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Da muratore a coltivatore di zafferano a “I Frè” di Groppallo: «Con il lavoro in zona nessun giovane si sposterebbe»

Il 38enne Marco Boletti, anni fa dalla Brianza è tornato con la famiglia a vivere a “I Frè” di Groppallo (Farini), una piccola frazione: «Mai pentito, non ci sono lati negativi nel vivere così distanti dalla città»

È un muratore, nel tempo libero fa l’agricoltore e vorrebbe esserlo a tempo pieno. Marco Boletti oggi ha 38 anni e in passato viveva con la famiglia a Seregno (Monza-Brianza). I suoi genitori erano de “I Frè”, una piccola frazione vicino a Groppallo di Farini, in Alta Valnure. Ha frequentato nel milanese fino alla prima media: poi i genitori hanno deciso di cambiare vita e tornare al paese d’origine. Marco, a 17 Marco Boletti 1-2anni, inizia a lavorare: portalettere, metalmeccanico, gestore di un campo sportivo. Poi diventa muratore. Nel 2011 frequenta un corso dedicato alla coltivazione di piccoli frutti. «Ho incominciato per “colpa” di mia madre – spiega Marco -, quando venivo a casa da lavoro la aiutavo nell’orto, ed è scattata una grande passione».

Da milanese a groppallino, da muratore ad agricoltore. Nel 2014 parte con la prima coltivazione di zafferano per la vendita. «Prima lo coltivavo per la famiglia, poi ho iniziato con fragole, mirtilli e frutta di stagione. In seguito, l’idea dello zafferano». Perché proprio lo zafferano? «È un prodotto che mi è sempre piaciuto, è bello da lavorare, è tutto manuale. Solo la preparazione del terreno prevede l’impiego di mezzi agricoli, mi piace usare le mani. Nella coltivazione mi aiutano i miei genitori e mia suocera». Marco non molla, anche quando qualcuno gli «dà del matto» o sostiene che «coltiva droghe». «Sono temprato, ascolto i consigli ma in quello in cui credo, vado avanti».

«Ogni tre anni - racconta il suo lavoro - tolgo i bulbi dal terreno e li sposto in un altro, perché soffrono. La fioritura va da metà ottobre a metà fine novembre». Marco ha anche cavolfiori, verze, pomodori. «A marzo faccio la preparazione del terreno e le prime semine. Poi a fine primavera-inizio estate inizio i primi raccolti, fagiolini e fragole». La gente passa qua dalla sua casetta in legno a qualsiasi ora. Ma vorrebbe ingranare ancora di più. «Il mercato dello zafferano è un po’ problematico nel Piacentino. Al momento vendo solo ai singoli clienti, per fare un discreto reddito – e abbandonare il mio lavoro di muratore – dovrei riuscire a coinvolgere il mercato della ristorazione, ma i ristoranti piacentini non usano molto lo zafferano in cucina. Questo è il mio obiettivo: al momento vendo tutto a Farini e zafferano-3, con il passaparola. Quindi sto puntando a vendere nei ristoranti della Lombardia».

Muratore e coltivatore, due mestieri non proprio comodi. «Non mi sono pentito di aver iniziato questa seconda attività, lo rifarei mille volte. Mi piace proprio, devo solo riuscire a fare il passo decisivo per lasciare il mio lavoro di muratore». La moglie lavora a Bettola, che è comunque distante una ventina di chilometri. «Fatichiamo a trovare lati negativi della vita a “i Frè”, relazioni e amicizie le abbiamo tutti qui, da Groppallo a Farini. Se c’è bisogno di un cinema ci spostiamo, non sentiamo l’esigenza di essere vicinissimi alla città».

DUE ANNI E MEZZO PER OTTENERE TUTTI I PERMESSI

Anche Marco è convintissimo: vivere a Groppallo è un vantaggio. «In città è un delirio, si diventa molto più nervosi. Si sta meglio qui». Guai però a dire che Groppallo è una frazione di Farini. «Ci sentiamo tutti groppallini, non farinesi. È un orgoglio, ci vediamo come un “comune” staccato da Farini». Eppure i “Frè” sono molto lontani dai centri urbani. «La viabilità è un grande problema per chi viene da fuori. Per noi che viviamo qui, che abbiamo deciso di rimanere a vivere in montagna, il problema più grave è la mancanza di lavoro per i giovani che vogliono restare. I giovani dovrebbero avere più opportunità». Marco fa subito un esempio scoraggiante. «Volevo fare l’agricoltore qua a casa mia. Si sappia che ci ho messo due anni e mezzo per avere tutti i permessi necessari per fare le cose in regola. Mi sembra un lasso di tempo esagerato per uno che vuole fare l’agricoltore in proprio, zafferano 2-2sopra Groppallo». Un altro problema, attualmente, è internet: il telelavoro potrebbe agevolare molte cose, ma bisogna offrire le condizioni sufficienti. «Ho un paio di amici di Farini, liberi professionisti, che possono lavorare dal capoluogo del comune due o tre giorni alla settimana, invece che stare in città, perché c’è la rete veloce. Il telelavoro può portare gente, se ovviamente tutti i territori sono nelle condizioni di essere ben collegati». «Tanti – è la sua tesi – rimarrebbero sulle nostre montagne senza alcuna mancanza, se solo ci fosse più lavoro nei paraggi. Se uno lo trova abbastanza vicino in zona, non ha problemi a rimanere, non se ne va via per avere qualche servizio in più a portata di mano».

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