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«Ho coronato il sogno di aprire la mia attività, anche in un anno pieno di difficoltà»

La testimonianza di Sheyla Marina Vilca, titolare del negozio “Sheyla Profumeria ed Estetica” di via Cavour: «A causa del Covid-19 l'apertura è slittata da marzo a giugno. In estate si è lavorato, ora in settimana non c'è nessuno in città. Mancano i clienti della provincia e i lombardi»

“Anno bisesto, anno funesto”: recita così uno dei più celebri detti popolari, mai così azzeccato come in questo 2020, effettivamente bisestile e decisamente sfortunato, che ha visto la pandemia da Covid-19 prendere il sopravvento sulla quotidianità della popolazione mondiale. Superstizione a parte, sono tante le persone ad essersi messe in gioco per raggiungere i propri obiettivi e magari coronare il sogno della vita, come quello di aprire un’attività propria: è il caso di Sheyla Marina Vilca, titolare del negozio “Sheyla Profumeria ed Estetica” di via Cavour.

«Da Lima, capitale del Perù, sono arrivata a Piacenza nel 2002, a 21 anni. Ho iniziato a lavorare nell’ambito della profumeria nel 2005 e mi sono subito innamorata di questo lavoro, che continuo a portare avanti con tanta passione» racconta Sheyla. «L’idea di aprire un mio negozio di profumeria c’è sempre stata, almeno da 10 anni, ma per un motivo o per l’altro non ho mai avuto il coraggio di fare il grande passo: mi sentivo piccola e il pensiero di essere qui da sola mi spaventava. Ho sempre pensato di voler lavorare con persone di fiducia, come fossi in famiglia, cosa che poi è successa visto che lo staff del negozio è composto da ex colleghe e persone che negli anni sono effettivamente diventate la mia famiglia qui a Piacenza».

Ma dopo 14 anni da dipendente, finalmente la svolta: «Quando si lavora, naturalmente, si imparano a fare tante cose, anche non totalmente aderenti a quella che sarebbe la propria mansione. Mi sono resa conto di avere l’intelligenza e la capacità di poter mettere a mia disposizione tutte le competenze che avevo acquisito negli anni. La profumeria non è solo vendita: dietro c’è un mondo intero con cui doversi confrontare e relazionare. La parte più difficile è senza dubbio quella burocratica, veramente complessa e articolata, che spesso rende cose apparentemente semplici una vera giungla».

Progetti e mesi di preparativi per arrivare pronti al grande giorno, quello dell’apertura. A un passo dal traguardo, però, una doccia gelata di nome Coronavirus: «L’inaugurazione del negozio doveva essere il 7 marzo, ma a causa della sempre maggiore diffusione del Covid e della chiusura generale avvenuta il giorno dopo, che ha portato al lockdown, sono riuscita ad aprire l’attività solamente il 17 giugno. Inutile dire la disperazione totale che mi ha attraversata: avevamo pagato in anticipo merce, affitto e fornitori, mentre le bollette di luce e gas sono comunque arrivate. Eravamo pronti per partire e invece non abbiamo neanche iniziato: quelli della quarantena sono stati mesi molto difficili, pieni di pensieri, paure e preoccupazioni, date anche dall’incertezza che si aveva sulla diffusione del virus e sulla durata delle disposizioni», confessa. «Come se non bastasse la situazione generale, una volta aperto abbiamo dovuto fare i conti anche con gelosie e dispetti, ma nulla di tutto ciò ha minimamente intaccato il nostro entusiasmo».

Terminato il lockdown, nonostante il momento difficile, finalmente una boccata d’aria: «Con le prime riaperture abbiamo lavorato tanto e bene: la gente aveva voglia di uscire e tornare a una sensazione di normalità, anche con piccole spese, prestando attenzione al portafoglio. Abbiamo ricevuto la visita di numerosi clienti già conosciuti e anche di molti nuovi, incuriositi dalla novità commerciale e dall'esclusività dei nostri prodotti», spiega. «I primi mesi estivi sono stati positivi, mentre da agosto ad oggi la situazione è decisamente calata, complici le ferie prima e l’aumentare dei casi di contagio poi».

Con gli ultimi decreti e restrizioni, come il passaggio da zona gialla ad arancione, la situazione si è ulteriormente complicata per gli esercenti: «Attualmente in settimana non c’è praticamente nessuno, tiriamo su qualcosa il sabato. L’impossibilità di uscire dal proprio comune di residenza è penalizzante per tutti; noi in particolare abbiamo numerosi clienti che provengono da fuori città, oltre alla fetta lombarda che arriva direttamente da questo lato di Piacenza. A livello di ristori da parte del Governo, ci è stato comunicato che arriveranno nell’anno nuovo».

Difficoltà, resilienza ma anche tanta soddisfazione in un anno tutt’altro che semplice e redditizio: «Sono felice e orgogliosa di quello che ho costruito con le mie mani e tanti sacrifici. Il supporto dei miei familiari è stato fondamentale, in quanto mi hanno spronata e creduto in me anche da lontano», conclude. «Sono una persona ottimista e spero nel meglio: ce la metterò sempre tutta e lotterò fino in fondo, mettendo anima e cuore nel mio negozio e nel mio lavoro, come ho sempre fatto».

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