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Dal 14 settembre sette giorni di celebrazioni nel Santuario Nostra Signora di Guastafredda

Da lunedì 14 settembre in città, nell'antico santuario di via Confalonieri, inizia la tradizionale settimana mariana dedicata alla Madonna di Guastafredda

Da lunedì 14 settembre in città, nell'antico santuario di via Confalonieri, inizia la tradizionale settimana mariana dedicata alla Madonna di Guastafredda: alle ore 18,30 la Santa Messa presieduta dallo scalabriniano Padre Stelio Fongaro, poi alle 21 S. Rosario e la Benedizione Eucaristica, funzioni liturgiche ripetute ogni sera fino a venerdì compreso.

- Martedì alle 18,30 Santa Messa in suffragio di Lucia Badagnani e Renzo Chichinato, presieduta da don Odorick;

- Mercoledì il Parroco di Sant'Antonino e Vicario Episcopale territoriale don Giuseppe Basini presiede la Santa Messa delle 18,30;

- giovedì alla stessa ora sarà celebrata da Joao don Adelio, superiore della comunità religiosa dei figli di Sant’Anna.

- Venerdì, alle 18,30 a presiedere la Santa Messa sarà il parroco rettore della Cattedrale mons. Serafino Coppellotti.

- Sabato alle 18,30 il parroco di S. Paolo, mons. Bruno Perazzoli, nel ricordo del quarto anniversario della morte della mamma Guendalina Pagani, celebra la messa in suffragio.

Le celebrazioni terminano domenica 22 settembre alle ore 8 con la messa in suffragio di Maria Grazia e Carlo Musajo Somma, presieduta Madonna con  rosa (1)-2da mons.Bruno Perazzoli.

L’ORIGINE DI “GUASTAFREDDA”

Il termine "Guastafredda" è stato mutuato dal nome della strada che a sua volta deriverebbe dalla famiglia che qui aveva la propria dimora. Dice il Nasalli Rocca, in Indicatore ecclesiastico 1891, che il nome Guastafredda derivò da una famiglia Guastafreido o Guastafreddo menzionato già in un atto notarile del 1146. In atto del 1118 è nominata una Chiesa di S. Agata, sita nel Borgo di S. Savino presso gli orti di Guastafreddo. Negli atti di S. Savino del monaco Rufino del 1253 (manoscritto del legato Pallastrelli nella Biblioteca Comunale) vi si designano a confine “ortalia Guastafrigoris, quae ortalia Albertus Guastafregus tenet a predecto Francesco ecc.

Nel 1390 buona parte dell'isolato limitato dai cantoni che assumeranno il nome di Guastafredda, S. Salvatore, Via della Neve, fu occupato dal Monastero delle monache Benedettine fatto costruire da Leone Anguissola. Sulla parte esterna del muro di cinta dell’edificio chiamato Convento della Madonna della neve, nel 1610 furono eseguiti due dipinti raffiguranti l’uno un gruppo di suore del convento (in cui si riconoscevano i volti di alcune dame dell'aristocrazia piacentina) raccolte sotto il manto della Vergine e l’altro la Madonna in ricco manto col Divin Pargolo in braccio. Il primo andò presto distrutto, il secondo, chiamato Madonna del pilastro e poi Madonna della colonna, perché dipinto su un’ampia sporgenza del muro fu conservato.  Dice il cronista Boselli: - addì 25 luglio (1659) martedì fu incoronata solennemente un’immagine della Beata Vergine dipinta nel muro delle Monache della Neve in capo di Guastafredda Vicolo S. Paolo.

Don Domenico Daccò, prevosto di San Paolo, nel 1794 chiese alle monache di Santa Maria della Neve di arretrare il muro del convento per costruire attorno all'affresco mariano un tempietto. L’anno successivo venne chiamato l'architetto Lotario Tomba che costruì il nuovo edificio. Nel 1800, un benefattore di nome Domenico Ferrari e le monache  Benedettine stesse, acquistarono il terreno necessario al completamento dell'edificazione; la costruzione del tempio si concluse nel 1802.

Il tempietto verrà riedificato nuovamente alla fine del XIX secolo, quando l'intervento architettonico diretto da Camillo Guidotti (1853-1925) ha ridisegnato l’edificio su pianta a croce greca dominata dalla cupola affidata all'opera del capomastro Daniele Rovelli.

L'IMMAGINE VOTIVA

L'immagine venerata della Madonna presenta una particolare iconografia: attorniata da una nube sostenuta da angeli, la Beata Vergine, ha un ricco abito e un ampio manto; sorregge il Bambino, ed è circondata da tre santi: San Francesco d'Assisi, San Domenico e San Carlo Borromeo. Sono raffigurati in atteggiamento devozionale e in posizione di supplica orante. Altro attributo iconografico è costituito da una mano della Vergine che sorreggendo il Bambino dà un senso di sicurezza e di protezione. L'altra mano reca un simbolo quasi del tutto scomparso dal dipinto: una rosa, documentata da alcune stampe ottocentesche dell'icona di Guastafredda. 

Il dipinto fu ritoccato e restaurato almeno due volte: la prima da Carlo Maria Viganoni e la seconda dal suo allievo Carlo Girometti che si era specializzato in questo ramo. Nel 1947 il prevosto mons. Adriano Dozza fece ridipingere la cupola. I quattro Evangelisti della cupola furono opera di Giuseppe e Nazzareno Sidoli. L’interno della Cupola fu restaurato dal pittore Morisi e le dorature da Genocchi.

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