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Covid-19: ecco l’andamento dei primi sei giorni delle due settimane sorvegliate speciali

I dati di maggio confermano il costante calo del contagio. La temuta impennata non c'è stata, nessun impatto negativo sul rallentamento dei casi

I dati di maggio confermano il costante calo del contagio.  La temuta impennata non c'è stata, nessun impatto negativo sul rallentamento dei casi. Decisivo ai fini di un’ulteriore liberalizzazione delle libertà di movimento sarà l’andamento della prossima settimana. Ricordiamo, infatti, che il Governo ha la facoltà di bloccare le decisioni prese dalle Regioni se la curva dei contagi o altro parametro dei ventuno monitorati dovesse riprendere quota. Con la copertina di Oreste Grana e le raffigurazioni grafiche costruite con la consulenza di Giuseppe Pagani, evidenziamo alcuni aspetti sull’andamento dell’epidemia comparando situazioni su intervalli di tempo e per aree geografiche omogenee, rendendo poco significative le eventuali discordanze e le oscillazioni numeriche influenzate da più variabili sui dati di base attinti dai comunicati stampa diffusi da Ausl e da Regione Emilia-Romagna.

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Il grafico a linee evidenzia l’incremento dei nuovi casi/giorno: nelle prime due settimane di maggio mediamente +0,6%, negli ultimi 6 giorni +0,29. La curva raffigura l’evoluzione nazionale del numero delle persone in terapia (ospedalizzate e domiciliare) che ieri erano scese sotto quota 60.000. Nell’ambito delle strutture ospedaliere è in costante discesa anche la percentuale della terapia intensiva: 9,3% a fine aprile, 7% in questi giorni.

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Il 66% dei casi attivi in questo periodo è concentrato nelle regioni: Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna. I territori lombardi e piemontesi mantengono le prime posizioni anche rapportando i casi in terapia alla popolazione residente: la regione lombarda segna 2,6 per mille abitanti, il Piemonte 2,0. Seguono Liguria con 1,3, Marche 1,20 ed Emilia-Romagna con 1.

DECESSI E GUARITI. In crescendo il rapporto guariti/defunti.  Il trend che a fine aprile segnava 2,7; in questi giorni è di oltre quattro guariti per ogni decesso.

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L'assessore regionale alle politiche per la salute dell'Emilia Romagna, Raffaele Donini, ha evidenziato un primo prevalente riscontro di cittadini asintomatici trovati attraverso lo screening dei test sierologici (e successivi tamponi) degli operatori sociosanitari e degli appartenenti delle forze dell'ordine.

"Il tasso epidemiologico dell'Emilia Romagna è basso, resta allo 0,2% con l'indice R0 (numero di persone sane potenzialmente contagiate da un individuo infetto, allo 0,52%, la settimana scorsa era 0,57%. Il risultato di questi giorni, che riflette anche l'esito delle riaperture e quel che è successo dopo il 4 maggio, è molto positivo".  La regione, quindi, si conferma a 'basso rischio', nonostante l'avvio della Fase 2 con la riapertura di attività come negozi, bar, ristoranti, estetisti e parrucchieri.

LA SITUAZIONE A PIACENZA

Il direttore generale ing. Luca Baldino nel corso della recente Conferenza Socio-sanitaria provinciale: “Ci aspettavamo un incremento dei casi positivi, invece non si è verificato. Un’ottima notizia, ma non siamo usciti dall’emergenza. Nelle strade del territorio ci sono ancora positivi che circolano, serve ancora una grande attenzione; ora siamo in una fase di evidente riduzione del virus. A 17 giorni dall’uscita dal lockdown tutti gli indicatori sono in diminuzioni. I decessi da Covid-19 registrati dall’azienda al giorno 20 maggio sono 955.

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Ai primi giorni di maggio i pazienti con il contagio in corso erano circa 1250. Al giorno 22 il numero è sceso a 915, con venti persone in terapia intensiva e 187 in reparto ospedaliero; i rimanenti 708 in terapia domiciliare.

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