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L'allarme giustizia

Il grido di dolore del procuratore: «Presto la paralisi e uffici chiusi»

Procura senza personale amministrativo, migliaia di fascicoli lavorati dai magistrati non trovano “le mani” che li dovrebbero gestire. A rischio il diritto di difesa. A Piacenza una seduta del consiglio giudiziario

«Stiamo andando incontro alla paralisi che diventerà sempre più concreta con l’avvicinarsi delle ferie estive e che ci costringerà alla chiusura di alcuni uffici (come già accaduto l'anno scorso, nda). Non si è più in grado di lavorare per la mancanza di personale amministrativo ora più che dimezzato e quello rimasto è sfinito. Non so più cosa fare». E’ un vero e proprio grido di dolore quello lanciato dal procuratore Grazia Pradella nell’ambito del consiglio giudiziario che si è svolto a Piacenza nella mattina del 9 giugno. Pradella da sempre in prima linea per far funzionare la macchina giustizia al meglio aveva denunciato le gravi criticità più volte.

Non è una novità la drammatica e clamorosa situazione paradossale che vive Palazzo Madama da molto tempo. Da più parti erano stati lanciati allarmi e vere e proprie richieste d’aiuto provenienti anche dal procuratore stesso (LEGGI QUI). Il problema è arci noto: pool di magistrati che lavorano migliaia di fascicoli e per contro pochissimo personale amministrativo che li gestisce e che manda avanti gli uffici. A tamponare minimamente la situazione ci stanno pensando alcuni pensionati delle forze dell’ordine che volontariamente e per qualche giorno alla settimana prestano la loro opera in via del Consiglio, ma ovviamente non è per nulla sufficiente, anzi. Su una pianta organica di trenta persone – che c’era quando arrivò Pradella nel 2020 – ora sono presenti 14 lavoratori ai quali ne vanno tolti 5 per svariati motivi a fronte, come detto, di carichi di lavoro enormi per i magistrati, lo stesso procuratore ha deciso da tempo di coprire il turno e di gestire lei stessa centinaia di fascicoli. Tra qualche giorno in procura presterà servizio un ispettore della polizia penitenziaria per due volte a settimana fino a fine luglio, e poi?

Le ha fatto eco il presidente dell’ordine degli avvocati, Franco Livera: «Non è così usuale che il consiglio venga fatto così lontano e nell’ultima provincia dell’Emilia-Romagna, e per questo ringrazio. Tuttavia mi associo al grido di dolore del procuratore. Tra poche settimane dovrà partire il processo penale telematico, ma ci troviamo di fronte a questa situazione che di fatto ci porta anche a non avere a disposizione i fascicoli in tempo e quindi a garantire il sacrosanto diritto di difesa per i nostri assistiti. I fascicoli non riescono ad attraversare letteralmente la strada». Presenti in aula Galli quindi oltre i già citati, il presidente della Corte d’Appello di Bologna Oliviero Drigani e il procuratore generale presso Corte d’Appello di Bologna Lucia Musti, oltreché il presidente del tribunale, Stefano Brusati: «Sono molto grato che la seduta si svolga nella nostra città ed è la conferma l’attenzione che Bologna ha verso la nostra città. Le maggiori criticità si hanno nel contenzioso penale ma anche dal giudice di pace» e i componenti del consiglio giudiziario e i magistrati piacentini.

«Siamo ben a conoscenza del problema che attanaglia la procura piacentina – ha detto Drigani -. Facendo il diavolo a quattro sono riuscito a procrastinare il trasferimento del gip coordinatore Laura Pietrasanta almeno fino ad ottobre». Anche l’ufficio gip/gup è interessato da trasferimenti e maternità che quindi non è a pieno regime (LEGGI QUI). «Rappresento tutti i pm del distretto, e voglio riprendere il grido di dolore che sento da molto tempo. Il mio impegno – ha spiegato Musti - è stato massimo e sono vicina agli uffici giudiziari e all’avvocatura alla quale chiedo di farsi sentire anche con clamore mediatico. Nei prossimi giorni arriverà in questa procura un ispettore della penitenziaria che si fermerà fino a fine luglio per garantire la funzionalità di un ufficio. E’ vero, è una goccia nel mare».

I Consigli giudiziari sono costituiti presso ciascun distretto di Corte d’Appello, e sono “organi ausiliari” del Consiglio superiore della magistratura. Tra le altre cose – si legge sul sito del Csm – vigilano sul corretto funzionamento degli uffici del distretto, segnalando eventuali disfunzioni al Csm stesso e al ministro della Giustizia.

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