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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Da Piacenza in Umbria per un test con i droni nelle zone del sisma: «Così i soccorsi saranno più immediati»

Per un week-end il team piacentino di Rescue Drones Network si è riunito nelle zone a cavallo tra le Marche e l'Umbria per sperimentare l’impiego dei droni a supporto delle attività di soccorso su macerie

Destinataria delle operazioni di ricerca congiunta è stata la frazione di Nocria dove si è testata innanzitutto l’integrazione dei diversi attori impegnati nel soccorso: i droni di RDN hanno dapprima effettuato la ricerca dall’alto di persone sia tra le macerie reali che nelle aree limitrofe, impiegando anche termocamere per l’individuazione di persone in vita. I coordinatori delle unità cinofile hanno così potuto vedere sugli schermi dell’Unità mobile del gruppo CB maceratese le immagini in diretta dai droni in modo da poter avere indicazioni su dove muoversi con maggior sicurezza e da seguire puntualmente le unità di terra che perlustravano l’area. Un grande aiuto dall’alto anche per il personale sanitario della CRI che sempre attraverso i monitor remoti ha preso contatto visivo con le persone da soccorrere, comunicando con loro attraverso i megafoni a bordo degli stessi droni. Sempre le immagini ad alta definizione hanno consentito di valutare il percorso da compiere per raggiungere le persone da soccorrere, un supporto che – considerando che ci si doveva muovere in zone di difficile accesso – diventa insostituibile per ridurre i tempi di intervento e garantire un adeguato livello di sicurezza alle squadre di terra. L’Unità Mobile di Controllo di Rescue Drones Network (Rdn) ha garantito il coordinamento in sicurezza via radio di voli anche contemporanei e l’interconnessione con i diversi gruppi di soccorso impegnati sull’area. Messa alla prova la piattaforma tecnologica realizzata da Rdn, proiettata su mega screen, dove era possibile vedere in tempo reale sulla mappa la posizione dei droni impegnati nelle operazioni insieme alle informazioni sullo spazio aereo, sui voli commerciali nella zona, sul vento, sulle precipitazioni in atto, sui fulmini, su incendi attivi, ecc. Molta attenzione è stata data alla questione della sicurezza con la sperimentazione dei comportamenti da tenere in caso di avaria durante i voli, coinvolgendo tutto il personale presente nell’area operativa.

Conclude Gian Francesco Tiramani: «Come sempre uno degli aspetti più qualificanti è proprio quello dell’interscambio formativo ed informativo delle diverse componenti del sistema di soccorso: per questo i gruppi intervenuti hanno evidenziato come sia irrinunciabile imparare a parlare la stessa lingua, conoscere esigenze e potenzialità degli altri attori per valorizzare le competenze e gli equipaggiamenti di ogni risorsa in campo. La soddisfazione per i test effettuati è stata tanta da parte di tutti i gruppi ed ognuno ha tratto spunti interessanti per migliorare nel percorso di addestramento, il tutto condito dall’auspicio condiviso di continuare anche localmente con momenti di formazione e sperimentazione congiunta che saranno a beneficio dell’intera collettività».

Da Piacenza nelle zone terremotate per un addestramento di ricerca con i droni - ilPiacenza

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