel (educare il consumatore all’uso di additivi), Andrea Montagna di Bonduelle ( ridurre la distanza tra concetto di gusto ed insalata, sviluppare proposte che conquistino il cliente) e di Maurizio Bernardi del gruppo BSH (meno lavatrici ma più piene, tramite app che colleghino fruitori come studenti fuori sede e lavoratori full time, ed abitazioni private disponibili; puntare su prodotti innovativi e sostenibili).

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