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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Dal riconoscimento Mab Unesco, inizia il futuro sostenibile del grande fiume Po

Tre Regioni, otto Province, 83 Comuni coinvolti: trascorso circa un mese dal prestigioso riconoscimento a Parigi per il Po di Riserva MaB Unesco (Man and Biosphere), si sono ritrovati tutti a Piacenza, nel Salone di Palazzo Gotico per delineare il futuro del Grande Fiume  «Perché - come ha sottolineato nelle conclusioni l’onorevole Guido Guidesi, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri - oggi c’è un punto di partenza diverso, importante, una sfida di squadra vinta».

PoGotico-2«Lavoriamo ora, al di là degli schieramenti, per l’interesse comune, con un marchio territoriale dove la gara da vincere è la sostenibilità, dove c’è anche evoluzione economica e tutela ambientale, perché l’iniziativa è nata con lo scopo di promuovere turismo e cultura, natura, ovvero una qualità di vita diversa, in un corretto rapporto con l’ambiente. Ora - ha ribadito Guidesi -  dobbiamo rendere concrete le idee e le proposte, offrendo i servizi per accontentare le nuove generazioni. Una grande opportunità di sviluppo perché (citando lo scrittore e giornalista Gianni Brera), siamo tutti figli legittimi di questo Po». Il programma del convegno, coordinato dal giornalista Rai Antonio Boschi, prevedeva una parte istituzionale ed una tecnica, con l’insediamento dell’assemblea plenaria dei sindaci della nuova riserva MAB Po Grande «perché - ha evidenziato Ivano Pavesi, assessore del comune di Guastalla - il potere decisionale, la “governance”, rimane ai territori, ovvero ai sindaci che, in assemblea plenaria, si coordineranno e lavoreranno insieme ed all’unisono, ragionando comunemente per il Po; un fiume nazionale, un Po Grande, con un’identità unica, fattore spendibile da un punto di vista, turistico, ambientale, storico-culturale ed ovviamente economico». Il convegno per definire strategie e scelte per lo sviluppo e la promozione del Po in un articolato percorso promosso dall’Autorità Distrettuale del Fiume Po, da Legambiente e Università degli Studi di Parma e culminato con il riconoscimento Unesco, ha preso avvio con il saluto del sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri (percorsi importanti che vanno a concretizzare iniziative di sostenibilità, ma anche pianificazione strategica: turismo, mobilità dolce, imprese e infrastrutture), quindi ha preso la parola Meuccio Berselli, Segretario generale Autorità distrettuale del fiume Po.

«Dopo la proclamazione Unesco - ha esordito - inizia la fase operativa per una infrastruttura che non siamo stati capaci di valorizzare e collegare. Oggi dobbiamo, in questa nuova partenza, vedere il fiume come comunità, con una parola d’ordine, ovvero sostenibilità del territorio, puntando anche a coltivazioni (deve ripartire la pioppicoltura per esempio) che possano migliorare la qualità dell’aria e dell’acqua di un territorio molto antropizzato. Bisogna mettere in rete tanti diversi territori e creare uno sviluppo di turismo collegati ai paesaggi e alla nostra forte identità, al fine di migliorare la qualità di vita della nostra comunità». «Dobbiamo anche fare riferimento ai modelli di valorizzazione che hanno avuto successo in Europa, ma solo noi abbiamo un territorio così straordinario e diversificato», un concetto ribadito da Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette Legambiente «La riserva MAB Po Grande non è un limite, ma un’occasione per mettere in campo una strategia unitaria puntando sul capitale naturale; non dobbiamo banalizzare,ma puntare sulla conservazione della biodiversità, la base su cui sviluppare i progetti, con un coordinamento tra i diversi MAB, affrontando le cose in maniera innovativa, con al centro il cambiamento climatico, raccontando in modo nuovo un territorio antico». Pierluigi Viaroli dell’Università di Parma ha detto che nel progetto saranno coinvolti anche altri Atenei, dalla Cattolica di Piacenza, al Politecnico, a quelli di Pavia, Cremona, Reggio e Modena, «perché questa arteria della Pianura Padana, è natura, eno-gastronomia, arte, cultura. Le riserve non sono un vincolo, ma un valore, un’opportunità, con più biodiversità perché - ha detto parafrasando un concetto di economia- più diversificati sono gli investimenti, maggiore è la stabilità finanziaria. La sfida è ricostruire il paesaggio fluviale, valorizzando i territori e la loro diversità». 

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