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Croce bianca, 13mila servizi nell'anno del Covid. «Le nostre medaglie? La gente che dice grazie»

Presentato il nuovo consiglio direttivo dell'associazione piacentina. Il presidente Miglioli ai volontari: «Senza il vostro lavoro, il sistema di aiuti nel periodo del Covid non avrebbe funzionato»

«Senza il vostro lavoro, il sistema di aiuti nel periodo del Covid non avrebbe funzionato». Così il neopresidente del consiglio direttivo della Croce bianca di Piacenza, Sandro Miglioli, ha riassunto in poche parole l'importanza strategica del volontariato socio sanitario, e del quale l'associazione piacentina che fa parte di Anpas è certamente una parte rilevante nella nostra realtà locale.
Nella sede di San Lazzaro è stato presentato il nuovo organigramma, sottolineando che per la futura conduzione sarà tra gli obiettivi più urgenti quello di rafforzare soprattutto l'aspetto amministrativo e finanziario di una realtà grande e complessa come quella appunto della Croce bianca (nel 2020 sono stati effettuati più di 13mila servizi tra ordinari e in convenzione con il 118) scegliendo una figura di supporto esperta come Marco Arcelli Fontana. «C'è ancora tanto da fare per la gente - ha detto il presidente Miglioli - ma c'è anche tanto da chiedere alla popolazione piacentina e al territorio. Come, ad esempio, di contribuire per ultimare l'acquisto di una nuova ambulanza, e finanziare le tante attività dell'associazione».
Paolo Rebecchi, da sempre figura cardine, ha subito rinnovato il ringraziamento ai volontari, soprattutto a quelli che nell'epoca Covid «hanno vissuto momenti emotivamente difficili e rischiato gratuitamente la loro vita in prima persona per aiutare la popolazione nel momento della pandemia. Sono stati qui in momenti drammatici». Rebecchi ha poi anticipato che Piacenza potrebbe ospitare in futuro un grande evento e diventare la "capitale del ringraziamento" riunendo in città tutte le associazioni Anpas d'Italia che hanno lavorato durante il Covid.

Il professor Fabio Fornari, medico piacentino responsabile dell'aera sanitaria dell'associazione, ha sottolineato che i volontari di Croce bianca, nella loro opera volontaria quotidiana a contatto con la gente, si imbattono spesso non solo in problemi medici, ma anche sociali. Quando ad esempio accompagnano a casa un paziente dall'ospedale, ma in quella casa non c'è nessuno che potrà aiutarlo. Ci assumiamo spesso una serie di responsabilità svolgendo anche un ruolo civile».
Fornari ha anche rimarcato un importante concetto sui vaccini Covid: «Noi, che ora siamo già alla soglia della terza dose, siamo stati i primi a essere vaccinati agli inizi di gennaio, in questo modo abbiamo voluto anche dare alla città un messaggio di avanguardia su questa tematica». 

Fabrizio Velieri e Laura Gaidolfi hanno infine condiviso alcuni aspetti emotivi importanti che caratterizzano la vita dei volontari di Croce bianca, primo tra tutti quello di «mettersi gratuitamente al servizio di tutti non per cercare "medaglie": i grazie che ci dicono le persone sono per noi il riconoscimento di maggior valore».

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