Da Arpae "ok" al parco fotovoltaico a Cadeo. Il Consiglio non cambia idea: «Contrari»
L'Ente ha rilasciato l’autorizzazione alla costruzione dell'impianto in località San Francesco. Per la Soprintendenza «ok al limite di 60 metri da rio Fontana». Non cambia la posizione del Consiglio comunale
Dal Servizio Autorizzazioni e Concessioni di Arpae di Piacenza è stata rilasciata, alla Fattoria Solare Sarmato di Reggio Emilia, l’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio del parco fotovoltaico, in località San Francesco di Cadeo. Lo ricordiamo, la società lo scorso 16 settembre aveva presentato in Comune la richiesta di rilascio di Autorizzazione Unica, per realizzare l’impianto di potenzialità pari a 3.582 chilowatt, su oltre quattro ettari di terreno, di proprietà dell’Opera Pia Alberoni. L’area di intervento risulta dalla rinaturalizzazione di un ex ambito di cava recentemente rinaturalizzato in un lungo lasso di tempo che lo ha portato al totale recupero ad uso agricolo. La Commissione per la Qualità Architettonica e il Paesaggio del Comune di Cadeo aveva espresso sin da subito parere contrario alla realizzazione del parco fotovoltaico. Parere che aveva fatto proprio il Consiglio comunale lo scorso 26 novembre, e ribadito nella seduta di sabato 19 marzo. Se n’è parlato grazie ad un’interrogazione presentata dalla consigliera di minoranza Annalisa Maggi (gruppo “RinnoviAmo Cadeo”). «La società aveva affidato la relazione ambientale alla ditta Ambiter Srl – ha spiegato -, la stessa che ha firmato la Valutazione di sostenibilità ambientale e territoriale del Rue. Nella relazione della società viene indicato che il parco fotovoltaico sarà a sessanta metri da rio Fontana, mentre nel documento di pianificazione del territorio la distanza di tutela da rispettare è fissata centocinquanta metri». Così la consigliera ha chiesto se «non vi sia una conflittualità nel ruolo della società» e a risponderle è stato il sindaco Maria Lodovica Toma: «La Soprintendenza ha ritenuto la distanza idonea, rispetto alla tutela del vincolo. Gli uffici del settore Tecnico del Comune non hanno rilevato interferenze nei ruoli di Ambiter, in quanto i ruoli diversi non sono correlati e sono stati eseguiti in epoche diverse». Aggiunge a ilPiacenza.it il consigliere Filippo Bruschi: «Rimango dell'idea che in un momento delicato come questo, togliere terreni coltivabili all' ìagricoltura locale sia un grave errore. Occorre salvaguardare sempre il territorio e l'ambiente, impegnandoci per sfruttare al massimo il terreno che abbiamo a nostra disposizione, coltivandolo. Viene data alla società la possibilità di espropriare terreni confinanti per pubblica utilità, che verranno utilizzati per la realizzazione della linea elettrica aerea. E' ingiusto, a mio avviso, che un cittadino sia costretto a dare in concessione i propri terreni a favore di società, che più che l'interesse pubblico, curano il proprio».
Nei mesi scorsi la Commissione per la Qualità Architettonica e il Paesaggio (composta dai consiglieri Paolo Epifani, Federico Francia, Eufrasia Grazia Longo, Marco Bricconi e Gianmarco Lambertini) aveva ritenuto che «l’intervento si contestualizza in presenza di aree soggette a tutela paesaggistica in virtù della presenza del rio della Fontana ricadendo così parzialmente nell’area soggetto a tutela paesaggistica. Lo stesso comporta un’evidente alterazione dello stato dei luoghi in considerazione della estensione dell’impianto fotovoltaico a terra e della tipologia dei pannelli con altezze di circa 2,50 metri, oltre alle relative opere connesse quali recinzioni, cabine, impianti di illuminazione ed allacciamenti». Anche la Soprintendenza aveva ritenuto che l’intervento «comporterebbe un forte impatto» e aveva indicato, tra gli altri suggerimenti, di «valutare una riduzione significativa dell’impianto a terra nelle zone oggetto di tutela paesaggistica, oltre ad uno spostamento delle cabine in aree esterne alle fasce di tutela dei corsi d’acqua e comunque valutarne un adeguato inserimento paesaggistico». La Commissione comunale – si legge in un documento del Consiglio dello scorso novembre - «pur non contraria in linea generale allo sviluppo di impianti e tecnologie volte all’utilizzo di energie alternative utili all’ambiente presenti peraltro in altre zone del territorio, ritiene che la loro realizzazione debba comunque, nel rispetto dell’ambiente, limitare al massimo l’impatto e non pregiudicare se non addirittura peggiorare lo stato del paesaggio, prevedendo la realizzazione di tali impianti in aree non aventi elementi di valore paesaggistico».