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Dal 1869 ad oggi: i tanti piccoli passi delle suore Figlie di Gesù Buon Pastore

Nel segno di memoria, misericordia e missione

L’Istituto delle Figlie del Buon Pastore di Piacenza ricorda in questo periodo i 150 anni del suo lungo cammino a Piacenza, testimoniato anche da due libri di Fausto Fiorentini “Le figlie di Gesù Buon Pastore, nascita e cammino” pubblicato nel 2011 e “Da un secolo e mezzo con i piacentini”. Il secondo recente volume è stato presentato nella super affollata sala conferenze del Monastero con la partecipazione dell’autore, di Barbara Sartori in veste di coordinatrice, di don Giuseppe Basini, di Maria Vittoria Gazzola e con interventi-testimonianza di Anna Nicoli, di Fausto Bartezaghi, del dottor Umberto Gandi che ha ricordato i tanti anni svolti dalle suore nell’asilo di Vigolzone e di altri. Il libro oltre focalizzare gli eventi determinanti della storia della Congregazione, riporta diversi interventi di suore e di laici che nel tempo hanno avuto modo di vivere esperienze comuni con le suore di via Mazzini.

Alla presentazione è seguito il ringraziamento della madre generale suor Franca Barbieri: “In primis il Signore per tutte le benedizioni che ha elargito, alla nostra comunità in questi 150 anni di vita nel piacentino e oltre, era un desiderio della nostra madre Fondatrice Giulia avere le suore a Piacenza, un grazie alle sorelle di Cremona che hanno realizzato questo sogno cinque anno dopo la sua morte. Non posso dimenticare le tante sorelle che hanno servito con amore e dedizione, non solo la Chiesa piacentina, ma ovunque il Signore le ha chiamate per portare il carisma della misericordia, fino in terra di missione: Argentina, Svizzera, Portogallo, attualmente sono in Messico, Colombia, Perù ed Eritrea”.

La festa, documentata nelle nostre immagini da Oreste Grana, è poi continuata nel cortile con un bel e variopinto spettacolo di danze messicane ed eritree. 

QUEL LONTANO GENNAIO

Il lungo cammino era iniziato il 19 gennaio 1869, quando un gruppetto di suore arrivato in una piccola abitazione in via S. Nazaro, in assoluta povertà aveva iniziato a operare a favore dei più deboli. Ed era una povertà operosa – si legge in un documento dell’epoca - che considerava dono più grande dell'elemosina l'offerta di lavoro: cucitura dei guanti, impianto di una filanda, cucito e ricamo". Inoltre le suore erano attente a quello che era uno degli impegni della Fondatrice Giulia di Barolo: "La prevenzione delle giovani pericolanti ed il ricupero di quelle pericolate".

L’attività iniziata di martedì smentì da subito il detto popolare “Nè di Venere, né di Marte ...”, andò infatti via via in crescendo tanto da necessitare una sede più ampia che fu trovata nel novembre dello stesso anno (1869) al civico 79 di via Campagna. Nei decenni successivi l'Istituto si era sempre prestato generosamente alle varie richieste dell'Ordinario diocesano; aveva mostrato disponibilità anche per richieste avanzate dalla comunità civile: ad esempio durante la prima guerra mondiale furono accolte le figlie dei richiamati alle armi. Le suore si prestarono, pure, a gestire la cucina del popolo. Per poter lavorare in questo più vasto e vario campo d'azione benefica, si richiedeva, però, una radicale trasformazione dell'Istituto retto con le "Costituzioni e Regole delle Sorelle Penitenti di S. Maria Maddalena", approvate dal Papa il 3 aprile 1846, dettate dalla Fondatrice Giulia di Barolo. Nel 1914 si ha quindi la costituzione della Congregazione diocesana delle Suore del Buon Pastore.  Le stesse religiose, pur conservando l'abito e le preghiere delle Maddalene, adottano la “vita attiva” viene abolita la clausura, vengono avviate diverse opere benefiche. Tra le novità il cambio di denominazione: le Figlie di S. Maria Maddalena diventano le Suore del Buon Pastore. Seguiranno negli anni riforme istituzionali, ma la missione delle suore sarà sempre quella raccomandata dalla Fondatrice dichiarata Venerabile nel 2015 da Papa Francesco.

LA SEDE ATTUALE DI VIA MAZZINI 81

Nel luglio 1952 le Figlie di Gesù Buon Pastore subentrarono nell’antico monastero con annessa Chiesa di San Girolamo, costruito nel 1400 in via Mazzini e che fu delle monache Benedettine Cassinesi fino alla soppressione dell’Ordine, avvenuta nel 1810. Il complesso fu acquistato e restaurato (1843-1844), dalla contessa Teresa Rocchi, nata Landi, e donato nel 1850 alle Figlie del Sacro Cuore di Gesù perché “curassero la formazione della gioventù femminile, con ispeciale riguardo alla classe povera”. Di questo periodo è la decisione di eliminare il piccolo piazzale che separava la facciata della chiesa dalla strada per realizzare un passaggio interno che ha coperto per buona parte la facciata dell’edificio sacro. In precedenza nel Giugno del 1663 fu demolita una casa antistante il monastero per dare maggior luce alla facciata della chiesa conventuale di San Girolamo, creando così l’attuale piazzetta santa Margherita.

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